SALVINI NON CANCELLA I VOLGARI INSULTI SESSISTI CONTRO LA MINISTRA DEL M5S AZZOLINI SUL SUO PROFILO FB, INTERVENGA LA MAGISTRATURA
E’ ORA CHE LA POLIZIA POSTALE PROCEDA ALL’IDENTIFICAZIONE E ALLA DENUNCIA DEI LEONI DA TASTIERA, COMPRESO UN AGENTE DI POLIZIA CHE LE DA’ DELLA PUTTANA… E’ ORA DI DEPURARE LE FOGNE
A denunciare gli insulti sessisti che compaiono sul profilo Facebook di Matteo Salvini è lo stesso M5S: «Gli attacchi sessisti dei fan di Matteo Salvini che sui social si sono scagliati contro la ministra Lucia Azzolina sono vergognosi e disarmanti — dichiarano le parlamentari e i parlamentari pentastellate del gruppo Pari Opportunità di Camera e Senato -. Ancora una volta dobbiamo assistere a delle vere e proprie discriminazioni di genere nei confronti delle donne, che non vengono valutate in base alle loro competenze, ma solo in base al sesso».
Il tutto è partito dalla condivisione social fatta da Matteo Salvini nella serata di domenica, quando ha postato un una foto di Lucia Azzolina con una sua dichiarazione sugli esami orali anonimi per il concorso per diventare presidi.
Una frase, decontestualizzata (e che puntava a sottolineare come l’anonimato possa evitare favoritismi di sorta, seppur difficilmente conseguibili per via della natura stessa dell’esame) che ha dato il via libera al sessismo più spinto, risvegliando evidenti frustrazioni sessuali nei lettori di quel post.
Le volgarità si commentano da sole. Sessismo spinto, riferimenti sessuali e a pratiche sessuali. Solo perchè il post di Matteo Salvini non poteva che ammiccare a quel pensiero.
Ma oltre a questa vergogna, in molti definiscono Lucia Azzolina ‘ignorante’. Il suo curriculum parla di due lauree (una in Filosofia, l’altra in Giurisprudenza) oltre a una specializzazione all’insegnamento di storia e filosofia. Ma, ovviamente, le benpensanti dita veloci dei leoni da tastiera del web, sono più ignoranti. Nel senso che ignorano.
Manipolazione della realtà e ammiccamento ai bassi istinti dell’elettorato. Il risultato è che i commenti sono tutti di un certo tipo, ovviamente. Si va dalle più becere allusioni a sfondo sessuale alle considerazioni sulle abilità della ministra fino a quelle di chi dice che per essere arrivata a quel punto «ha fatto molti “lavoretti” e ha soddisfatto molte persone».
Non manca nemmeno quell’italico leone da tastier che già che c’è ne approfitta per gettare un po’ di merda anche su un’altra donna, la deputata del M5S Giulia Sarti vittima di un indegno slut shaming quando vennero diffuse sul Web centinaia di mail private tra cui alcune sue foto intime.
Il fatto che la “battuta”, o meglio l’insulto, sia stato ripetuto centinaia di volte non ferma coloro che continuano a giocare sull’ambivalenza dell’orale per proporre nuove e sconvolgenti iterazioni del sessismo in salsa sovranista.
Quella che sfoggia tutta la sua cultura politica e la sua capacità di fare allusioni parlando di Monica Lewinsky o il grande esperto di fellatio dall’umorismo più pecoreccio che riprendendo la frase sugli orali anonimi scrive «forse gli orali che ha fatto lei erano anonimi visto che stare in ginocchio e guardare in su il viso si vede poco».
Tra i commenti più “votati” e premiati dai seguaci di Salvini spunta anche quello di un esponente delle forze dell’ordine.
Si tratta di un uomo della Polizia di Stato che nel 2012, quando era assistente capo, era salito agli onori delle cronache per la storia dei buoni sentimenti della vecchina ladra di caramelle e che da una sommaria analisi del suo profilo Facebook risulta essere molto impegnato nelle attività del SAP, il Sindacato Autonomo di Polizia.
Il nostro valoroso poliziotto scrive: «Ma dov’è la scuola di reclutamento dei 5s che sforna queste “perle di saggezza?”…sul lungomare di BAIA Domizia?».
Per quei pochi che non lo sapessero Baia Domizia, così come altri paesi della Domiziana come Castel Volturno è tristemente famosa per essere una delle arterie della prostituzione a cielo aperto nonchè di altre forme di criminalità .
Come detto, non è il solo. Sono tanti che fanno finta di non capire e di cadere nell’equivoco o che si lasciando andare ad insulti sessisti.
Per Salvini questo genere di post e di commenti è la norma. E senza dubbio la scelta di quella frase, manipolata il giusto da essere più ammiccante è stata il fattore scatentante di tanto odio.
(da “NextQuotidiano”)
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