MELONI PUÒ FESTEGGIARE UN RECORD: QUELLO DEI POVERI. I DATI ISTAT CERTIFICANO CHE IN ITALIA I POVERI ASSOLUTI, OVVERO CHI NON RIESCE A PERMETTERSI L’ESSENZIALE, SONO ARRIVATI A 5,7 MILIONI, MAI COSÌ TANTI
COLPA DELL’INFLAZIONE E DEI BASSI STIPENDI, COMBINATI CON L’ABOLIZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA DECISO DAL GOVERNO.. TRA I PIÙ VULNERABILI CI SONO GLI OPERAI E CHI HA FIGLI
Avere un figlio. Averne due o tre. Essere straniero. E con figli. Avere meno di 18 anni. Vivere in affitto. Fare l’operaio. Abitare al Sud, ma anche al Nord. Sono alcune delle cause alla base del record di povertà assoluta in Italia: 2 milioni e 217 mila famiglie che non riescono a permettersi l’essenziale e che corrispondono a 5 milioni e 694 mila persone, di cui un milione e 295 mila minori, record assoluto dal 2014.
La situazione è stabile ma critica, dice Istat che rivede i dati relativi al 2023 e li confronta con l’anno prima. La percentuale di persone povere è la stessa: 9,7%. Cresce di poco quella delle famiglie: dall’8,3 all’ 8,4%. Le differenze in termini assoluti tra i due anni sono trascurabili, ma solo statisticamente: altre 30 mila famiglie e altre 20 mila persone scivolate nel bisogno.
Il Reddito di cittadinanza, operativo dal 2019 al luglio del 2023, ha evitato un altro milione di poveri in pandemia, dice Istat. Ma l’inflazione e il lavoro povero, combinati con l’abolizione del sussidio da parte del governo Meloni, hanno fatto il resto. L’Assegno di inclusione, erede del Reddito, va a molte meno famiglie: da oltre un milione siamo a 700 mila.
Spiega Istat nel Report diffuso ieri, il 46,5% di tutte le famiglie povere vive in affitto: sono un milione. Pagano in media 317 euro al mese rispetto ai 435 euro di chi non è povero. Il 31% delle famiglie con minori che vive in affitto è povero: un terzo. L’inflazione ancora alta nel 2023 ha fiaccato le famiglie. Tassa dei poveri per eccellenza, era al 5,9% per tutti, al 6,5% per i meno abbienti.
«Le spese per consumi di queste famiglie non hanno tenuto il passo dell’inflazione, calando dell’1,5%, nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro», scrivono gli statistici. Da un anno all’altro l’incidenza della povertà assoluta tra gli operai è salita al record storico in Italia: dal 14,7 al 16,5%. Poveri anche lavorando. Drammatica poi la situazione delle famiglie straniere, quasi un terzo delle famiglie povere in Italia, «pur rappresentando solo l’8,7% di tutte le famiglie residenti», osserva Istat.
Il 35% delle famiglie straniere in Italia vive in povertà assoluta, quattro volte tanto gli italiani (7,4%). Quelle con bambini sono 331 mila e il 34% è povero contro l’8% degli italiani.
I dati Istat danno poi conto anche della povertà relativa che a differenza della assoluta non misura la capacità di comprare un dato paniere di beni e servizi, ma la distanza da un reddito medio variabile per territorio e composizione familiare. Ebbene, se le famiglie quasi povere nel 2019 erano il 7,2% ora siamo all’8,1%, Quelle appena povere sono passate dal 5,6 al 6%. Due gruppi che crescono e si addensano appena sopra e appena sotto la soglia di povertà.
(da La Repubblica)
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