QUALCHE CONSIGLIO A MISTER FINI: PER VINCERE LA PARTITA BISOGNA ANCHE ATTACCARE E SEGNARE, NON BASTA GIOCARE DI RIMESSA
CONTANO GLI UOMINI A DISPOSIZIONE E IL MODULO, LA “FAME” DI VITTORIE E LA LUCIDITA’ DEL REGISTA, GLI ACQUISTI GIUSTI E LE INVENZIONI DI UN FANTASISTA
Il ritorno in campo, nella veste di allenatore della “destra football club”, dell’ex calciatore Gianfranco Fini, sta suscitando nei tifosi sentimenti diversi: chi, ricordando le sue ultime apparizioni, ha minacciato di disertare lo stadio, chi ironizza sulle sue capacità tecniche e lo aspetta al varco, chi lo ritiene invece l’ultima spiaggia per risollevare le sorti di un club prossimo alla retrocessione, chi infine è possibilista ma vuole vedere prima i risultati.
Un nuovo mister spesso divide la tifoseria: ognuno è legato ai propri ricordi ed è anche naturale che sia così. Come per ogni ex atleta c’è chi di lui rammenta lo strepitoso gol in rovesciata, chi il più improbabile autogol.
Alla vigilia della campagna acquisti che dovrà formare l’ossatura della nuova squadra e della successiva preparazione estiva, ci permettiamo di esprimere qualche considerazione tecnica sulla nuova formazione.
Il mister ha espresso l’intenzione di creare una squadra per “puntare a vincere”, ripartendo quindi da zero.
Come dichiarazione d’intenti è un elemento positivo non voler prendere esempio nè da formazioni passate in cui ha militato da calciatore, nè da squadre abituate a confrontarsi in improbabili tornei con il Kurdistan.
Nessuna intenzione di assimilarsi neanche ai moduli tattici dei dilettanti della Garbatella.
Ma quale staff tecnico supporterà mister Fini nei suoi primi passi?
Non è domanda da poco, perchè se i tifosi dovessero rivedere una riedizione, anche se “dietro le quinte”, di ex spompati o responsabili di retrocessioni clamorose, la fiducia verrebbe meno da subito.
Il tifoso è poi molto attento alla campagna acquisti e al modulo tattico prescelto: questa squadra ha probabilmente bisogno di un regista con le idee chiare, di un bomber che buchi la rete (e il video), di un portiere che sappia contrastare gli attacchi altrui e di un modulo che permetta di correre con raziocinio.
Non è proponendo terzinacci da palla in tribuna che si può sperare nei primi piazzamenti.
Così come conta la capacità di sacrificio e l’agonismo: non ci può certo affidare a chi tira la gamba indietro o a chi pensa solo all’ingaggio e ai premi partita.
E dato che a destra di tirapacchi e spocchiosi, fighetti e “passeristi”, i tifosi ne hanno visti fin troppi, ben vengano le giovani leve che hanno fame di vittorie, non di passerelle.
Il modulo, dicevamo.
Ovvio che non basta stare in difesa, occorre attaccare: per farlo necessita spregiudicatezza tattica e un fantasista in grado di fornire assist.
Occorre, caro mister, “giocare a tutto campo”, non consigliare di puntare su formazioni “civiche” bollite o calciatori ceduti in prestito a squadre dilettanti.
Il monitoraggio dei campi minori (che noi seguiamo con interesse) ci ha portato a conoscere giovani e meno giovani con grosse potenzialità e amore per la maglia: ne esistono tanti che potrebbero, se ben indirizzati, ambire a traguardi di prestigio, ma solitamente vengono snobbati o finiscono per essere disgustati dai giochetti di spogliatoio.
Ultimo consiglio: una squadra fa girare la palla, non attacca a testa bassa da un solo lato, diventerebbe prevedibile.
Non è utile intestardirsi a giocare solo sulla fascia destra, anche un destro può giocare a sinistra e poi rientrare per il tiro o per il cross.
Soprattutto quando l’avversario lascia ampi spazi a sinistra: col taglio giusto ci si propone facilmente davanti alla porta in modo imprevedibile.
Occorre insomma decidere l’obiettivo: per vivacchiare è sufficiente iscriversi al torneo dell’oratorio e vendere ogni anno i pezzi migliori, per aspirare a giocare ad alti livelli occorre tecnica, cuore e giocare a tutto campo.
E saper stupire.
Buona fortuna mister.
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