“SE TOGLIE LA FIAMMA DAL SIMBOLO NON LA VOTIAMO PIÙ” : LA MELONI TENTA DI PRENDERE LE DISTANZE DAI NOSTALGICI, MA NON PUÒ SCONFESSARLI PER NON PERDERE VOTI NELLA BASE
GLI “ARDITI” IN CORTEO A PREDAPPIO: “HA PRESO LE DISTANZE DAL NAZIFASCISMO, MA È STATA OBBLIGATA”
Un’onda cromatica nera, tranne che per il tricolore delle bandiere e di quello indossato da alcune signore, si allunga da piazza Sant’ Antonio fino al cimitero dov’ è seppellito Benito Mussolini, sotto un sole estivo più che autunnale.
Sono quasi duemila i nostalgici del fascismo arrivati da ogni parte d’Italia per celebrare i 100 anni dalla marcia su Roma: cantano Faccetta nera, intonano cori inneggianti al Duce, sul capo hanno il fez, alcuni indossano addirittura la divisa completa del camerata con tanto di stivaloni in pelle nera che non si capisce come facciano a sopportare con questo caldo.
Si intravedono anche alcuni bambini vestiti da balilla, mentre un ragazzo ha sulla manica della camicia una svastica nazista ma la nasconde presto sotto la giacca. In tanti fanno il saluto romano anche se è vietato dalla legge e si rischia una denuncia per apologia di fascismo.
Ma tutto sommato procedono intruppati senza dare in particolari escandescenze sotto la guida del gran cerimoniere che è Mirco Santarelli, presidente degli Arditi d’Italia sezione di Ravenna, ex Forza nuova, con le braccia ricoperte da tatuaggi e un’anima nera che non ammette deroghe.
«Cosa succede se Giorgia Meloni toglie la fiamma dal simbolo? Che non la votiamo più, ecco cosa succede» taglia corto a chi menziona la presidente del Consiglio. E per far capire che non scherza aggiunge: «Già ha preso le distanze dal nazifascismo, ma si è capito che è stata obbligata a farlo. È come se a me un giudice chiede se sono fascista. Gli rispondo di no, altrimenti finisco nei guai». Ma lei ha votato Fratelli d’Italia?
«Sì, avrei votato per Lucifero se avesse sconfitto la sinistra in Italia, quindi ho piacere che ci sia il governo Meloni.Se c’è una cosa veramente pessima è la sinistra in Italia, era il mio avversario numero uno».
Lei festeggia il 25 aprile? «No, non c’è nulla da festeggiare. Non c’è stata una vittoria ma una sconfitta: gli americani non ci hanno aiutato nella Liberazione, ma hanno iniziato a comandarci come fanno tuttora».
E sulla massa di nostalgici del Duce che sfila in corteo Santarelli sentenzia: «Il 60% ha votato il centrodestra, compresi Berlusconi e Salvini mentre il 40% ha scelto Paragone oppure non è andato a votare per protesta».
L’avvocato Francesco Minutillo, blazer blu elettrico e camicia bianca – è uno dei pochissimi non vestito di nero : «Se ho votato Meloni? Il voto è segreto. Mi auguro che trovi la forza per risolvere i problemi».
Scusi ma non le pare anacronistica questa sfilata? «Affatto, Mussolini ha fatto crescere l’Italia. Ha fatto del gran bene». E come la mette con l’orrore delle leggi razziali? «Fanno parte della storia e quindi non entro nel merito. Sarebbe come criticare le campagne napoleoniche perché hanno causato milioni di morti».
Di giornata «senza senso perché i nostalgici del fascismo sono fuori dal tempo e dalla storia» parla invece il sindaco di Predappio, Roberto Canali, eletto in una lista civica sostenuta dal centrodestra.
«Essere di destra non significa celebrare Mussolini – prosegue -. Non ne vedo la ragione, è come se oggi si sfilasse per Giulio Cesare».
Davanti al cimitero interviene la pronipote del Duce. «Ci aspettavamo tanta gente ma non così – dice Orsola Mussolini – sono venuti da diverse parti d’Italia e persino dall’estero. Ci sono anche degli spagnoli, della falange, con la Spagna, Franco, c’è sempre stato un grande rapporto». E giù con l’elenco delle «meraviglie delle bonifiche nelle zone Pontine».
Ma quando in disparte le chiediamo cosa pensa delle leggi razziali emanate dal bisnonno si trincera dietro un secco «no comment, voi giornalisti strumentalizzate tutto e poi non siamo qui per parlare di politica». Mentre non si arresta la fila delle persone in coda per scendere nella cripta che custodisce i resti di Benito Mussolini, tanti si avviano verso i negozi lungo la strada.
Souvenir per tutti i prezzi: 3 calendari per 6 euro, bandiera commemorativa del centenario 10 euro, capi di abbigliamento vari, dalle T-shirt alle felpe con il fascio Littorio o la scritta «Boia chi molla», mentre per i più golosi c’è l’amaro del Duce.
(da “La Stampa”)
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