PNRR CHIAGNI E FOTI: COSA POTRÀ MAI ANDARE STORTO CON IL RECOVERY FUND IN MANO A TOMMASO FOTI? GIORGIA MELONI HA DECISO DI ASSEGNARE TUTTE LE DELEGHE CHE ERANO IN CAPO A RAFFAELE FITTO AL CAPOGRUPPO AL SENATO, CHE HA IL SOLO MERITO DI ESSERE UN FEDELISSIMO DELLA FIAMMA MAGICA
L’EPICA GAFFE DI TOMMASO FOTI NEL 2021, QUANDO RIVOLGENDOSI A DRAGHI DISSE: “NOI SIAMO AL SUO FIANCO RISPETTO AL BUON ESITO DELLA CAMPAGNA VAGINALE”
Tutto nelle mani di Tommaso Foti, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera. Giorgia Meloni sembra avere ormai scelto. Al posto di Raffaele Fitto, che si è dimesso per diventare vice-presidente della commissione Ue, la premier è intenzionata a non spacchettare le deleghe (Pnrr, Coesione, Sud, Affari Ue), soluzione che sembrava essere la più probabile all’inizio della scorsa settimana.
Esclusi man mano i vari nomi dal toto-ministri (su tutti, la numero 1 del Dis Elisabetta Belloni), Foti potrebbe giurare già oggi, seguendo uno schema già collaudato da Meloni quando si è trattato di sostituire Gennaro Sangiuliano alla Cultura con Alessandro Giuli. Fuori un ministro di FdI, dentro un suo collega di partito in tempi il più rapidi possibili.
Meloni ha incontrato Foti a Palazzo Chigi mercoledì, lo stesso giorno in cui la premier ha pranzato col presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale. In quelle ore si è deciso per il cambio di strategia: non più deleghe distribuite a ministri e sottosegretari – per il Pnrr si era pensato ad Alfredo Mantovano – ma tutto in capo a un unica persona e senza bisogno di rimpasti, come peraltro avrebbe suggerito lo stesso Fitto.
(da agenzie)
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