MINISTRA PER IL SUD MA SENZA PARTITO
LO SCONTRO SENZA FINE TRA MARA CARFAGNA E FORZA ITALIA
Del Sud è diventata ministra. Ma quando arriva al Sud Mara Carfagna è costretta a guardarsi le spalle. Da un po’. Soprattutto nel suo partito.
Lontani i tempi in cui tutti la cercavano, tutti correvano alla sua corte, quando era il volto nuovo di Forza Italia campana, candidabile a ogni elezione possibile.
Ormai si fa presto tra i berlusconiani a dire “io sono contro Mara”. L’ultimo a farlo al cospetto del neo coordinatore nazionale Antonio Tajani è stato Stefano Caldoro, candidato governatore alle ultime Regionali, già ministro del governo Berlusconi, già presidente della Regione: “Non voglio ruoli in Forza Italia per lei e per quelli che sono con lei – avrebbe fatto presente Caldoro – Ma come faccio ad accettare nel partito una che ha votato contro di me alle Regionali?”.
Coi tradimenti, si sa, la politica va a nozze. Ma la parabola di Carfagna – salernitana, un passato da Miss e personaggio televisivo – che fa fortuna a Roma mentre gli altri tirano la carretta del partito in regione, diventa ministro del governo Berlusconi, poi deputata, fonda una sua corrente “Voce libera” nel partito-azienda che non ha mai conosciuto il fenomeno sinistrorso del correntismo, dopo aver minacciato finanche la scissione se Forza Italia avesse accettato l’abbraccio mortale della Lega, sono in tanti, troppi in Campania a non mandarla giù.
Lo scontro si accende alle varie elezioni politiche quando Carfagna diventa il volto “presentabile” da candidare a Napoli, per coprire i guai giudiziari di quelli che nel partito i voti ce li hanno. E con i loro consensi tirano la volata ai volti come Mara. A partire dalla famiglia Cesaro, granaio dei berlusconiani a Napoli, accusata dalla Procura di rapporti con la camorra locale.
A furia di divisioni il partito campano ormai si è spezzato in tre: i Cesaro’s, forti nell’hinterland napoletano, che esprimono il coordinatore regionale Domenico De Siano, l’area di Fulvio Martusciello, eurodeputato, e Carfagna.
Gli effetti sulla stabilità del gruppo dirigente si vedono, eccome: partito commissariato a Salerno e ad Avellino, l’assalto alla guida di Napoli, e il tentativo di defenestrare De Siano.
Entro un mese dovrebbero definirsi gli assetti di in Campania, anche in vista delle elezioni amministrative. Ed è guerra aperta. Con la ministra per il Sud che potrebbe lanciare un’Opa seria coi suoi sul partito. Già , ma chi sono i suoi? Un gruppo di parlamentari: dal napoletano Paolo Russo, al salernitano Gigi Casciello, fino all’avellinese Cosimo Sibilia.
“Se Berlusconi dà il partito in mano a Mara, Caldoro molla, è incompatibile con lei”, dice una fonte interna ai forzisti.
Già , Cesaro, Caldoro e Martusciello potrebbero trovare la quadra per spartirsi la direzione delle province ed esiliare la ministra. Ma bisognerà convincere Berlusconi che tutto perdona a Carfagna e non le risparmia mai elogi, come nell’ultima iniziativa del partito sull’8 marzo.
Intanto se per lei il gioco si fa duro in regione, sarebbe pronta a sparigliare, fedele alla regola della politica per cui “il nemico del mio nemico è mio amico”.
Le assurde sembianze sarebbero quelle dell’avversario di Caldoro alle Regionali: il presidente della Regione Vincenzo De Luca.
Salernitano come Mara, è stato tra i primi governatori con cui la neo ministra si è incontrata il 3 marzo. Poche ore prima non era passata inosservata la nomina come consigliere del ministro di Piercamillo Falasca di Più Europa, sostenitore di De Luca alle Regionali.
Se davvero Carfagna abbia fatto il tifo per De Luca alle Regionali, non è dato saperlo. I maligni sono pronti a ricordare un incrocio di interessi tra i due.
Una decina di anni fa, la Salernitana correva il rischio di sparire dall’empireo del calcio, e l’ex sindaco De Luca doveva valutare a chi cedere il titolo per rifondare la squadra. Fortuna che arrivò l’offerta di Gianni Mezzaroma, papà di Marco, allora marito della ministra Mara Carfagna.
(da “Huffigntonpost”)
Leave a Reply