SENZA CASALEGGIO IL M5S E’ TUTTO DA RIPENSARE
CON UN GRILLO DEFILATO ORA IL MOVIMENTO DEVE DIMOSTRARE DI AVERE UNA CLASSE DIRIGENTE ADEGUATA
La morte di Gianroberto Casaleggio coglie tutti di sorpresa.
Casaleggio è stato la mente e l’ideologo del movimento Cinque Stelle e, prima ancora, il costruttore passo dopo passo di un’accorta, e clamorosa per esiti, operazione di marketing politico transitante attraverso il rilancio dell’appannato comico Beppe Grillo, la sua conversione a 360 gradi al verbo (iper)tecnologico, la trasformazione dei suoi spettacoli in eventi mediatici e, oggettivamente, politici e quindi la costruzione del meet up su cui si è fondata e diffuso, con incredibile velocità , un Movimento il cui montare e radicamento nel comune sentire dei cittadino non è stato avvertito da una classe politica ottusa.
La morte di Casaleggio lascia il Movimento Cinque Stelle, da lui dominato in modo paternalistico ma non lesinando il pugno di ferro, senza ideologo, stratega, e capo indiscusso.
Grillo, tra l’altro sempre più appartato, è sempre stato l’uomo di vetrina, il lustrino, lo specchietto per le allodole rispetto al grande pubblico.
Ma non v’è alcun dubbio che la loro creatura politica avesse un unico padre, dalle stravaganti idee, dal fin troppo evidente pedigree esoterico e dai mai chiariti contatti (se non radici) con espressioni internazionali.
La stampa se n’è occupata raramente e tra le righe, ma ha rinunciato a dar corso ad un vero impegno di inchiesta.
Ma la spiegazione del successo dell’operazione non ha bisogno di immaginare “grande vecchi”, che chiamano in essere semmai un discorso sui fini che qui interessa poco, perchè è tutto nel fallimento politico italiano degli ultimi decenni.
Una grande incognita, quindi, si stende sulla politica italiana.
Perchè il Movimento Cinque stelle, pur nelle sue bizzarrie e nelle sue mille approssimazioni, dimostra tuttora di avere il consenso di una parte importante degli italiani. Dato che dovrebbe interrogare il governo.
Ebbene, superando lo sconforto del momento, ora si tratta di mostrare di avere una classe dirigente.
Il Movimento ora, più che mai, è chiamato a trasformarsi in partito, a darsi regole plausibili, a selezionare la classe dirigente e, perchè no, a darsi un programma serio sulla base di una cultura politica seria.
Il Movimento va rifondato e normalizzato, Sarebbe importante che avvenisse. Altrimenti davvero non sarebbe peregrina la domanda: cui prodest?
Marco Plutino
(da “Huffingtonpost”)
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