MODENA, I PROPRIETARI ITALIANI DEL NEGOZIO INDICATO DA SALVINI COME COVO DI SPACCIATORI NIGERIANI QUERELANO SALVINI
TRA L’ALTRO E’ IN VENDITA E IL VIDEO DEL LEGHISTA HA DETERMINATO UN DANNO ECONOMICO
Vi abbiamo raccontato la storia del negozio citato da Matteo Salvini a Modena nella sua ultima diretta Facebook nella giornata di oggi, 22 gennaio.
Secondo il leader della Lega, a cui la vicenda è stata segnalata da alcuni residenti del luogo, nell’esercizio commerciale ci sarebbero stati dei nigeriani soliti a mettere in pratica attività di spaccio.
«Lo hanno già chiuso due volte», spiegano gli accompagnatori del leader della Lega. Ma non per motivi legati allo spaccio di droga bensì per presunte irregolarità nella vendita di alcolici in uno dei distributori automatici. Evidentemente i proprietari hanno fatto ricorso e la chiusura è stata revocata.
Come vi abbiamo segnalato, i titolari delle mura e dell’attività sono italiani e il negozio Openshop 24 è in una delicata fase di compravendita.
Visto che le dichiarazioni di Matteo Salvini entrano molto nello specifico e, a lungo andare, potrebbero anche causare un danno ai titolari dell’esercizio commerciale,gli stessi proprietari hanno deciso di rivolgersi a un legale.
Al momento, vista la delicatezza della situazione e visto quanto accaduto anche negli scorsi giorni (Matteo Salvini si era reso protagonista di un’altra vicenda simile il 21 gennaio nel quartiere Pilastro di Bologna), gli stessi titolari dell’attività commerciale — uno shop con distributori h24 — hanno preferito non rilasciare dichiarazioni.
Matteo Salvini aveva rivolto un appello video davanti alla saracinesca dell’esercizio, in viale Crispi, 38 a Modena. Aveva detto: «Chiediamo cortesemente a chi di dovere di venire a fare un bel controllo in quel negozio, perchè qua dentro si spaccia droga e chi spaccia droga deve stare in galera. Speriamo che questa segnalazione possa portare a qualche chiusura e a qualche arresto».
Questa e altre dichiarazioni fatte in questo contesto potrebbero aver danneggiato i titolari che, per questo motivo, hanno iniziato a valutare una tutela di carattere legale.
(da Giornalettismo)
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