NELLA MULTA AI POVERI CHE FRUGANO NELL’IMMONDIZIA C’E’ LA SUMMA TEOLOGICA DEL PICCOLO BORGHESE LEGHISTA CHE HA FATTO CARRIERA CONTROLLANDO I CONTENITORI DEI RIFIUTI
IL SENSO DEL DECORO E’ SOLO QUELLO DI “RESPINGERE” GLI IMMIGRATI E I POVERI AI MARGINI DEL SALOTTO BUONO DELLA CITTA’ IN MODO DA RENDERLI INVISIBILI PER I BUONI BORGHESI CHE NON SI SCANDALIZZANO PER I VERTICI DEL PARTITO SOTTO PROCESSO PER PECULATO
I maggiori quotidiani nazionali in questi giorni hanno ripreso, con commenti tra l’indignato e il sarcastico, l’iniziativa del Comune di Genova di multare con 200 euro i poveri che frugano nei cassonetti alla ricerca di cibo e di verdure di scarto.
L’ineffabile sindaco delle multinazionali farmaceutiche che ama citare la Svizzera ha dovuto fare, di fronte alle critiche, un parziale passo indietro, specificando che “verrà usata umanità “, concetto peraltro sconosciuto alla giunta che degnamente presiede, come dimostrato in molte altre occasioni.
Una per tutte, aver sistemato dei ridicoli “dissuasori” per impedire che qualche clochard possa utilizzare i gradoni di Piazza Banchi per riposare.
Una spesa inutile perchè, basta vederli, non impediscono affatto la possibilità di stendersi, anzi garantiscono un’ottimo sistema anticaduta, colmo dell’umorismo involontario.
Secondo il suo vate leghista Garassino, assessore all'(in)sicurezza della città la multa ai poveri che frugano nei cassonetti deriva dal fatto che “chi cerca cibo finisce per lasciare i rifiuti a terra e questo è un richiamo per i ratti”.
Insomma si tratta sempre, da qualsiasi parte la si commenti, di topi da fogna.
Quello che non conoscono i giornali nazionali è però come questo Garassino è arrivato a fare l’assessore e come la sua carriera sia legata ai contenitori di rifiuti di Piazza della Vittoria, senza i quali non avrebbe mai attirato l’attenzione dei maggiorenti locali della Lega (segretario regionale e assessore sotto processo per peculato, presidente del Consiglio regionale sotto processo per peculato, entrambi nominati adesso parlamentari per sfuggire, in caso di condanna, alla decadenza prevista dalla legge Severino).
Con il Civ di Piazza della Vittoria, con la rumenta che trabordava dai contenitori e le piantine dei commercianti sofferenti, Garassino ha costruito la sua carriera politica, quindi di bidoni della spazzatura ha una nota dimestichezza, altro che raccolta differenziata.
Da quando è stato nominato assessore non ha concluso una mazza, ma sui giornali c’e’ finito per aver vietato tutto e l’incontrario di tutto, a seconda degli imput che gli pervengono dai commercianti.
In realtà il divieto di cercare nei cassonetti aveva solo uno scopo: quello di multare gli immigrati che cercano cibo e qualcosa da riciclare.
Ma Garassino è rimasto fregato, perchè non ha considerato che molti dei “frugatori” sono italiani.
A quel punto non poteva dire che la finalità della delibera era “razzista” e ha dovuto incassare per non apparire quello che vieta di frugare anche ai poveri italiani (prima gli italiani!!!)
Tutto in nome del decoro del buon borghese genovese che schermerebbe persino il sacchetto della rumenta per non fare vedere al vicino cosa consuma tra le mura di casa.
Una vicenda sui cui Gilberto Govi avrebbe costruito un capolavoro teatrale con un contorno di caratteristi ed ebeti.
Restano i poveri, peccato che non possiamo deportarli in Svizzera.
Ma magari Bucci può far valere le sue conoscenze a Ginevra.
Leave a Reply