OGGI LA MELONI E SALVINI LITIGANO SUL CASO MENIA: SULL’EX FLI C’E’ IL VETO DI GIORGIA
NON SI SA PIU’ SE RIDERE O PIANGERE: LA LEGA RIPESCA L’EX FINIANO, LA MELONI: “NON VOGLIAMO RICICLATI E TRADITORI”
Da Trieste, la leader di Fdi ha rottamato dalla storia della destra ogni traccia di Fini. Nella stessa città , che ha ospitato il secondo congresso nazionale di Fdi, il segretario della Lega Nord ha ripescato un finiano. Di cui si erano perse le tracce da tempo.
L’ultimo acquisto in casa leghista è Roberto Menia: un irriducibile dell’ex leader di An, approdato nel Carroccio grazie all’intesa con il movimento nazionale per la sovranità , fondato da Francesco Storace e Gianni Alemanno.
Movimento politico di cui il triestino Menia è vicesegretario nazionale.
Menia dopo la disfatta elettorale del 2013, lha traghettato Futuro e Libertà , il partito fondato da Fini all’indomani della rottura con Silvio Berlusconi, fino allo scioglimento. Diventandone di fatto il liquidatore.
Roberto Menia è l’uomo che l’ex presidente della Camera ha piazzato nel Cda della fondazione che gestisce il patrimonio di An, in cui siedono anche Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri.
L’ingresso di un ex finiano nella Lega Nord è un problema relativo per Salvini, gli è utile per portare voti al candidato a governatore della Regione, Massimiliano Fedriga, mentre Forza Italia punta su Riccardi.
Semmai un problema di coscienza dovrebbe averlo Menia, una vita a fare il nazionalista, a scegliersi certa compagnia fino a ieri secessionista. Ma il richiamo della poltrona evidedntemente è più forte della coerenza.
Ma il nome di Menia è visto come il fumo negli occhi dall’alleata Meloni. Che da Trieste ha chiuso le porte del centrodestra ai traditori.
L’imbarazzo per il leader del Carroccio è un dato di fatto: non è un caso che Salvini abbia deciso di non mettere la propria faccia, spedendo avanti il braccio destro Giancarlo Giorgetti nella conferenza stampa a Montecitorio per ufficializzare l’adesione alla Lega di Storace, Alemanno. E dell’ex finiano Menia.
Ma c’è un altro aspetto da non sottovalutare: l’alleanza con Fratelli di Italia, che ora può subire pesanti contraccolpi.
L’avvertimento della Meloni è stato chiaro: «Le alleanze si faranno, solo se ci saranno le condizioni. In caso contrario seguiremo un’altra strada».
Strada che porta alla corsa solitaria. Il leader di Fdi vuole garanzie anche sui profili dei candidati. Garanzie che non riguardano solo la fedina penale ma il veto su riciclati e traditori.
Al primo posto della lista «nera» della Meloni ci sono i finiani tra cui Menia. Ma lo stop riguarda anche gli ex An come Storace e Alemanno.
Giorgia Meloni ha posto un paletto invalicabile sulle candidature: nei collegi uninominali, in cui la coalizione correrà unita, Fratelli d’Italia non appoggerà mai una candidatura di Storace o Alemanno. E nè tantomeno quella del finiano Menia.
La patata bollente è ora nelle mani di Salvini che dovrà decidere, se rompere l’asse con la Meloni o rinunciare ai voti degli ex finiani.
(da agenzie)
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