PROPRIO PERCHE’ HO RISPETTO DEGLI UOMINI IN DIVISA, IL SAP CHIEDA SCUSA ALLA FAMIGLIA CUCCHI
IL COMUNICATO DEL SINDACATO E’ VILE ED INDEGNO
Quando sento qualcuno – soprattutto se è un ragazzo – chiamare “sbirri” i poliziotti mi inalbero. Sono legalitario e statalista. Non sopporto l’indifferenza sbracata che molti italiani oppongono alle regole.
Esigo rispetto per persone malpagate che rischiano la loro vita per difendere la nostra tranquillità .
Proprio per questo spero che il sindacato di polizia (Sap) chieda scusa del suo comunicato sulla sentenza Cucchi: corporativo, vile, indegno di uomini in divisa.
Alla lettera, il Sap imputa la morte di Cucchi alla sua «vita dissoluta».
Che il ragazzo fosse in custodia di uomini dello Stato, e sia morto nella migliore delle ipotesi per la loro indifferenza, nella peggiore per la loro brutalità , è un concetto evidentemente troppo difficile da afferrare per chi ha scritto quella povera nota.
Si capisce che l’assoluzione dei “colleghi” (parola che ha spesso qualcosa di meschino) possa compiacere il Sap.
Non si capisce come questo compiacimento possa sfociare in una così tronfia e insensibile esultanza per una sentenza che, da qualunque parte la si osservi, non trova verità e non trova giustizia.
Per colpa di quel comunicato ad ogni posto di blocco mi sentirò un po’ meno sicuro, e l’uso della parola “sbirro” mi sembrerà un po’ meno ingiustificato.
Complimenti al Sap.
Michele Serra
(da “La Repubblica”)
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