SOTTOSEGRETARI, ECCO I GRANDI ESCLUSI
DE LUCA, TINAGLI, MAURO, RICHETTI, TABACCI, ROMANO
Pasdaran renziani, democratici delusi, popolari tagliati fuori dall’applicazione – più o meno rigorosa – del manuale Cencelli: l’elenco degli esclusi dalla tornata di nomine dei sottosegretari decisa oggi da Matteo Renzi è varia e trasversale.
I più delusi sono probabilmente fedelissimi del sindaco di Firenze come Matteo Richetti e Simona Bonafè, in predicato di entrare già nella segreteria, poi evocati come ministri e quindi esclusi anche dal sottogoverno.
A bocca asciutta anche Yoram Gutgeld, scavalcato a sorpresa dal civatiano Filippo Taddei nella squadra del Pd come responsabile economico, e ora fuori anche dalle ultime nomine.
Ma tra i democratici i mal di pancia sono diffusi anche fuori dalla corrente renziana.
Sportiva, almeno ufficialmente, la reazione di uno dei “bocciati” illustri, il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca.
Fuori anche il sindaco di Bari Michele Emiliano, che ha annunciato in giornata di essere stato scelto come capolista Pd al Sud alle prossime elezioni europee.
Meno sportiva la reazione di Emanuele Fiano, che su Twitter si abbandona a uno sfogo inequivocabile: “Impossibile delle volte continuare a credere nel proprio lavoro”
Dato ormai per certo alla vigilia – ma come si dice a Roma per il Concalve, “chi entra Papa esce Cardinale”,- è rimasto a bocca asciutta il cuperlaino Andrea De Maria, unico esponente vicino al candidato alla segreteria sconfitto finito nel totosottosegretari,
Malumori anche nella galassia degli ex democristiani.
In cima alla lista degli esclusi l’ex ministro Mario Mauro, malgrado i Popolari siano riusciti a portare a casa 3 sottosegretari, e l’ex assessore al Bilancio di Milano Bruno Tabacci, dato come possibile ministro e ora nemmeno sottosegretario.
Fuori anche due nomi di peso di Scelta civica, Andrea Romano e Irene Tinagli.
Evocati anche nel totoministri sono rimasti fuori dalla squadra di governo.
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