ORA SPUNTA LA LISTA DEI POSSIBILI TRADITORI DI BERLUSCONI
SCHIFANI: “SE ANDIAMO ALLA ROTTURA, IL GRUPPO CHI LO TIENE? NON C’E’ PIU’ LA COMPATTEZZA DI UNA VOLTA”
In pubblico uniti, dietro le quinte tutt’altro.
Adesso neanche più così. volano schiaffoni.
Falchi e colombe del Pdl, al di là della linea unitaria dettata dal segretario Angelino Alfano dopo il vertice di Arcore, continuano a dirsene di santa ragione.
All’indomani del summit in cui sono state decise le azioni del partito sul futuro politico del Cavaliere, nel Popolo della Libertà c’è chi continua a marcare le differenze, interpretando le decisioni di Berlusconi come un successo della propria corrente interna.
“E’ finita. Il governo cadrà ”, annuncia trionfante Daniela Santanchè.
Ma le preoccupazioni restano sui banchi di Palazzo Madama dove i traditori potrebbero essere più di venti: “Se si rompe tutto”, commenta il capogruppo Renato Schifani, “chi terrà il gruppo?”.
Tra i sospettati ci sono i volti nuovi, chi è stato infilato in lista all’ultimo minuto e chi il posto da senatore non potrà più averlo: una lista di nomi sempre più concreta e che preoccupa il Cavaliere.
Ha vinto apparentemente la linea dura, ma la compattezza continua a preoccupare il Cavaliere. Se Enrico Letta dovesse arrivare in Senato a chiedere i voti per restare, tutto il Pdl gli volterà le spalle?
Non ne è così convinto il capogruppo a Palazzo Madama Renato Schifani. ”Io”, ha spiegato a il Messaggero, “guido il gruppo dei senatori. E voglio dirvi che non abbiamo un gruppo compatto come quello del 2006. Se andiamo alla rottura e non c’è la sicurezza dell’esito elettorale, il gruppo chi lo tiene?”.
Non ha fatto i numeri Schifani, ma sono circa venti i politici “ballerini” che potrebbero sostenere un Letta bis.
Tra questi gli eletti a sorpresa, quelli che sono arrivati all’ultimo momento a sedere sui banchi del Senato e quelli che una posizione come quella, se si torna alle urne non la potranno più avere.
E secondo il Messaggero, c’è pure una lista dei nomi sospetti: Giovanni Billardi, senatore calabrese finito nel gruppo Gal che difende l’importanza di non far cadere il governo, o il pugliese Pietro Iurlaro, Pippo Pagano, Salvatore Torrisi, Francesco Scoma, Antonio Milo, Vincenzo D’Anna, Pietro Langella, Ciro Falanga o Giuseppe Ruvolo.
Senza dimenticare i siciliani inseriti all’ultimo momento nelle liste campane dopo il caso Cosentino.
Ipotesi che girano nei corridoi di palazzo Madama, ma che Berlusconi sa che deve tenere bene in conto.
Soprattutto una volta che Napolitano farà l’appello all’unità nazionale e alla responsabilità delle larghe intese.
E le accuse scatenano subito le prime smentite di D’Anna, Milo, Langella e Falanga. Tutto secondo la prassi, insomma.
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