RENZI INCARNA L’ITALIANO: UN PO’ CON JUNCKER E UN PO’ CON TSIPRAS
CON I SONDAGGI IN CALO RENZI SCEGLI LA “TERZA VIA”
A metà pomeriggio, quando di Grecia oramai avevano parlato tutti i leder europei, anche il presidente del Consiglio italiano ha detto la sua, con un tweet scritto in inglese: «Il punto è: il referendum greco non sarà un derby tra la Commissione europea e Tsipras, ma un derby dell’euro contro la dracma. Questa è la scelta».
Era da tre giorni che Matteo Renzi aveva sospeso il giudizio sulla vicenda greca e alle 16,25 di ieri ha deciso di interrompere il riserbo con un messaggio da «terza via»: l’Italia non sta con la «vecchia» Europa dei burocrati e dei politici tecnocrati, ma neanche col nazionalismo greco che vuole tornare alla moneta nazionale, una prospettiva per la verità mai vagheggiata da Tsipras.
Un messaggio, quello del premier, più cerebrale che lineare: più Renzi-2 che Renzi-1. Ma con un suo perchè.
Col suo tweet, oltre a parlare al resto d’Europa, il presidente del Consiglio punta soprattutto a raggiungere l’opinione pubblica domestica, suo proverbiale rovello.
In cuor suo Renzi spera che i greci nel referendum dicano no a Tsipras (ne teme assai gli epigoni italiani, Salvini e Grillo), ma non vuole dirlo chiaramente per una ragione semplice: il leader greco è il simbolo della discontinuità con la vecchia Europa e Renzi non vuole contrapporsi esplicitamente a lui.
E così nello scontro Ue-Atene (nel quale molti osservatori faticano ad attribuire colpe unilaterali), per il momento Renzi sta un po’ con Juncker e un po’ con Tsipras.
Non rompe con Angela Merkel (che ha sentito in queste ore e che vedrà domani a Berlino),ma non rompe neppure con la fetta di opinione pubblica — sinistrorsa, grillina, leghista — che considera Bruxelles e l’Europa dei burocrati come il male assoluto.
E naturalmente, pur sapendo e confidando, che l’eventuale bancarotta greca possa avere conseguenze serie sul sistema-Italia, per il momento Renzi col suo atteggiamento distaccato, vuole mandare un segnale ansiolitico agli italiani ed è proprio quel che dice in privato: «Dobbiamo mantenere la calma perchè non ci sono ragioni per perderla», «sarebbe sbagliato alimentare allarmismo» e d’altra parte «siamo armati contro le speculazioni» e «la Bce ha dimostrato senso di responsabilità ».
Un Renzi dal profilo basso anche perchè l’uomo è attrezzatissimo nell’intercettare l’aria che sta per tirare e dunque intuisce che Salvini e Grillo non hanno scrupoli nel cavalcare la tigre della paura.
Un fronte quello dei leader anti-sistema che Renzi ha sempre presidiato e tanto più è costretto a farlo in queste settimane.
In termini di consensi la vicenda greca si profila insidiosa e d’altra parte per un leader attentissimo ai sondaggi quella di ieri non è stata una giornata felice.
Nella consueta rilevazione realizzata da Ipsos per il «Corriere della Sera», la fiducia nei confronti di Renzi continua a scendere e attualmente sarebbe attestata al 36% (rispetto all’inizio del 2015 il calo è clamoroso: -14%).
Ecco perchè Matteo Renzi, sul dossier Grecia, è più prudente del solito: non trovare il messaggio «giusto» sull’Europa, significherebbe perdere ancora quota, un «lusso» che il premier non si vuol concedere.
Fabio Martini
(da “La Stampa”)
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