NEI PAESI GUIDATI DA DONNE LE STRATEGIE ANTI COVID SONO STATE PIU’ RAPIDE ED EFFICACI
LO CERTIFICA LO STUDIO DI TRE UNIVERSITA‘
Dove al potere c’erano delle donne la pandemia è stata fermata con più successo.
È questo il risultato di uno studio accademico firmato da Alexsandros Cavgias dell’università di Barcellona, da Raphael Bruce del brasiliano Insper Institute e da alcuni ricercatori dell’università di San Paolo che documenta scientificamente quello che è stato detto spesso, dall’inizio della pandemia.
Ovvero che le leader femminili Jacinta Ardern, la premier neozelandese, Tsai Ing-wen, la prima donna presidente di Taiwan, Sheikh Hasina, la premier del Bangladesh dal 2009, la cancelliera tedesca Angela Merkel e le premier norvegese e danese Erna Solberg e Mette Frederiksen sono state più rapide e più efficienti nel fermare la diffusione del Covid.
I ricercatori hanno, infatti, scoperto che le città governate da donne, in Brasile, hanno registrato il 43% in meno di decessi per Covid-19 e il 30% in meno di ricoveri ospedalieri rispetto a quelle governate da uomini.
Secondo lo studio i leader donne sarebbero più disposte ad attuare misure come l’uso obbligatorio di mascherine e il divieto di assembramenti.
Lo studio esplora anche il rapporto tra gestione locale e gestione centralizzata della pandemia, confermando che le donne sindache e governatrici sono riuscite a fermare gli effetti negativi di decisioni sbagliate prese a livello centrale.
Laddove un premier populista è stato irresponsabile nel rimuovere le restrizioni prima del tempo la donna sindaco o governatore è riuscita, rimettendo l’obbligo delle mascherine e della distanza, a contenere la diffusione dei contagi.
La ricerca ha preso in considerazione 5500 comuni brasiliani in 700 città dove, nelle elezioni del 2016, si è verificata una stretta competizione tra un candidato maschio e una donna. Sono state esaminate le città dove c’è stata una sola tornata elettorale e, quindi, le dimensioni della popolazione erano inferiori ai 200.000 cittadini.
Le donne sindaco hanno adottato interventi non medici molto più frequentemente delle loro controparti. I leader donne avevano il 5,5% in più di probabilità di vietare le folle, l’8% in più di probabilità di implementare l’uso di maschere e il 14% in più di probabilità di insistere per chiedere test obbligatori prima di ammettere una persona nel loro villaggio.
I ricercatori hanno anche calcolato quante vite sarebbero state salvate se la metà di tutti i brasiliani avessero avuto una donna come leader poiché, in questo momento, solo il 13% è governato da donne e hanno concluso che il Paese avrebbe registrato il 15% in meno di morti. Hanno stimato che 75.000 dei 540.000 brasiliani morti – il secondo dato più alto nel mondo – sarebbero ancora vivi.
Intervistato dalla Bbc sulla ricerca il professor Gagete-Miranda, dell’università della Bicocca, ha detto che anche uno studio americano del 2020, pubblicato sul “Journal of Applied Psychology”, ha confermato che, negli stati americani governati da donne, la gestione pandemica è stata migliore.
“Le donne amano di meno il rischio e questa potrebbe essere una spiegazione del motivo per cui hanno avuto più successo nel controllare il virus”, ha detto l’esperto, “Inoltre, poichè è molto difficile farsi strada in politica in Brasile, un Paese ancora dominato dagli uomini, le sindachesse e le governatrici sono più qualificate, rispetto ai loro colleghi maschi, e resistono meglio alla pressione”.
(da agenzie)
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