OSSESSIONE: DI MAIO ATTACCA ANCORA I GIORNALI, VIETATO CRITICARE IL PORTAVOCE DEL PARTITO AZIENDA
IL BUFALARO CHE ACCUSA IL MONDO INTERO DI DIFFONDERE NOTIZIE NON VERE SOLO PERCHE’ RACCONTANO LA VERITA’ SU UN GOVERNO CHE PORTERA’ IL PAESE ALLO SFASCIO
Dal varo del Def nella narrazione del governo gialloverde, in particolare sponda Cinquestelle, è partita la sindrome dell’accerchiamento: dell’Europa, dell’opposizione, dei media.
Tanto forti da aver paura di tutto e tutti, paradossalmente.
Da 48 ore Luigi Di Maio ha preso ad augurare l’archiviazione di questa Europa, “tra sei mesi sarà finita”, e anche la fine dei giornali, quelli che secondo lui lo attaccano con fake news, menzionando quelli del gruppo Gedi.
“Io – ha aggiunto in queste ore Di Maio – ho solamente detto che i giornali perdono lettori perchè continuano a diramare notizie false. Se qualcuno può smentire che i giornali continuino a vendere meno copie di anno in anno lo faccia”.
L’altro giorno Erdogan, il presidentissimo turco che non viene annoverato tra i più sinceri amanti della libertà di stampa, per stare nell’eufemismo, ha dichiarato che democrazia e media non possono coesistere.
“Ho constatato con i miei occhi – ha detto Erdogan – che ci sono Paesi potenti, ma governati dai media e non dai rispettivi leader. Ogni volta che parlavo con loro mi sentivo rispondere, ‘ma i nostri media dicono questo’, e io rispondevo loro che mi interessa l’opinione della loro gente, non delle loro tv”.
Naturalmente, sono solo esempi di un paese lontano. Ma in epoca di democrazia disintermediata un po’ si finisce per leggere in filigrana e ci si preoccupa.
A Di Maio fa sponda il sottosegretario Vito Crimi, con delega all’editoria, che sottolinea come in Italia ci siano troppe agenzie e che nel 2019 qualcosa si dovrà fare.
In nessuna fase recente un governo ha avuto un consenso come quello attuale, oltre il 60%. La democrazia lo consente.
Allo stesso modo, la democrazia prevede, per fortuna, i guardiani del potere, i media, con leggi che ne determinano gli ambiti, tra l’altro e per fortuna.
Mancano sette giorni al giudizio dell’Europa politica sul Def. Tra poche ore arriva quello dei mercati. Non sarà tutta colpa dei giornali se qualcosa dovesse andare storto alla narrazione di Di Maio.
Non sarebbero fake news, ma fatti.
(da “Huffingtonpost”)
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