RICCIARDI AVVISA: “MIGLIAIA DI FOCOLAI DI COVID IN ARRIVO”
“QUELLI CHE GIA’ STANNO EMERGENDO NEGLI ULTIMI GIORNI SONO SOLO L’INIZIO”… TRE REGIONI IN PERICOLO CON UN INDICE RT VICINO A 1
Il consulente del ministero della Sanità Walter Ricciardi in un’intervista rilasciata oggi al Messaggero si dice convinto che i focolai che iniziano a moltiplicarsi lungo lo Stivale possano essere solo l’inizio della nuova fase dell’epidemia mentre tre regioni (Lombardia, Lazio e Puglia) hanno un indice Rt che si avvicina pericolosamente a 1:
«Teniamoci pronti a migliaia di cluster. Finora le Regioni hanno risposto bene, ma con un numero limitato di casi è facile. Per l’autunno non basterà il tracciamento manuale realizzato fino a oggi, sarà decisiva la tecnologia. Come l’App Immuni, che funzionerà appieno, però, solo se la scaricherà almeno il 60-70% dei cittadini».
Che succede se si supera questa soglia? Alla Regione Lazio, che ora ha l’indice Rt allo 0,93, fino a qualche settimana fa si ipotizzavano chiusure, se si fosse andati oltre l’1. Quale è la linea del Ministero? C’è un automatismo?
«No, nessun dogma. L’indice Rt è uno dei parametri, sottolinea la dinamica del contagio. Ma non può essere l’unico fattore. Anche perchè quando i numeri sono bassi e c’è un focolaio come quello di questi giorni, è chiaro che l’Rt si alza subito.Per questo non dobbiamo guardare solo a quell’indicatore, ma anche ai numeri assoluti e alla capacità di risposta del sistema sanitario, se si fanno tutti i tamponi necessari per circoscrivere i focolai in tempi stretti».
Quali indicatori farebbero scattare l’allarme?
«Tocca guardare ai numeri assoluti dei casi positivi. Se si ha l’Rt a 0,9 con dieci casi è un conto, se si ha lo stesso indice con mille casi è tutto un altro scenario. Poi è decisiva la capacità di fare diagnosi tempestivamente e la risposta assistenziale sul territorio. Finora le regioni stanno rispondendo bene nel contenere i nuovi cluster. Ma è chiaro che in questo momento, dato il numero estremamente limitato di focolai, è possibile reagire più facilmente.Se si arriva a una situazione di migliaia di cluster, bisogna essere aiutati dal tracciamento tecnologico, altrimenti non si riesce a fronteggiarli. Il tempo e le risorse che si impiegherebbero, sarebbero talmente tanti che non ce ne sarebbe la possibilità ».
Dobbiamo quindi davvero ipotizzare una nuova fase fatta di migliaia di focolai in tutta Italia?
«Noi dobbiamo considerarlo, auspicabilmente per evitarlo, però ci dobbiamo far trovare pronti. Tutti ci auguriamo che, con tutte le misure messe in campo e i comportamenti corretti da parte delle persone,non si arrivi a questa situazione, però normalmente in epoca autunnale-invernale, si sa che tornano i virus respiratori, quello dell’influenza, della para-influenza, le polmoniti e probabilmente anche il coronavirus. Dobbiamo prepararci al fatto che i numeri si alzino. Il tracciamento manuale che si sta facendo in questi giorni è importante, ma è essenziale che venga potenziato col tracciamento tecnologico».
(da agenzie)
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