ORGOGLIO SARDO: DONNA, MANAGER E CON IL “QUID”
CHI E’ ALESSANDRA TODDE, IL CERVELLO IN FUGA CON CAZZIMMA
Più che con l’accusa di essere la quinta colonna del centrodestra, Renato Soru lo ha messo a cuccia come Grazia Deledda al tempo della vittoria del premio Nobel, aveva liquidato l’invidia di Luigi Pirandello: “Tutto potrà forse essere vinto per mezzo dell’amore e della buona volontà”. Alessandra Todde non è tipa da battaglia nel fango, ma la misura nei toni non fa velo alla sua determinazione per non dire cazzimma.
Di lei Pier Luigi Bersani dice che è un perfetto mix di “sardità e innovazione”. L’attuale segretaria del Pd Elly Schlein ha invece riconosciuto nella sua stessa candidatura quel quid che serve come il pane all’unità del centrosinistra: competenza più che appartenenza. Musica per le orecchie di Giuseppe Conte: il profilo di Todde, già da lui indicata come sottosegretaria e poi viceministra oltre che sua vice nel M5S, incarna idealmente la classe dirigente pentastellata che vuole essere il suo marchio di fabbrica.
Nuorese, classe 1969, famiglia democristiana, nonno finito al confino e dunque strutturalmente antifascista, Alessandra Todde è però soprattutto orgogliosamente sarda. Al cubo in quanto sarda di nascita e di ritorno. “Ho vissuto gran parte della mia vita tra l’Italia e l’estero, lavorando in otto Paesi diversi, tra cui Stati Uniti, Spagna, Inghilterra, Francia, Olanda, occupandomi di tecnologia, energia e finanza per poi rientrare stabilmente in Italia nel 2018. Parlo 4 lingue, tra cui il sardo. Mi sono subito resa conto di quanto siano importanti e indispensabili, soprattutto in politica, competenze, capacità di gestire complessità e dedizione al lavoro. Con questi strumenti e i valori che ho ricevuto dalla mia famiglia, ho deciso di iniziare la mia nuova avventura personale e umana” si legge in una sua bio pubblicata cinque anni fa sul sito del Movimento 5 Stelle. Nel 2019 Luigi Di Maio aveva pensato a lei, allora manager di Olidata, come innesto di lusso: capolista all’Europee nella circoscrizione isole anche se poi il seggio non era scattato. Poco male.
Todde era stata nominata sottosegretaria nel governo Conte-2 e poi viceministra allo sviluppo nel governo Draghi fino alla candidatura, da ultimo, alla Camera per le elezioni del 2022. Incarichi onorati sempre con lo stesso piglio dimostrato anche durante la corsa per la successione a Christian Solinas.
“La Sardegna non è un laboratorio e i sardi non sono delle cavie” ha detto a una settimana dalla chiusura dei seggi cercando di riportare sui temi regionali il dibattito della campagna elettorale che l’ha vista contrapposta al sindaco di Cagliari, il meloniano Paolo Truzzu. Che ha sfidato a misurarsi sul merito: “Dobbiamo definire quali politiche industriali vogliamo. Abbiamo proposto un’agenzia che si occupi di attrarre investimenti, perché serve mantenere quelli che già ci sono e creare leve di competitività”.
E ancora. “Serve guardare alle nuove filiere: un polo nazionale per le bonifiche perché i problemi diventino opportunità. Penso al Sulcis e a ciò che si può fare con le nuove tecnologie sfruttando gli scarti minerari per l’estrazione di terre rare”.
E che dire dell’autonomia? “Lo statuto sardo va attuato sulla cultura, sull’insegnamento della lingua e della nostra storia affinché i nostri ragazzi capiscano chi sono e da dove vengono. Sull’istruzione potremo fare da subito una legge quadro in deroga ai parametri nazionali, potremo agire sulla produzione di energia e su altre prerogative primarie sulle quali la Sardegna può finalmente esercitare la sua specialità, cosa che non ha fatto fino a questo momento”.
Questo dopo essersi lavorata il terzo incomodo, ossia il fondatore di Tiscali: “Soru rappresenta la decima lista a favore di Truzzu. Non ha alcuna possibilità di essere eletto: ci sono due coalizioni in campo, quella che vuole portare avanti la continuità e quella che chiede il cambiamento”.
(da ilfattoquotidiano.it)
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