NEL NOME DI ANGELUCCI: LA RETE MEDIATICA DI MELONI CHE SI ISPIRA A TRUMP
I TRE PRINCIPALI GIORNALI SOVRANISTI IN MANO AL RE DELLE CLINICHE PER DETTARE IL VERBO DEI PATRIOTI DELLA DOMENICA
Una rete mediatica ampia e trasversale in quotidiani e tv, ma che ha il suo cuore nel gruppo editoriale ormai riferimento unico della destra, quello di Antonio Angelucci: ras della sanità laziale e deputato eletto con la Lega ma ormai in grande sintonia con la presidente del Consiglio.
Se per anni il leader dei governi di centrodestra Silvio Berlusconi ha potuto contare sui cannoni di fuoco mediatici che aveva in casa, Giorgia Meloni adesso punta sul sostegno di una vasta rete che ha il fulcro nei giornali di Angelucci: il Tempo, Libero e il neo acquisto del Giornale rilevato proprio dalla famiglia Berlusconi, che ne detiene oggi solo una quota di minoranza.
Ma Meloni può contare anche su direzioni di Tg Rai e su buona parte di conduttori e di programmi a Rete4. Un sistema di comunicazione ispirato alla galassia populista trumpiana che in America ruotava attorno a Steve Bannon insieme alla Fox. E non a caso tra i nuovi editorialisti del Giornale a trazione Angelucci ci sarà l’ex segretario di Stato di Donald Trump, Mike Pompeo.
Angelucci ieri ha dato il via libera al valzer di poltrone nelle direzioni del suo gruppo editoriale che, come sostiene, «sarà riferimento del centrodestra e anche critico». Di certo prima dell’ufficializzazione dei passaggi ha fatto una visita a Palazzo Chigi, insieme al figlio, per illustrare i piani editoriali alla presidente del Consiglio.
Non proprio una visita di cortesia, ma la conferma di una certa sintonia. Non è un caso che l’ex portavoce di Meloni, Mario Sechi, andrà adesso a dirigere il nuovo Libero: giornale che diventerà sempre di più, secondo i rumors in casa meloniana, il riferimento di Fratelli d’Italia e sarà la punta avanzata dell’area populista di destra cavalcata da Meloni in campagna elettorale e anche nel primo anno al governo. Con Sechi andrà come direttore editoriale Daniele Capezzone, ex portavoce forzista che ha preso la via della destra a trazione Meloni: firme fisse saranno anche quelle di Pietrangelo Buttafuoco, Annalisa Chirico, Giordano Bruno Guerri e Marco Patricelli.
Al Giornale invece Angelucci ha messo al vertice come direttore responsabile Alessandro Sallusti e come direttore editoriale Vittorio Feltri.
Nelle intenzioni del patron dell’editoria di destra il quotidiano fondato da Indro Montanelli dovrà assumere il ruolo di foglio che parla ai moderati del centrodestra, all’area centrista che una volta aveva come stella polare unica Forza Italia e adesso si è sparpagliata anche tra Lega e FdI. Ma il vero riferimento resta comunque Meloni: non a caso sbarca sul giornale anche il vignettista preferito di Giorgia, Federico Palmaroli in arte Osho.
La presidente del Consiglio nella sua rete di riferimento mediatico può contare poi su altre pedine piazzate in posti chiave e che in questi mesi stanno dando i risultati da lei sperati: come Gian Marco Chiocci, nominato alla guida del Tg1, il telegiornale dell’ammiraglia Rai. Ma anche il direttore del Giornale Rai Francesco Pionati, nominato in area Lega, dicono si stia spostando verso il vertice di Palazzo Chigi.
Mentre su Rete4, con il via libera della famiglia Berlusconi, il compagno di Meloni, Andrea Giambruno, è stato promosso alla guida di un programma.
E confermatissimi in casa del Biscione sono anche i talk guidati da conduttori che sanno parlare alla pancia del Paese: da Mario Giordano a Paolo Del Debbio. Conduttori che piacciono tanto a Matteo Salvini, ma ultimamente anche alla presidente del Consiglio.
(da La Repubblica)
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