TRENTINO, UCCISA AGITU GUDETA, LA RIFUGIATA ETIOPE SIMBOLO DI INTEGRAZIONE
SCAPPATA DAL SUO PAESE, AVEVA FONDATO UN’AZIENDA AGRICOLA NELLA VALLE DEI MOCHENI DOVE ALLEVAVA UNA RAZZA A RISCHIO DI ESTINZIONE… UN ESEMPIO DI SOFFERENZA, INTEGRAZIONE, LAVORO
L’hanno trovata senza vita all’interno della sua casa di Frassilongo (Trentino), colpita con violenza alla testa. Un omicidio, hanno confermato i carabinieri che nel tardo pomeriggio sono giunti sul posto, chiamati dai vicini e stanno lavorando per ricostruire l’accaduto.
È finito così – forse con un colpo di martello – il sogno di Agitu Ideo Gudeta, pastora etiope che avrebbe compiuto 43 anni il giorno di Capodanno e che si era data l’obiettivo di salvare dall’estinzione (e anche dagli attacchi dell’orso) la capra mochena, una specie che sopravvive in una valle isolata della Provincia di Trento dove la donna aveva trovato casa.
Ma il suo problema – aveva denunciato un paio di anni fa – più che gli orsi erano i vicini: “Mi insultano, mi chiamano brutta negra, dicono che me ne devo andare e che questo non è il mio posto” aveva denunciato ai carabinieri, raccontando anche pubblicamente la sua storia.
Sul caso arrivò la solidarietà del presidente della giunta provinciale, all’epoca Ugo Rossi: “Il fatto che Agitu, da rifugiata, abbia avviato la sua attività agricola sul nostro territorio dimostra che il Trentino crede nell’accoglienza e nella solidarietà “.
Una storia di minacce e danneggiamenti, finita in tribunale con la condanna a 9 mesi per lesioni di un uomo del posto
La donna quindi aveva ripreso a girare i mercati del Trentino per vendere i prodotti realizzati con il latte delle sue cinquanta capre, con il furgone che sulla fiancata riportava il nome dell’azienda agricola: “La capra felice”.
Infine l’aggressione – di questo si tratterebbe – che ha provocato la morte della donna. I carabinieri stanno sentendo una serie di testimonianze per ricostruire le ultime ore di vita della donna e la dinamica dell’aggressione. A dare l’allarme ai carabinieri sono stati alcuni vicini a loro volta chiamati da un uomo con il quale la vittima aveva un appuntamento al quale non si era presentata.
Agitu Gudeta era fuggita in Italia nel 2010 e aveva ottenuto lo status di rifugiata e dopo qualche anno era riuscita ad avviare la sua azienda agricola a Frassilongo scommettendo sulle capre mochene. Nel 2017 aveva partecipato all’incontro “Donne anche noi”, raccontando la sua storia di migrante arrivata in Italia. Originaria della capitale Addis Abeba, era stata costretta a lasciate l’Etiopia perchè a causa del suo impegno contro l’accapparramento delle terre da parte di alcune multinazionali era stata oggetto di minacce di morte.
(da agenzie)
Leave a Reply