SAVONA E QUEL PROCESSO DIMENTICATO: ACCUSATO DI FALSO IN BILANCIO
IL PG: “VI FU FRODE DA PARTE DI SAVONA, AVEVA DOLOSAMENTE MANIPOLATI I DATI PER RENDERLI SODDISFACENTI PER IL MERCATO”… VOI ARRIVO’ LA PRESCRIZIONE
Vi fu frode da parte del presidente (Savona, ndr). Savona e Romiti avevano dolosamente manipolato i dati elaborati dagli uffici competenti per poi inserirli nel comunicato stampa in modo da renderli soddisfacenti per il mercato».
Sono trascorsi solo cinque anni, un tempo breve, ma la memoria in Italia non va di moda. Cinque anni, si diceva.
È il 18 dicembre 2013, quando in Cassazione il procuratore generale Gioacchino Izzo prende la parola nel processo contro Impregilo, uno dei giganti della imprenditoria italiana.
Come scrive Il Giornale: “Sul banco degli imputati c’è solo la società . Ma nel mirino della requisitoria del pg ci sono anche i due uomini che stavano al vertice di Impregilo: l’ad Piergiorgio Romiti e il presidente Paolo Savona”.
«È certo che Savona e Romiti diffusero notizie false e concretamente idonee a provocare una sensibile alterazione del valore delle azioni della società », disse Izzo.
Savona e Romiti erano usciti di scena grazie alla prescrizione, dopo essere stati accusati di aggiotaggio per avere falsificato i conti di Imprepar, una società controllata da Impregilo destinata alla liquidazione. E’ il 2009.
All’epoca Savona era presidente di Impregilo ed è proprio di quell’anno la richiesta da pare dell’economista di trovare “un poco di utile da qualche parte”, come si legge in un appunto lasciato a un collaboratore.
In sostanza, una richiesta di manipolare i dati.
Nel 2009, anno del processo con l’accusa di aggiotaggio e falso in bilancio, parlando di quella nota, il giudice scrive che “l’imputato manifestava l’intenzione di migliorare l’indice di bilancio dal 5% al 5,2%, migliorando così il risultato operativo da 107,5 a 112,8 milioni”.
I crediti finiranno poi in pancia a Sace, l’ente pubblico che assicura i contratti esteri, e verranno valutati zero
La assoluzione di Impregilo viene impugnata alla Procura, e così nel 2013 si arriva in Cassazione.
Il Pg disse parole di fuoco: «Vi fu frode da parte del presidente (Savona, ndr). Savona e Romiti avevano dolosamente manipolato i dati elaborati dagli uffici competenti per poi inserirli nel comunicato stampa in modo da renderli soddisfacenti per il mercato». La sentenza poi decadde, ma resta questa macchia gigante sul curriculum del professor Savona.
(da agenzie)
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