“SOSPESO DOPO IL CONSIGLIO”: L’AIUTINO DEL GOVERNO A DE LUCA
IL CONSULTO CON RENZI SUL VICE DA NOMINARE
Il governo non cambierà la Severino. Non ci sarà un decreto ad hoc, ma il presidente della Campania Vincenzo De Luca potrà insediare il Consiglio regionale e formare la giunta prima di ricevere il provvedimento di sospensione secondo la stessa legge per una condanna in primo grado.
L’intesa tra il premier Matteo Renzi e il nuovo governatore della Campania è stata raggiunta nel pomeriggio durante un incontro di un’ora a Palazzo Chigi.
Un’intesa che è stata preceduta da ampie dichiarazioni, avviate la scorsa settimana in campagna elettorale a Napoli dal ministro Maria Elena Boschi che sul caso De Luca aveva parlato di “passaggi successivi alle elezioni”. Interventi chiusi ieri mattina alla Camera da Filippo Bubbico, viceministro dell’Interno, in risposta ad un’interrogazione parlamentare di Forza Italia: «La legge regionale campana prevede che la comunicazione al Consiglio regionale nel primo insediamento costituisce notifica dell’avvenuta proclamazione ».
Perchè sia efficace la proclamazione degli eletti, secondo Bubbico, è dunque necessario che sia insediato il Consiglio regionale.
E proprio questo passaggio in aula consentirà a Vincenzo De Luca di nominare la giunta, compreso il suo vice che, nelle settimane della sospensione, avrà il compito di governare la Campania. Renzi e De Luca hanno infatti anche parlato di una rosa di nomi sul possibile vicepresidente della giunta.
Su questo punto non è trapelato nulla, ma tra i nomi in discussione i più gettonati restano quelli del segretario regionale Assunta Tartaglione e di Fulvio Bonavitacola, avvocato e deputato salernitano.
Ovviamente dopo la sospensione De Luca ricorrerà subito al giudice ordinario.
«C’è già un precedente — ricorda — quello della Corte d’Appello di Bari che rigettò la sospensione reintegrando un consigliere regionale ».
Prima di andar via il presidente della Campania ha confermato al premier che dopodomani tornerà a Roma per partecipare alla riunione della Direzione nazionale del Partito democratico e, uscendo da Palazzo Chigi, ha attaccato di nuovo Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, che il venerdì prima del voto lo ha inserito nella lista di “impresentabili”.
De Luca l’ha già querelata: «Bisogna farle ringoiare parole ignobili. Quella della Bindi è stata un’iniziativa gravissima, un modo per colpire il presidente del Consiglio».
La road map definita dal governo e da De Luca non piace però a tutti.
Non la contesta solo Forza Italia ma anche Gianluigi Pellegrino del movimento “Difesa dei cittadini”, l’avvocato che ha vinto in Cassazione ottenendo che sia il giudice ordinario e non più il Tar a decidere sui ricorsi relativi alla legge Severino.
«Non bisogna essere addetti ai lavori — sostiene Pellegrino, che contesta le dichiarazioni del viceministro Bubbico — per sapere che la proclamazione è un atto pubblico immediatamente efficace e valido erga omnes »
Mentre De Luca era a Roma, intanto, la Procura di Salerno ha depositato il ricorso in appello chiedendo la sua condanna non solo per abuso di ufficio ma anche per peculato proprio nel processo che lo vede condannato in primo grado per una nomina nel progetto di un termovalorizzatore. I legali dell’ex sindaco chiedono invece l’assoluzione piena perchè “il fatto non sussiste”.
In serata il presidente della Campania è rientrato frettolosamente per festeggiare vittoria del 31 maggio con i napoletani alla Mostra d’Oltremare ove è stato accolto da un’ovazione. In prima fila il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis.
Ottavio Lucarelli
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply