PD AL BIVIO TRA ABUSI E CONDANNE: CHI RESTA E CHI VA.
DUE DECIDONO DI LASCIARE, ALTRI TRE VENGONO CACCIATI MA RESTA IN LISTA CHI AL TELEFONO ERA COMPLICE DELL’ILVA E ANCHE I CAMPIONI DI CONFLITTI DI INTERESSE.
È finita 5 a 6.
Dopo due settimane di polemiche, il Partito democratico ha deciso di escludere tre candidati, mentre altri due si sono fatti da parte da soli.
Fuori dalle liste i siciliani Vladimiro Crisafulli e Antonio Papania, nonchè il campano Nicola Caputo.
Esclusi — ma senza aspettare la decisione dei garanti — anche Nadia Brembilla e Antonio Luongo.
Tra le file del Pd, però, restano alcuni candidati scomodi.
Per esempio quel Ludovico Vico che al telefono con i vertici dell’Ilva voleva far “sputare il sangue” al suo compagno di partito ambientalista, Roberto Della Seta.
O quell’ex sindaco di Messina, Francantonio Genovese, che ha talmente tanti interessi in città che gli hanno trovato un soprannome ad hoc.
Ecco chi si prepara al Parlamento e chi ha dovuto dirgli addio.
BOCCIATO ANTONIO PAPANIA
Era secondo in lista per il Senato ma non ci sarà . Ha patteggiato una condanna a 2 mesi per abuso d’ufficio. E c’è un rapporto dei Carabinieri secondo cui ha orchestrato assunzioni e affari sui rifiuti.
PROMOSSO LUDOVICO VICO
Sarà in lista invece il democratico tarantino intercettato nell’inchiesta Ilva. Diceva al telefono con l’azienda: “…lì alla Camera dobbiamo fargli uscire il sangue a Della Seta (il suo collega di partito ambientalista, ndr)”.
PROMOSSO GIOVANNI LOLLI
Il deputato abruzzese ha avuto un capo di imputazione per favoreggiamento nell’inchiesta sui presunti abusi della missione Arcobaleno. La Procura chiese il rinvio a giudizio, ma è arrivata prima la prescrizione.
BOCCIATO VLADIMIRO CRISAFULLI
Potentissimo esponente del Pd siciliano, è in Parlamento dal 2006 ma non ritornerà . È nel mirino della magistratura per i suoi rapporti con il boss di Enna, Bevilacqua (archiviato) e per abuso d’ufficio.
BOCCIATO NICOLA CAPUTO
È indagato da pochissimi giorni, da quando cioè la Procura di Napoli ha scoperchiato la truffa dei rimborsi gonfiati del consiglio regionale della Campania. La sua corsa verso il Parlamento finisce qui.
PROMOSSO ANDREA RIGONI
Un abuso edilizio gli è costato una condanna in primo grado a 8 mesi. Ma il reato è stato prescritto. E per Rigoni la questione è chiusa. Nella prossima legislatura, il democratico toscano sarà parlamentare.
PROMOSSO NICODEMO OLIVERO
Parla di bancarotta fraudolenta il Tribunale di Roma che ha incrociato il nome di Oliverio nel-l’inchiesta sulla cessione di Palazzo Sturzo. Il democratico calabrese, già tesoriere della Margherita, tornerà alla Camera.
RINUNCIA ANTONIO LUONGO
Accusato di corruzione per un appalto all’Asl di Matera, assunzioni e contributi elettorali. In un video viene immortalato mentre “tratta” la sua nomina al Copasir con un ex agente del Sisde.
PROMOSSO FRANCANTONIO GENOVESE
Ex sindaco di Messina, campione di conflitto di interessi. Uno su tutti, l’incarico da azionista della Caronte, la società dei traghetti nello Stretto controllata da Pietro Franza. Anche alla Camera lo chiameranno “Franzantonio”.
PROMOSSO UMBERTO DE CARO
Ex socialista craxiano, ora di mestiere fa l’avvocato dell’ex ministro Mancino nel processo sulla trattativa. Da consigliere comunale a Benevento, ha avuto una condanna dalla Corte dei conti.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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