SALVINI IN FUGA DALL’AULA: LA LINEA DIFENSIVA STA FRANANDO
SCONFESSATO DA CONTE SU SAVOINI E PRESSATO DA DI MAIO E PD, CONTINUA A EVITARE DI RIFERIRE IN PARLAMENTO
Se prima stava cedendo, la linea difensiva di Salvini ora inizia a franare. E la richiesta dell’alleato Luigi Di Maio di chiarire in Parlamento la vicenda Savoini ne è solo la diretta conseguenza.
Lui però continua a ostentare tranquillità , istruendo i suoi a non cedere alle provocazioni che arrivano da giorni dal Pd, e da oggi anche dal Movimento 5 Stelle. Palazzo Chigi ha preso le distanze dal ‘caso Savoini’ che coinvolge la Lega. E in una nota ha fatto “un doveroso chiarimento” sulla cena a Villa Madama organizzata in occasione della visita a Roma, lo scorso 4 luglio, del presidente russo Vladimir Putin. Con la premessa che il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, “non conosce personalmente” Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia-Italia, palazzo Chigi ricostruisce i fatti e precisa che “l’invito del sig. Savoini al Forum è stato sollecitato dal sig. Claudio D’Amico, consigliere per le attività strategiche di rilievo internazionale del vicepresidente Salvini, il quale, tramite l’Ufficio di vicepresidenza, ha giustificato l’invito in virtù del ruolo dell’invitato di presidente dell’Associazione Lombardia-Russia e ha chiesto ai funzionari del presidente del Consiglio di inoltrarla agli organizzatori del Forum. L’invito alla cena del sig. Savoini è poi stata una conseguenza automatica della sua partecipazione al Forum”. Su questo punto ieri lo staff del vice premier aveva dato una diversa versione sostenendo che Savoini “non era nella delegazione ufficiale”.
Anche l’alleato di governo, Luigi Di Maio, si chiama fuori e, anzi, invita – anche se in maniera indiretta e non esplicita – l’altro vicepremier a presentarsi in Parlamento per riferire.
“Quando il Parlamento chiama, il politico risponde, perchè il Parlamento è sovrano e lo dice la nostra Costituzione. Peraltro, quando si ha la certezza di essere strumentalizzati, l’Aula diventa anche un’occasione per dire la propria, difendersi e rispondere per le rime alle accuse, se considerate ingiuste”, scrive il capo politico del Movimento 5 stelle sui social.
Le opposizioni annusano il momento di difficoltà del Carroccio e preparano interrogazioni parlamentari ma già si pensa a una mozione di sfiducia. il primo a trarre conclusioni dal comunicato della presidenza del consiglio è stato Paolo Gentiloni, che ha chiesto le dimissioni di Salvini: “Chi dice falsità per coprire truffe e truffatori non può fare il ministro dell’Interno di un grande Paese democratico”.
Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha chiamato in mattinata i presidenti di Camera e Senato per chiedere di convocare il ministro Salvini a riferire in aula. Ora toccherà ai presidenti dei due rami del Parlamento inoltrare la richiesta all’esecutivo, per prassi ‘investendo’ della questione il ministro per i rapporti con il Parlamento e un eventuale intervento del governo in Aula sarà poi calendarizzato in sede di conferenza dei capigruppo.
Intanto la Lega tace, nessuna replica alle accuse nè, tantomeno, alle richieste di dimissioni o di intervenire in Parlamento. Non cedere alle provocazioni, è la linea.
Continua quindi a twittare degli argomenti più disparati, lanciando qualche messaggio a chi si occupa di “fantasie” mentre lui “di problemi concreti”.
Nel frattempo l’inchiesta della Procura di Milano accelera.
Da domani infatti i pm Gaetano Ruta e Sergio Spadaro che insieme al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale coordinano le indagini affidate al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza, hanno in programma una fitta attività istruttoria.
Da quanto è trapelato dovrebbero interrogare già lunedì Savoini il principale protagonista della vicenda, rivelata da un audio agli atti del fascicolo, che con altri due italiani e tre russi avrebbe tentato l’affare: un presunto accordo sulla vendita a una società intermediaria di circa 3 milioni di tonnellate di petrolio scontato del 6%. Petrolio poi rivenduto a prezzo pieno in Italia, in modo da ottenere che una parte dello sconto spuntato, il 4%, si trasformasse, questa è l’ipotesi, in una ‘retrocessione’ per il movimento e il resto, almeno il 2%, andasse sotto forma di ‘stecca’ a funzionari russi. Ricostruzione fatta dal sito internet Buzzfeed nei giorni scorsi facendo scoppiare il caso.
Ma oltre a Savoini, inquirenti e investigatori, che stanno pensando pure a una rogatoria e ad accertamenti sui flussi di denaro Russia-Italia, dopo le opportune verifiche e procedure di identificazione, di certo convocheranno, o come persona informata sui fatti o come indagato, colui che ha affermato di essere il banchiere Luca” di cui si parla nella registrazione e cioè il secondo italiano presente al Metropol.
Si tratta di Gianluca Meranda, avvocato con simpatie per Matteo Salvini, che dice di aver incontrato “in occasioni pubbliche” e di aver visto più volte Savoini.
Ma nella lista delle persone da ascoltare non è escluso possa esserci pure Claudio D’Amico. Otre a questi e agli interrogatori di altre persone, all’identificazione degli altri partecipanti alla trattativa, prossimamente la Gdf potrebbe fare pure acquisizioni.
(da “Huffingtonpost“)
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