SUPERMARIOBROS: “SE CI GIOCHIAMO PURE LUI E’ FINITA”
L’ANALISI DI MARCO TRAVAGLIO: ANCHE SENZA CULOFLACCIDO, MONTI DOVRA’ AVERE A CHE FARE CON LA SOLITA CIURMA DEI BERLUSCONES… PERCHE’ NON ANDARE A VOTARE CON MONTI CANDIDATO PREMIER, APPOGGIATO DA CENTROSINISTRA E TERZO POLO, CON UN PROGRAMMA DI DUE ANNI CHE PREVEDA: PATRIMONIALE, TAGLI ALLA CASTA, GALERA PER EVASORI E CORROTTI, LEGGE SUL CONFLITTO DI INTERESSI, RIFORMA DELLA RAI ?
Dunque, se manterrà la prima promessa in vita sua, Pompetta B. si dimetterà sabato, dopo l’approvazione della legge di Stabilità .
E domenica Monti riceverà l’incarico di formare il governo, in tempo per la riapertura delle Borse, che festeggeranno l’avvento di Super Mario Bros con balocchi, profumi e maritozzi.
Del resto non sono stati gl’italiani a cacciare il Caimano (tantomeno Bersani, sebbene lui, ma solo lui, sia convinto del contrario), mala Bce, l’Ue, l’asse Merkel-Sarkozy, i mercati e la stampa estera che ha visto quel che accadeva in Italia con dieci anni d’anticipo sui bradipi del Corriere e del Sole 24 Ore. Fosse stato per la classe dirigente italiota, ce lo saremmo tenuto altri vent’anni.
La prima Liberazione, nel ’45, avvenne grazie alle truppe anglo-americane con qualche migliaio di partigiani.
La seconda avviene grazie alle truppe franco-tedesche con qualche Carlucci e Pomicino di complemento.
Dunque è soprattutto ai liberatori stranieri che il governo Monti piace e deve piacere.
Non certo a un popolo che ancora tre anni fa dava il 40% alla Banda B&B e il 34 al Partito Disperati.
Il programma del nuovo governo, scritto in francese e tedesco senza testo italiano a fronte, è ancora un mistero per tutti.
Ma tutti gli italiani sani di mente devono augurarsi che venga realizzato. Anche perchè, se ci giochiamo pure Monti, è finita.
Se siamo a questo punto, è per il disastro finanziario internazionale, che non è solo colpa nostra, e per il disastro nazionale chiamato Culoflaccido B., che è solo colpa nostra (anzi di chi l’ha votato, sostenuto e coperto).
Contro il disastro internazionale Monti non può far nulla.
Ma contro il disastro nazionale può far molto, non foss’altro perchè non si chiama Al Cafone B., anzi ne è l’antitesi antropologica.
Difficile immaginarlo con Mangano in giardino, Gelli e Craxi al piano di sopra, Tarantini dietro la porta, Ruby nel lettone e Lavitola al telefono.
Ma il materiale politico e umano con cui dovrà fare i conti è lo stesso che ha dato prova di sè negli ultimi tre anni.
Siamo sicuri che questa ciurma approverà le misure “lacrime e sangue” solo perchè a proporle non è più Banana B., ma Super Mario Bros, per giunta in piena campagna elettorale?
Se davvero Monti è l’ultima spiaggia, non sarebbe meglio andare subito al voto come in Spagna e dar modo a chi ha osteggiato il piduista B. in tempo utile (Pd, Idv, Udc, Fli, Sel) di presentarsi agli elettori con Monti candidato premier e un programma di pochi punti per deberlusconizzare il Paese (patrimoniale, tagli alle caste, galera per evasori, corrotti e cricche, legge sui conflitti d’interessi, riforma della Rai e del sistema elettorale) da realizzare in due anni, e poi tornare alle urne con la destra che fa la destra e la sinistra che fa la sinistra?
Così Monti avrebbe buone speranze di fare ciò che serve.
Cosa che oggi, con questo Parlamento, è quasi impossibile visto che, senza B., il governo non nasce neppure.
L’unico che pare averlo capito è Di Pietro, che conosce Pompetta B. dunque sa bene che, se appoggerà Monti, non lo farà gratis: pretenderà garanzie per le sue aziende e i suoi processi, imponendo il solito Letta come vice e altri manutengoli alla Giustizia e alle Comunicazioni.
Infatti su Di Pietro è partita la solita campagna, che va dal Quirinale al Pd, dal Corriere a Repubblica, per trascinarlo nel Grande Inciucio aizzandogli contro la “base”.
Resta da capire per quale strano motivo chi ha combattuto Culoflaccido B. dovrebbe andare al governo con Banana B., e per giunta da gregario, visto che l’Idv non è determinante mentre Al cafone B. sì.
La Costituzione dice che, prima di sciogliere le Camere, il capo dello Stato verifica se esista una maggioranza diversa: non che la crea lui.
E poi quando mai s’è visto un governo con tutti dentro e nessuno all’opposizione?
La democrazia è fatta di maggioranze che governano e minoranze che controllano.
Se nessuno controlla, non si chiama democrazia.
Si chiama in un altro modo.
Marco Travaglio
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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