SALVINI FA ALL-IN SU VANNACCI, O VINCE IL SUO PARTITO, O QUELLO DEI MILITANTI E DEI GOVERNATORI DEL NORD
L’OSTACOLO ALL’OPERAZIONE È LA STESSA LEGA. SONO USCITI ALLO SCOPERTO DIRIGENTI E GOVERNATORI DEL NORD, ANNUNCIANDO CHE NON VOTERANNO NÉ FARANNO VOTARE IL GENERALE. È L’ANNUNCIO DI UNA RESA DEI CONTI
L’unica cosa chiara, dopo l’annuncio della candidatura del generale Roberto Vannacci, è che per la Lega le Europee potrebbero essere un gioco a somma zero: o vince il partito di Matteo Salvini, o l’«altro Carroccio», quello dei militanti e dei governatori del Nord. Il problema è che se perde il candidato del leader, vorrà dire che l’intero partito si ritroverà ai minimi storici da molto tempo.
D’altronde, se Salvini ha fatto una scelta così divisiva, significa che ritiene finito il vecchio modello leghista. Schierarsi a destra di Giorgia Meloni e di FdI vuole dire accelerare una metamorfosi dell’identità e dei valori, che Salvini ritiene obbligata. Ma la scelta rischia di rivelarsi un azzardo.
L’ostacolo all’operazione è la stessa Lega. Sono usciti allo scoperto dirigenti e governatori del Nord, annunciando che non voteranno né faranno votare il controverso generale, tra l’altro contrario all’antifascismo. Ed è la prima volta che «una» Lega si schiera contro un partito identificatosi finora con Salvini. È l’annuncio implicito di una resa dei conti dopo le Europee. Un gioco a somma zero, appunto, nel quale la parola decisiva non sarà quella del capo né dei suoi avversari interni: a decidere sarà il loro elettorato.
(da Corriere della Sera)
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