MELONI SI SMARCA DAI REFERENDUM PATACCA DI SALVINI: “NON FIRMIAMO SU ABOLIZIONE DELLA CUSTODIA CAUTELARE E DELLA LEGGE SEVERINO, COSI’ DELINQUENTI IN LIBERTA'”
“SALVINI INCOERENTE, VUOLE LASCIARE LIBERI LADRI, BANCAROTTIERI E CORRUTTORI”
Annunciando il sostegno ai referendum sulla giustizia promossi da Lega e Partito radicale, Giorgia Meloni sfida Matteo Salvini sul suo terreno.
Spiega che Fratelli d’Italia raccoglierà sì le firme, ma non per tutti e sei i quesiti depositati: “Faranno eccezione, nei nostri gazebo, quello sulle misure cautelari e quello sulla legge Severino. La proposta referendaria sulla carcerazione preventiva impedirebbe di arrestare spacciatori e delinquenti comuni che vivono dei proventi dei loro crimini. Noi vogliamo fermare la criminalità senza se e senza ma”.
E abrogare la legge che sancisce l’incandidabilità per i condannati definitivi, aggiunge, sarebbe “un passo indietro nella lotta alla corruzione e rischierebbe di dare il potere ad alcuni magistrati di scegliere quali politici condannati far ricandidare e quali interdire dai pubblici uffici”.
Insomma, quello che per i sondaggi è ormai il primo partito italiano sponsorizza i quattro quesiti sulla magistratura (niente più firme per candidarsi al Csm, responsabilità diretta, diritto di voto agli avvocati nei Consigli giudiziari e separazione delle carriere) ma non i due di diritto sostanziale, che vorrebbero allargare le maglie della legge penale abolendo la custodia cautelare per la maggior parte dei reati (compresi quelli di strada) e lo stop all’incandidabilità per i politici condannati.
Meloni, con una spiegazione a suo modo coerente, si è tirata fuori da queste due battaglie di marca molto radicale e poco securitaria.
Una mossa che ha l’effetto di sottolineare – per contrasto – la posizione innaturale tenuta finora Salvini: come ha notato Piercamillo Davigo sul Fatto, “la Lega si qualifica come partito di destra e – in tutto il mondo, ma evidentemente non in Italia – la destra vuole legge e ordine“.
(da agenzie)
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