MUOS, RABBIA DEI COMITATI CONTRO I GRILLINI: “CI AVETE DELUSO”
PRIMA LA BATTAGLIA SUL SISTEMA SATELLITARE AMERICANO, POI IL SOLITO TRADIMENTO DOPO AVER CARPITO I VOTI… MOLTI MILITANTI DICONO ADDIO
Il governo va in tilt sul Muos, il sistema satellitare americano da anni oggetto di una accesa battaglia ambientalista.
Giampiero Trizzino, il leader dei 5 Stelle schierati in Sicilia contro il mega-radar, ieri pomeriggio aveva anticipato le “novità ” preannunciate già sabato scorso da Luigi Di Maio ma mai chiarite: “Smantelleremo le antenne: ecco cosà dirà Di Maio”, aveva spiegato Trizzino a Radio1. A stretto giro di posta, fonti del ministero della Difesa hanno chiarito: “La linea del Muos è chiara e il governo sta lavorando sul dossier. L’unica voce ufficiale è e sarà quella del governo”.
Insomma, una decisa frenata. L’unica posizione formale dell’esecutivo gialloverde rimane quella espressa attraverso l’Avvocatura dello Stato, il 12 ottobre, dal ministero della Difesa guidato da Elisabetta Trenta, che si era opposto al ricorso presentato dai comitati No Muos davanti al Cga (il Consiglio di Stato siciliano) per annullare le autorizzazioni all’impianto.
Una posizione, quella del ministero, che ha scatenato la rivolta dei 5 stelle siciliani che in questi anni sono stati dentro e al fianco dei No Muos in decine di manifestazioni.
E mentre i volti istituzionali del movimento un tempo agguerriti avversari del Muos (il ministro Giulia Grillo, il presidente della commissione Difesa della Camera Gianluca Rizzo, il vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri) ora tacciono, la base grillina si sgretola.
Gaetano Di Rocco, uno dei fondatori del meetup di Niscemi, è andato via già da qualche mese assieme a un gruppo di attivisti: “Abbiamo sentito molte chiacchiere. Siamo molto delusi dalla linea che il movimento, da quando è al governo, sta tenendo sul Muos”.
Fabio D’Alessandro è uno dei portavoce dei comitati No Muos. Non fa parte di 5 Stelle ma illustra la situazione: “Sì, sono in tanti i delusi fra gli esponenti locali del movimento che hanno, come dire, gli stivali nel fango mentre i loro colleghi al governo non fanno nulla. Chi non è andato via da M5S, come il movimento delle mamme legato a Trizzino, spera in una novità da parte di Di Maio che non arriva. La verità — prosegue D’Alessandro — è che in una materia così delicata, che ha a che fare con i rapporti con gli americani, temiamo che i M5S non possano che comportarsi come i loro predecessori al governo”.
D’Alessandro parla di doppio dietrofront: perchè in ballo ci sono pure le autorizzazioni per realizzare nuovi lavori nella base, chieste dal governo Gentiloni: “Il ministro Trenta non solo resiste contro il ricorso che blocca l’attività del radar ma non ha fermato neppure l’iter di ulteriori interventi che ampliano il Muos”.
La sensazione, fra i No Muos, è che nulla accadrà fino all’incontro fra i grillini in rivolta capeggiati da Trizzino e il ministro Trenta, in programma il 7 novembre.
L’ex ministro forzista Stefania Prestigiacomo è insieme diffidente e preoccupata: “Il governo 5 Stelle smette di difendere il Muos in giudizio? Vuole dichiarare guerra agli Usa?”.
Per il 12 novembre, in ogni caso, è attesa la sentenza del Cga sul ricorso degli ambientalisti.
“Non possiamo buttare via cinque anni di lotta, le battaglie contro il Muos o contro la Tav hanno disegnato i connotati di questo movimento”, aveva detto Trizzino. Ma a Roma, nelle stanze di governo presidiate dai M5S, non tutti evidentemente la pensano così.
(da agenzie)
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