TRA SOGNI, COOP E CAPORALI: BRACCIANTI A TRE EURO L’ORA
LA FINANZA INDAGA NEI VIGNETI DI ASTI….DIVERSI IMPRENDITORI UTILIZZANO LAVORATORI IN NERO
Tirava aria fredda ieri tra le colline del Moscato e le nuvole basse minacciavano pioggia.
Nei filari, decine di migranti della vendemmia hanno cominciato la raccolta dei grappoli dorati che diventeranno uno spumante tra i più famosi al mondo: sono in gran parte bulgari, macedoni, romeni.
Arrivano in piazza Indipendenza a Canelli, direttamente dai Paesi dell’Est Europa, cercando un contratto (regolare o meno non importa) per portarsi a casa compensi che spesso non superano i 3-5 euro l’ora.
Il trucco del contratto
Anche quest’anno, si aspettano dai 200 ai 300 stagionali.
Alcuni, i più fortunati, trovano occupazione con cooperative in regola con paghe e contributi, ma altri, forse la maggioranza, finiscono nel gorgo del sommerso.
Quelli che assicurano ingaggi in nero li chiamano caporali anche da queste parti: il trucco è far firmare al lavoratore un contratto da bracciante in cui non vengono indicati i giorni di lavoro e neppure l’orario.
Su questo traffico, da qualche giorno, ha cominciato a investigare anche la Guardia di finanza.
Le Fiamme gialle astigiane del colonnello Michele Vendola e quelle della Brigata di Canelli avrebbero già indagato il legale rappresentante di una cooperativa del Canellese, ipotizzando il reato di intermediazione abusiva di manodopera, il caporalato appunto.
Per ora l’inchiesta è ancora coperta dal massimo riserbo.
L’impressione, però, è che le indagini siano in una fase molto delicata e non sono esclusi clamorosi sviluppi.
In piazza a Canelli sono parcheggiati i bus che partono da Romania, Bulgaria o Macedonia e che di turistico non hanno nulla.
Trasportano i migranti dell’uva. I costi per l’imbarco, a carico dei lavoratori naturalmente, vanno dai 50 ai 120 euro.
Arrivati a Canelli c’è il problema sistemazione.
«Io ne conosco tanti di miei connazionali che dormono in 20 o 30 in una cascina diroccata – racconta un romeno che a Canelli vendemmia da 15 anni – l’affitto per un dormitorio che sembra un pollaio è 150 euro al mese».
Quest’anno il Comune ha deciso di chiudere il «campo» che in passato era stato allestito alle porte della città .
Il sindaco, Marco Gabusi, ha deciso di usare il pugno di ferro. «Nessuna accoglienza, niente campi, bagni o docce pubbliche. Questa vergogna deve finire. Ho chiesto ai vigili e ai carabinieri di identificare i vendemmiatori e se non sono in regola allontanarli da Canelli».
E c’è chi racconta come si affronta una vendemmia tra caporali e controlli. Stefano è un bulgaro di 46 anni che da quasi 20 vive in Italia.
«Faccio il camionista a Cremona — dice — e da 13 anni vengo a Canelli per la vendemmia. Domani arrivano anche mia moglie e mia figlia».
Quest’anno ha un contratto da bracciante. «È il primo che firmo, 5 euro l’ora per 10 ore di lavoro».
Pier Gustavo Barbero, titolare di una cooperativa con 100 lavoratori, segue la via della legalità . «Non è facile lavorare con la concorrenza dei caporali – racconta – i nostri clienti sono grandi aziende che scelgono di pagare il giusto ma troppi piccoli imprenditori si fanno abbindolare dalle sirene del risparmio a discapito di chi lavora da sfruttato».
Franco Binello e Riccardo Coletti
(da “La Stampa”)
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