TORINO, IL CASO DEGLI ESTINTORI SCADUTI, IL CASO SI ALLARGA AI BUS
5500 LE BOMBOLE, 1200 NEI TUNNEL DEI TRENI… E UNA GARA AL RIBASSO DEL 53%
I tram, gli autobus, i depositi e le officine, gli uffici, ma anche le stazioni e i tunnel ferroviari della Torino-Ceres e della Canavesana.
Il caso degli estintori scaduti, sollevato sulle pagine del Corriere Torino, travalica i confini della metropolitana. E si allarga potenzialmente a tutti i «siti», come li definiscono i burocrati, del Gruppo torinese trasporti.
È difficile quantificare con esattezza il numero di bombole rosse irregolari. Di certo c’è che si tratta di centinaia, se non di migliaia di esemplari.
Tutti sottoposti al controllo delle stesse due aziende che si sono succedute nella fornitura nell’ultimo decennio.
E non è bastato l’esposto depositato ieri in procura da Gtt o l’inseguimento al ricambio dei pezzi scaduti, partito subito dopo la pubblicazione della notizia, a regolarizzare la situazione in tutti i luoghi di lavoro e su tutti i mezzi dell’azienda dei trasporti.
Le schede del registro antincendio dell’azienda raccolgono circa 5.500 presidi antincendio: manichette, estintori a polvere, schiumogeni e bombole ad anidride carbonica.
Elenchi all’apparenza infiniti che, in centinaia di casi, riportano una successione di caselline compilate, a lato di ogni singolo pezzo, con un numero a penna: 14.
Una convenzione interna tra l’azienda e il manutentore che, se si va a consultare la legenda, indica che quell’estintore è privo del libretto d’uso e manutenzione rilasciato dal costruttore.
Senza quel documento, che rappresenta la carta d’identità di ogni singolo apparecchio, procedere con la revisione è impossibile. Nemmeno volendolo a tutti i costi.
Si tratta infatti di un apparecchio da considerare «fuori servizio». Così stabilisce la legge. L’unica strada è togliere l’estintore senza identità e sostituirlo con uno nuovo di pacca. Ma ha un costo. Il prezzo di ogni singola bombola oscilla, a seconda dei ribassi proposti dai fornitori, attorno ai 30 euro. Non poco per un’azienda come Gtt, che attraversa da anni una profonda crisi finanziaria.
Venerdì mattina l’avvocato Giovanni Lageard ha depositato per conto dell’azienda di corso Turati un esposto alla procura della Repubblica.
La tesi è che le ditte di manutenzione a cui è stato affidato l’incarico di controllare e curare i presidi antincendio non hanno fatto fino in fondo il loro dovere. Comunicando nei loro report mensili che la situazione era sotto controllo.
Difficile, però, che i funzionari addetti alla sorveglianza antincendio di Gtt non si fossero resi conto di un quadro tanto problematico.
Tant’è che gli stessi responsabili dell’azienda di trasporti, al cambio di appalto nel 2015, chiedono al nuovo fornitore, la storica ditta torinese Mispa, di smontare e svuotare un’intera partita di bombole rosse sulle quali apparentemente non c’era nulla da eccepire, ma che in realtà , dopo controlli mirati, sono risultate da rottamare.
Le ditte che negli ultimi anni si sono avvicendate nei lavori di manutenzione degli estintori sono due. Fino al 2014 l’incarico era affidato alla Gielle di Altamura.
Poi è subentrata la torinese Mispa. E infine, con l’ultima gara d’appalto conclusa il 5 giugno di quest’anno, è rientrata sulla scena la ditta pugliese. Che si è aggiudicata la fornitura promettendo a Gtt uno sconto sulla base d’asta del 54 per cento.
(da “Il Corriere della Sera”)
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