DDL ZAN E’ GIA FRUTTO DI MEDIAZIONI, SI VADA AL VOTO IN AULA E VEDIAMO CHI LA PENSA COME ORBAN, SUI VALORI CIVILI NON SI TRATTA
GLI ART 1 -4 -7 E LE RICHIESTE FARLOCCHE DEI RENZIANI ALLEATI DEI SOVRANISTI
Articolo 1 – Identità sessuale
Il testo del ddl Zan all’articolo 1 definisce l’identità di genere come “l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso biologico” e “indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione”. Italia Viva propone di stralciare tali definizioni e quindi “riportare il ddl Zan alla definizione contenuta nello Scalfarotto, ovvero aggiungendo le parole ‘o fondati sull’omofobia o sulla transfobia’, oltre al tema della disabilità, e rivedendo conseguentemente l’articolato”.
Per la cronaca la renziana Lucia Annibali è la prima firmataria dell’emendamento che introdusse l’articolo 1, che oggi Iv vorrebbe sopprimere abbandonando il movimento Lgbt+, e in particolare le persone trans, escludendo la tutela dell’identità di genere. Propongono per giunta di tornare alla formula ‘omofobia e transfobia’, da tutti giudicata in contrasto con il principio di tassatività della legge penale.
Articolo 4 – Libertà di espressione
L’articolo 4 del Ddl Zan riguarda il pluralismo delle idee e libertà delle scelte: “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
Iv vede nell’articolo un rischio per la libertà di espressione. “La libertà di pensiero e di espressione sono già tutelati dalla nostra costituzione, non può essere degradata in una legge ordinaria”, spiegano gli esponenti renziani.
Anche qui una palese contraddizione: se la libertà di pensiero è già garantita dalla Costituzione dove sarebbe il rischio? E se lo si ribadisce nella norma non è emmai una ulteriore garanzia?
Articolo 7 – Giornata contro l’omofobia nelle scuole
L’articolo 7 istituisce la giornata nazionale contro l’omofobia da celebrare anche nelle scuole: “La Repubblica riconosce il giorno 17 maggio quale Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere, in attuazione dei principi di eguaglianza e di pari dignità sociale sanciti dalla Costituzione”.
Anche la Giornata contro le discriminazioni omofobiche nelle scuole, già criticata dal Vaticano, non convince pienamente il partito di Renzi, che vuole aggiungere la frase “nel rispetto della piena autonomia scolastica”.
Ma il governo non impone nulla, perchè nelle scuole esiste già l’autonomia scolastica e decide il consiglio d’istituto (dove sono presenti anche i genitori).
Quindi dove sta il problema? Solo un modo per strizzare l’occhio a una parte del mondo delle scuole cattoliche, quando la salvaguardia dell’autonomia scolastica è già pienamente protetta dal ddl Zan. Una scuola, cattolica o laica, può anche decidere di ignorare la Giornata e nessuno gli dirà nulla.
(da agenzie)
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