“NON COSÌ MODERATA, DOPO TUTTO”: “THE ECONOMIST” STRONCA LE AMBIZIONI DELLA MELONI DI RIPULIRSI DAL PASSATO
“I FRATELLI D’ITALIA NON SI RIFANNO AI CONSERVATORI BRITANNICI, MA AL NAZIONALISMO STATALISTA DEL FASCISMO”
Agli ammiratori di Giorgia Meloni e del suo partito, Fratelli d’Italia, piace descriverli come “conservatori latini”, non più radicali, per dire, dei Tory britannici. Nella maggior parte dei casi, il primo ministro italiano si è infatti dimostrato pragmatico e rassicurante, da quando è entrato in carica lo scorso anno. Ma il paragone ignora due differenze significative: una diffusa ostilità tra i Fratelli verso la diversità sociale, sia etnica che sessuale; e una profonda sfiducia nei confronti del libero mercato e un entusiasmo per un vigoroso intervento statale.
Entrambe le differenze sono emerse nelle ultime settimane, provocando spaccature aperte nella coalizione di governo, che comprende anche la populista Lega Nord e il partito più liberale Forza Italia.
L’ultima polemica è scoppiata dopo che Roberto Vannacci, generale dell’esercito in servizio ed ex comandante della brigata italiana di paracadutisti d’élite, ha autopubblicato un libro polemico inveendo contro “la dittatura delle minoranze”. Secondo il punto di vista del generale, essa include femministe, ambientalisti e persino gruppi per i diritti degli animali.
Il suo libro è offensivamente omofobo (si lamenta di non poter più usare termini come gli equivalenti italiani di “frocio” e “ricchione”) e profondamente razzista (scrive di Paola Egonu, la stella della pallavolo nera ma italiana dalla nascita, che “le sue caratteristiche fisiche non rappresentano l’italianità”). Alcune delle parole più calorose del generale sono riservate alla Russia di Vladimir Putin, dove ha prestato servizio presso l’ambasciata italiana.
L’esercito si è dissociato rapidamente e pubblicamente dalle opinioni del generale. Così ha fatto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, che le ha definite “deliranti”. Vannacci è stato sospeso dall’incarico di capo dell’istituto geografico militare e Crosetto ha annunciato che verrà aperta un’inchiesta.
Sebbene sia stato un fondatore della FdI, Crosetto, a differenza della maggior parte dei membri del partito della sua generazione, non è mai appartenuto al precursore, il defunto Movimento Sociale Italiano neofascista (MSI). Né è mai stato tra i membri dle movimento giovanile del MSI, a differenza della Meloni. “Siamo diversi, e lo siamo moltissimo”, ha osservato dei suoi colleghi di partito in mezzo al tumulto per Vannacci.
I suoi colleghi hanno reso questa differenza abbondantemente chiara. Nessun membro del partito o del governo ha espresso sostegno alla posizione di Crosetto; è stato criticato pubblicamente dai principali membri di Fratelli d’Italia e denunciato furiosamente nelle chat del partito.
Il silenzio del primo ministro è stato assordante. Come ha osservato uno dei critici di Crosetto, il libro del generale Vannacci riflette il pensiero di molti che hanno votato per FdI e i suoi alleati, soprattutto sostenitori della Lega. Il 21 agosto Matteo Salvini, leader della Lega e uno dei due viceprimiministri, ha dichiarato che il generale aveva diritto alle sue opinioni e ha paragonato il suo trattamento a quello di Giordano Bruno, un filosofo del XVI secolo che sosteneva che la terra gira attorno al sole e fu bruciato sul rogo.
Oltre a questo tacito sostegno al razzismo e all’omofobia, l’atteggiamento economico del governo ha iniziato a preoccupare gli investitori. Il 7 agosto Salvini, in sostituzione del primo ministro, ha annunciato che lo Stato avrebbe imposto un’inaspettata tassa del 40% sugli utili maturati dalle banche italiane a causa dei tassi di interesse più elevati. Dopo che il giorno successivo le azioni delle banche italiane sono crollate, perdendo circa 10 miliardi di euro di valore, il governo ha modificato frettolosamente la misura, limitando l’imposta allo 0,1% del totale delle attività del prestatore.
Intanto si profila un altro scontro con il mondo aziendale. La Meloni prevede di fissare limiti all’aumento dei prezzi dei voli tra la terraferma e le isole più grandi d’Italia, Sicilia e Sardegna. Ryanair, la più grande compagnia aerea europea, sostiene che ciò sia illegale ai sensi della legislazione Ue.
Né i dirigenti delle compagnie aeree né i banchieri avrebbero dovuto essere troppo sorpresi. Il manifesto elettorale di Fratelli d’Italia, nel 2022, era anodino nei confronti del settore finanziario. Ma il suo programma ufficiale negli anni precedenti era stato apertamente ostile.
Fdi ha richiesto una commissione parlamentare d’inchiesta su scandali bancari non specificati; la separazione del settore bancario al dettaglio da quello di investimento; e un tetto ai dividendi e agli stipendi delle banche che hanno ricevuto finanziamenti pubblici. Anche le compagnie aeree straniere avrebbero potuto aspettarsi brutte notizie da un partito che ha fatto del controllo statale delle infrastrutture strategiche un asse centrale del suo programma.
Il populismo economico del governo sembra uno stratagemma per rafforzare la popolarità di FdI dopo che l’economia si è inaspettatamente ridotta dello 0,3% nel secondo trimestre rispetto al primo. E l’imposta bancaria ricostituirà le casse dello Stato in vista di quello che promette di essere un bilancio austero per il 2024. Entrambe le mosse sono del tutto coerenti con le convinzioni del partner senior della coalizione.
I Fratelli d’Italia non si rifanno, come i conservatori britannici, ai conservatori laissez-faire come Edmund Burke; le loro radici ideologiche affondano nel nazionalismo statalista che caratterizzò il fascismo. La Meloni ha pubblicamente appoggiato la tassa bancaria e ha affermato che era stata una sua idea fin dall’inizio.
Naturalmente, il suo partito non è l’unico al governo. La tassa sulle banche può aver fatto piacere alla Lega, ma ha sconvolto il vice primo ministro di Forza Italia, Antonio Tajani. Si è lamentato di non esserne stato nemmeno informato in anticipo. Prima delle elezioni che portarono la Meloni al potere lo scorso anno, il defunto Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia, cercò di sedare i dubbi dei governi e degli investitori stranieri sostenendo che il suo partito avrebbe temperato gli istinti populisti dei suoi partner di coalizione.
Una lezione che abbiamo imparato dalla sorprendente estate italiana è che Forza Italia, nei sondaggi sotto l’8% (rispetto al 9% per la Lega e al 29% per i Fratelli), non è nella posizione di fare nulla del genere. Un’altra è che se la Meloni cominciasse a sembrare troppo moderata, Salvini sarebbe felice di aggirarla a destra.
(da The Economist)
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