ORMAI E’ TUTTI CONTRO TUTTI: SETTE CANDIDATI A ROMA PER IL CENTRODESTRA
E ORA RISCHIANO DI SALTARE ANCHE LE ALTRE CITTA’
Di fronte ai misteri che trascendono ogni logica le cose sono due: o ci si arrende, oppure si ingaggia una lotta sforzando e allungando al massimo l’umana comprensione.
Prima di arrenderci, noi vogliamo compiere gli estremi tentativi di capire le ragioni del caos del centrodestra a Roma.
Oggi, salvo una sorpresa clamorosa (e non sarebbe di certo un inedito) Giorgia Meloni annuncerà la sua candidatura a sindaco di Roma.
E dunque si aggiungerà a Francesco Storace, Guido Bertolaso e Alfio Marchini, oltre ai candidati dell’area ancora più a destra.
Una scelta tardiva per una candidata che tre mesi fa avrebbe messo daccordo tutti evitando le comiche dell’ultimo mese.
Noi ci chiediamo perchè. Perchè si è decisa soltanto adesso, dopo che un mese fa aveva esplicitamente escluso di correre considerando la propria condizione di giovane donna in dolce attesa.
Perchè il lasso di tempo intercorso è stato impiegato in un centrifugato di nomi dai profili più disparati, alimentando inutile gossip politico e disagio fra partiti e gruppi all’interno di essi.
Ora, invece, dopo settimane di esasperazione, dopo patti formalizzati (il comunicato stampa Berlusconi-Salvini- Meloni a sostegno di Bertolaso lo era) e poi stracciati, invece la strada del Paese rischia di essere smarrita.
Facendo cadere, l’una dopo l’altra, tutte le intelaiature di coalizione che si stavano formando a fatica. Da Napoli a Bologna, fino a Torino. E Milano chissà .
Insomma, sta saltando tutto, proprio nel momento in cui ci sarebbe bisogno di fornire all’elettorato di centrodestra, che non vota per ideologia ma per programmi, un saggio di responsabilità .
E noi ci chiediamo perchè, senza trovare risposta.
Almeno che non sia questa: una manovra di Matteo Salvini e Giorgia Meloni per spingere Berlusconi alla marginalità . Altri ci hanno provato, negli scorsi anni, e non è andata loro benissimo.
E vogliamo escludere che poi Salvini faccia fare alla Meloni la fine già riservata a Marchini e Bertolaso.
L’operazione comporta rischi evidenti: che facendo flop un po’ dappertutto, addirittura con il probabile (a queste condizioni) naufragio elettorale della leader di uno dei tre partiti della coalizione, verrebbero giù tutti i fondamenti politici degli ultimi vent’anni e scapperebbero via gli elettori.
Siamo sicuri che chi si frega le mani per diventare – dopo il disastro – leader indiscusso della coalizione, sia pronto a far pagare a tutti, se stesso compreso, questo prezzo?
Gian Marco Chiocci
(da “il Tempo”)
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