MES, ALLA FINE LA CAMERA BOCCIA LA RATIFICA DEL TRATTATO, SI SPACCA LA MAGGIORANZA, ORA TUTTA EUROPA HA CAPITO CHE SIAMO GOVERNATI DA PAGLIACCI, L’ITALIA E’ L’UNICO PAESE UE A NON AVERLO APPROVATO
FORZA ITALIA SI ASTIENE, FDI COSTRETTA A VOTARE CON LA LEGA CONTRO LA RATIFICA DEL TRATTATO PER NON FARSI SCAVALCARE A DESTRA…LA RICERCA DI UN ESCAMOTAGE NON E’ ANDATA IN PORTO
Alla fine, anche la Camera ha respinto la ratifica del trattato sul Mes: bocciato l’articolo 1, il provvedimento si intende respinto. I voti a favore sono stati 72, 184 i contrari, 44 gli astenuti.
Tutto era stato preceduto dal parere negativo in Commissione. Non sono ancora le nove del mattino e in commissione Bilancio alla Camera succede quello che Giorgia Meloni sperava non succedesse. La Lega non vuole sentire ragioni sul Mes, sulla ratifica della riforma del fondo salva Stati che l’Italia è l’unico Paese della zona euro a non aver ratificato. Nel derby sovranista, Fratelli d’Italia non può permettersi di capitolare da sola di fronte a una battaglia di anni. E, dunque, vota no al testo che modifica il Meccanismo europeo di stabilità. Forza Italia invece si astiene, restando più coerente con la propria appartenenza alla famiglia dei popolari europei.
La richiesta di Meloni, di tenere unita la coalizione, è finita schiacciata dagli irriducibili della Lega e da Matteo Salvini, un leader che deve tamponare l’enorme emorragia di voti rispetto alle Europee di 5 anni fa. La maggioranza è spaccata e – apparentemente – senza una via d’uscita. Ora il testo andrà il Aula. Ogni scenario è aperto. Per rinviare ancora servirebbe un escamotage al momento impossibile da prevedere.
Anche se costretti a votare contro in commissione, in Aula i meloniani avrebbero spinto per il cosiddetto «lodo Fazzolari», cioè l’ipotesi sostenuta dal sottosegretario e braccio destro di Meloni che prevede di votare il testo in aula con una modifica in cui si precisa che anche in futuro si potrà accedere al fondo solo con una maggioranza parlamentare qualificata. Le alternative erano due. La prima: la riforma del Mes va in Aula con parere negativo e viene bocciata – come sembra – anche da Fratelli d’Italia , ed è l’epilogo che più piaceva ai leghisti. Oppure: la ratifica passa con una maggioranza differente da quella che sostiene il governo. Sarebbe stato il trionfo della politica tartufesca. In entrambi i casi Meloni aveva già pronta la risposta: hanno deciso i parlamentari, il Parlamento è sovrano.
(da La Stampa)
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