NAPOLI, ARRESTATI GLI ASSASSINI DELLA GUARDIA GIURATA: SONO TRE MINORENNI ITALIANI
HANNO CONFESSATO: VOLEVANO RUBARE LA PISTOLA DEL VIGILANTE PER VENDERLA, DUE HANNO 16 ANNI, IL TERZO NE HA 17
“Un branco di lupi che hanno atteso l’agnello”. Così il questore di Napoli, Antonio De Iesu, parla dei due 16enni e dell 17enne accusati di avere colpito selvaggiamente con il piede di un tavolo da cucina e aver ucciso il vigilante Francesco della Corte.
“Un evento crudele, abietto, drammatico, ai danni di una persona onesta, un lavoratore, un padre di famiglia – dice il questore di Napoli – da parte di tre ragazzi provenienti da un quartiere a rischio”. I tre volevano rubare la pistola ( senza riuscirci) per rivenderla.
Sono tre minorenni, infatti, i responsabili della morte della guardia giurata Francesco Della Corte, aggredito a colpi di bastone lo scorso 3 marzo mentre stava chiudendo la stazione della metropolitana di Piscinola, a Napoli, e deceduto due giorni fa in ospedale.
I tre, due 16enni ed un 17enne, sono stati fermati dalla polizia, su disposizione della Procura per i Minorenni, con l’accusa di tentata rapina e omicidio doloso. I ragazzi hanno confessato l’aggressione e sono stati portati nel carcere di Nisida.
Nei confronti dei tre è stato emesso un decreto di fermo al termine dell’inchiesta della Polizia, coordinata dalla procura dei minori di Napoli. I giovani erano tutti e tre incensurati e non frequentano alcun istituto scolastico.
Il vigilante Della Corte, 51 anni di Marano, fu ripetutamente picchiato e ferito alla testa mentre stava effettuando gli ultimi controlli prima di chiudere il cancello d’ingresso alla stazione della metro. Quando i poliziotti del commissariato di Scampia arrivarono alla stazione di Piscinola, lo trovarono inginocchiato vicino all’auto della società per cui lavorava – la Security Service – con il viso completamente insanguinato e una vistosa ferita in testa. In un cassonetto nei pressi dell’auto gli agenti trovarono un bastone di legno e la borsa di Della Corte.
Portato all’ospedale Cardarelli e operato d’urgenza al cervello, il vigilante era stato tenuto in coma farmacologico, ma nella notte tra giovedì e venerdì è morto.
“Ora chiedo giustizia”, è l’appello ella moglie. “Siamo arrabbiati – spiega la cognata Matilde – perchè non è giusto che una persona perbene, dedicata solo al lavoro, esca di casa la sera per lavorare e non torni più”.
I tre minorenni accusati di aver aggredito e preso a bastonate il vigilante Francesco Della Corte, poi morto dopo due settimane d’agonia, volevano rapinarlo della sua pistola. È quanto ha ricostruito la Polizia al termine dell’indagine che ha portato in carcere i tre con l’accusa di tentata rapina e omicidio doloso.
Gli uomini del commissariato di Scampia sono risaliti ai due sedicenni e al diciassettenne sia attraverso le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza sia grazie ad una serie di intercettazioni e di interrogatori di persone sospettate di aver avuto un ruolo nella vicenda.
I tre, secondo quanto ricostruito, avrebbero atteso l’arrivo del vigilante alla stazione della metro per impossessarsi della pistola e poi, armati di due piedi di un tavolo in legno trovati in strada, lo hanno aggredito alle spalle, colpendolo ripetutamente alla testa.
“Volevano impossessarsi della sua pistola per venderla e ricavarne 5-600 euro”, ha detto il dirigente del commissariato di Scampia, Bruno Mandato, nel corso di una conferenza stampa in Questura. Della Corte, a causa delle profonde ferite, è morto qualche giorno fa nell’ospedale Cardarelli. Uno dei tre ragazzi aveva fumato qualche spinello prima di entrare in azione. I ragazzini non sono però riusciti a prendere l’arma poichè Della Corte la teneva ben nascosta in una tasca della giacca.
Fondamentale,B per l’individuazione dei responsabili, è stato l’acume investigativo di poliziotti, abituati a indagare negli ambienti della criminalità organizzata: dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza, non particolarmente nitide, è stata isolata la singolare andatura di uno dei tre ragazzi, riguardante la movenza del braccio sinistro. Poi con l’agente di quartiere è stato possibile rintracciare il soggetto e, quindi, anche i suoi complici.
(da agenzie)
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