PER IL TAR DEL LAZIO I GIORNALISTI DI REPORT NON SONO GIORNALISTI MA “DIPENDENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE” E QUINDI DEVONO RIVELARE LE FONTI
SE TOCCHI UN LEGHISTA ARRIVA IL MAGISTRATO SOVRANISTA… LA RAI FARA’ RICORSO AL CONSIGLIO DI STATO CONTRO LA VERGOGNOSA SENTENZA
Secondo il Tar, la Rai ora “dovrà consentire al ricorrente, entro 30 giorni, l’accesso agli atti e ai documenti”. Non tutti, però, solo quelli che riguardano le richieste fatte dai cronisti di Report a soggetti della Pubblica amministrazione nell’ambito dell’inchiesta. Il servizio in questione è quello sulla Lega e su Mascetti andato in onda nella puntata Vassalli, valvassini e valvassori del 26 ottobre 2020.
“È una sentenza gravissima e anticostituzionale, con la quale si chiede di rivelare fonti giornalistiche”, la reazione di Sigfrido Ranucci, conduttore del programma di Rai3. “Cosa deve fare Mascetti con quegli atti? Vuol sapere chi ci ha rivelato le sue consulenze? Deve venire l’esercito a prendere quegli atti, noi non li daremo mai, tuteleremo le nostre fonti fino alla morte”, aggiunge il giornalista. Il quale poi osserva che “se dovesse passare il principio espresso dal Tar, quale fonte si affiderebbe più a Report o a un altro giornalista del servizio pubblico?”.
In serata, però, la Rai annuncia ricorso. E fa sapere di “aver dato mandato per impugnare davanti al Consiglio di Stato la decisione con la quale l’attività giornalistica, ove svolta dal servizio pubblico, è stata inopinatamente assimilata a un procedimento amministrativo”.
Viale Mazzini, inoltre, “si attiverà in ogni sede per garantire ai propri giornalisti il pieno esercizio della libertà d’informazione e la tutela delle fonti”.
A leggere la sentenza, infatti, l’assunto giuridico su cui si basa la decisione del Tar è che i giornalisti della tv di Stato siano equiparabili a funzionari della pubblica amministrazione e un’inchiesta giornalistica a un procedimento amministrativo. Quindi non sarebbero tenuti al basilare diritto della tutela delle fonti.
Tutto è partito dalla puntata di fine ottobre in cui Report presentò un’inchiesta assai dettagliata sulle molte consulenze che l’avvocato Mascetti ha ottenuto negli ultimi anni da parte della pubblica amministrazione lombarda e, in particolare, da numerosi Comuni della Regione. Secondo l’inchiesta, Mascetti, da sempre vicino alla Lega anche come presidente dell’associazione Terra Insubre, è riuscito ad avere consulenze ben pagate dagli enti locali lombardi proprio grazie alle sue entrature nel mondo leghista.
Numerose, ieri, le reazioni alla sentenza e in difesa di Report.
“Precedente pericolosissimo. Secondo questa sentenza quelli della Rai sarebbero giornalisti di serie B”, dicono in una nota Usigrai e Fnsi. “Grave precedente per la libertà di stampa”, osserva il pentastellato Primo Di Nicola.
E Ranucci incassa la solidarietà anche di Paolo Borrometi, cronista da tempo sotto scorta per le sue inchieste: “La sentenza è un precedente pericolosissimo. Le fonti dei giornalisti non si toccano!”.
(da agenzie)
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