RAI, LOTT-IZZAZIONE CONTINUA
SPARTIZIONE ANCHE DEI VICEDIRETTORI, UNO RENZIANO E L’ALTRO DI CENTRO: DE SIERVO E LEONE
Il Patto del Nazareno risorge in viale Mazzini. O nella “palude” di viale Mazzini, come la chiama il direttore di Repubblica Ezio Mauro, secondo cui quello che è andato in scena in questi giorni è “solo una lottizzazione asfittica, che imprigiona quel che può della televisione pubblica, rinunciando a governarla”.
La ritrovata intesa tra Renzi e Berlusconi è stata siglata attorno a Monica Maggioni.
Il neo presidente Rai era nella rosa dei nomi graditi a Matteo Renzi, ma di sicuro non la prima scelta.
Il premier — ricostruisce il Messaggero — avrebbe preferito Simona Ercolani, considerata astro nascente del settore televisivo o Antonella Mansi, ex Mps e numero due di Confindustria.
In alternativa, Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria.
Ma per evitare che la trattativa si prolungasse fino a settembre e che i nomi venissero bloccati in vigilanza, si è deciso di puntare su Maggioni, figura di mediazione gradita a Silvio Berlusconi e soprattutto a Gianni Letta.
Ma il nuovo asse con l’ex Cavaliere — rotto durante l’elezione di Mattarella — può tornare utile a Renzi soprattutto in vista della riforma costituzionale e di quella del Senato in cantiere per settembre, in modo da evitare i possibili agguati della minoranza dem.
La svolta che ha portato Monica Maggioni al vertice di viale Mazzini è arrivata dopo una telefonata all’ora di pranzo con l’ex premier e il suo braccio destro.
L’inviata era fortemente voluta dai forzisti ma ha raccolto l’apprezzamento anche di Luigi Fierro e del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.
Ma l’accordo tra Renzi e Berlusconi sulla Maggioni è l’apripista per un’altra intesa: quella su due vicedirettori generali interni che dovranno aiutare il futuro direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, che una foto de ilfattoquotidiano.it immortala al tavolo di un ristorante dei Parioli insieme al neo presidente, nel giorno in cui il cda discute proprio la nomina del dg.
Insomma, altro che “via i partiti dalla Rai” come annunciava il premier in tv quando era sindaco di Firenze.
Da premier, Renzi è in prima linea per la spartizione delle cariche in viale Mazzini. E i social non perdono l’occasione per rinfrescargli la memoria.
Il primo dei due vicedirettori — anticipano il Messaggero e la Repubblica — sarà il fedelissimo renziano, De Siervo, sotto il cui controllo andranno la parte corporate e le società controllate.
Il secondo sarà il centrista e uomo Rai per eccellenza Giancarlo Leone, a cui spetterà curare i contenuti, e tagliare il numero dei talk-show. Le due nomine potrebbero arrivare a settembre.
Quando dovranno essere scelti il nuovo direttore di Raiuno e di Rainews 24, lasciata scoperta dalla Maggioni.
Qui potrebbe arrivare l’inviata di guerra Lucia Goracci, esperta di questioni internazionali.
Poi ci sarà la partita cruciale dei tg generalisti.
A sostituire Bianca Berlinguer al Tg3 potrebbe arrivare l’attuale vicedirettore della rete, Luca Mazzà o il conduttore di Lineanotte Maurizio Mannoni. Al Tg2 Andrea Covotta potrebbe sostituire Marcello Masi.
Ma l’obiettivo di Campo Dall’Orto e Maggioni è quello di accelerare sul processo di accorpamento delle testate giornalistiche che è già iniziato sotto la guida di Luigi Gubitosi.
E arrivare così a un’unica contenitore informativo della Rai e dunque a un solo direttore unico.
Il primo step di questo processo prevede però la nascita di due testate. La prima composta da Tg1, Tg2 e Raiparlamento che potrebbe andare a Mario Orfeo che ha avuto il merito di ridare prestigio al Tg1.
La seconda comprende Tg3, Rainews e il web che potrebbe essere affidata proprio alla Goracci.
A capo di tutta l’informazione Rai verrà messo un “papa straniero”.
Si parla già — anticipa Repubblica — del direttore de la Stampa, Mario Calabresi o dell’attuale direttrice di Sky Tg24, Sarah Varetto.
La tabella di marcia di viale Mazzini è in linea con i principi della riforma Rai di cui si riparlerà a settembre e che darà la delega al governo per riscrivere il testo unico della Tlc e avviare la cancellazione della Gasparri.
A ottobre, invece, verrà approvata la nuova governance e il dg Campo Dall’Orto avrà poteri da amministratore delegato.
“In quel momento di fatto il cda e il presidente conteranno poco o nulla, a comandare davvero sarà un nostro uomo”, confida un renziano a il Messaggero.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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