SUL CASO USS IL CSM RIFILA UN CEFFONE A NORDIO: SONO STATI ASSOLTI I TRE GIUDICI DELLA CORTE D’APPELLO DI MILANO FINITI DAVANTI ALLA SEZIONE DISCIPLINARE DEL CSM DOPO AVERE CONCESSO I DOMICILIARI CON BRACCIALETTO ELETTRONICO AD ARTEM USS, L’UOMO D’AFFARI RUSSO EVASO PRIMA DELL’ESTRADIZIONE NEGLI US
IL PROCURATORE GENERALE: “LO STESSO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA NON AVEVA RICHIESTO LA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE PER USS”
La sezione disciplinare del Csm ha assolto i tre giudici della corte d’Appello di Milano, Monica Fagnoni, Micaela Serena Curami e Stefano Caramellino, finiti sotto procedimento disciplinare dopo aver concesso gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico ad Artem Uss, l’uomo d’affari russo arrestato a Malpensa il 17 ottobre del 2022, poi trasferito dal carcere di Busto Arsizio alla sua abitazione di Basiglio e fuggito il 22 marzo 2023, all’indomani del via libera all’estradizione negli Usa.
Con la sentenza pronunciata a palazzo Bachelet è stata accolta la richiesta della procura generale della Cassazione, rappresentata da Mariella De Masellis che, al termine della discussione, aveva sollecitato l’assoluzione ”per essere rimasto escluso l’addebito” in linea con le richieste già formulate dall’Ufficio che aveva già chiesto il non luogo a procedere per i tre giudici milanesi, difesi in sede disciplinare da Giuseppe Ondei, Claudio Castelli, Domenico Airoma.
”Contrariamente da quanto si assume nella seconda relazione ispettiva a giudizio della procura generale – aveva sottolineato il pg De Masellis – non sussistono i presupposti” di un comportamento connotato da grave e inescusabile negligenza. ”Le autorità competenti non hanno valutato l’ordinanza della Corte di Appello di Milano come inadeguata. Non c’è stato un ricorso per Cassazione. Lo stesso ministero della Giustizia non ha ritenuto di richiedere la custodia cautelare in carcere”. Ad avviare l’azione disciplinare era stato il ministro della Giustizia Carlo Nordio.
Erano stati incriminati da Nordio non per un’intervista o per un asserito affronto istituzionale, come nei già rari casi di venti o trent’anni fa, all’epoca dei più accesi scontri tra i governi Berlusconi e i magistrati dei suoi processi, ma per la loro asserita «grave e inescusabile negligenza» nell’ordinanza che il 25 novembre 2022 concesse gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico al 40enne imprenditore russo Artem Uss, poi evaso dopo 4 mesi grazie a un commando russo-serbo-bosniaco-sloveno sui quali sinora l’inchiesta del pm milanese Giovanni Tarzia con i carabinieri ha prodotto sei misure cautelari e già tre patteggiamenti.
Uss è il figlio del governatore di una regione siberiana caro a Putin, che dall’arresto provvisorio a Malpensa il 17 ottobre 2022 era in carcere in attesa di decisione sulla sua estradizione chiesta dagli Stati Uniti per esportazione illegale di tecnologie militari e contrabbando di petrolio in Venezuela, e che il 22 marzo 2023, all’indomani del primo e non operativo via libera di altri tre giudici della Corte d’Appello all’estradizione solo per il contrabbando di petrolio e non per il traffico di componenti d’armi, era poi evaso dai domiciliari, semplicemente portandosi via la cavigliera.
(da agenzie)
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