ORMEA, L’INSULTO ALLE DONNE E L’INDIGNAZIONE PER LA RISATA DI SALVINI
IL VIDEO IN CUI SALVINI MOSTRA UN CARTELLO RAZZISTA CHE DEFINISCE “TROIE” LE DONNE DEL PAESE ORA FINISCE IN TRIBUNALE CON RICHIESTA DANNI… E’ RIMASTO SULLA PAGINA FB DELLA LEGA
«A Ormea i rifugiati sono una risorsa (ha detto il signor sindaco) lo possono testimoniare alcune troie del posto che fino ad ora hanno usufruito di queste risorse»: un cartello che recita questa frase in mano a Matteo Salvini sta facendo discutere un intero paese e non solo.
Il video in questione risale a novembre 2016, quando il leader del Carroccio arrivò al mercato di Mondovì per un appuntamento elettorale: il filmato è sempre stato sulla pagina Facebook della Lega, ma è salito all’attenzione pubblica solo in questi giorni, quando un abitante di Ormea ha tirato fuori il selfie con il cartello incriminato, fino ad allora custodito gelosamente nel suo cellulare, per vantarsene in alcuni gruppi WhatsApp del territorio.
La foto ha fatto il giro della vallata, moltiplicando le condivisioni da una chat all’altra e facendo scattare l’indignazione delle donne dello splendido borgo della Val Tanaro. A consegnare il foglio a Salvini è stato un militante della Lega, anch’egli ormeese, in evidente polemica con le decisioni del sindaco Giorgio Ferraris in materia di immigrazione: nella clip si vede l’attuale vicepremier, allora senza incarichi istituzionali, leggere ad alta voce il messaggio e ridacchiare con i suoi sostenitori.
A Ormea ora non si parla d’altro e tra gli abitanti c’è chi invoca la class action per d’anni d’immagine.
Un gruppo di donne del paese sta preparando una mobilitazione per far sentire la loro voce e qualcuna di loro si è persino rivolta al Presidente della Repubblica scrivendo una lettera di denuncia.
Il Comune si sta già muovendo: «Stiamo valutando azioni legali, nonchè ogni altra iniziativa volta alla tutela dei nostri concittadini, uomini e donne, che sono stati pesantemente insultati e denigrati – ha detto al Secolo XIX Serenella Omero, avvocato e consigliere comunale di Ormea – Continuiamo a difendere quanto abbiamo fatto e continueremo a fare nell’accoglienza dei richiedenti asilo».
Quella dei migranti a Ormea è una vicenda dal passato tortuoso: tutto era iniziato quasi quattro anni fa, quando alla notizia dell’arrivo di 30 migranti si era scatenato il panico: il paese, che conta 1.600 anime, era così finito sulle cronache nazionali per le barricate che avevano promesso di alzare gli abitanti, disposti a organizzare una colletta per dare a un albergatore del posto i cinquantamila euro che altrimenti avrebbe ricevuto dallo Stato per ospitare i profughi.
Ma il tempo ha dato ragione al sindaco Ferraris: l’esperimento di inserimento dei migranti sotto la tutela del Comune ha funzionato senza intoppi e adesso i ragazzi ospiti nel ricovero del paese sono a tutti gli effetti parte integrante della comunità cittadina e hanno lavorato alla sistemazione e alla pulizia dei sentieri dei 30 km della balconata, dopo le varie frane, alluvioni e smottamenti degli inverni scorsi.
Anche lo scrittore e magistrato Gianrico Carofiglio è intervenuto sulla vicenda postando un tweet con la foto in questione: «Prego di leggere il cartello. Non si tratta di Photoshop, è disponibile l’intero video (spettacolo per gente con i nervi saldi) – scriveva ieri sera Carofiglio sul suo profilo Twitter – Questo signore è il Ministro dell’Interno della Repubblica Italiana. E naturalmente la Lega non è razzista».
A 24 ore dalla pubblicazione, il tweet ha ottenuto 4900 like e 2300 retweet.
(da “il Secolo XIX“)
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