TRIPOLI NON CI STA: “NON CI POTETE BOMBARDARE”, COME VOLEVASI DIMOSTRARE
“NON ACCETTEREMO CHE L’EUROPA BOMBARDI LE NOSTRE COSTE, DOVETE COLLABORARE CON NOI”: L’AVVISO DEL GOVERNO NON RICONOSCIUTO DI TRIPOLI
Il governo di Tripoli non accetterà che l’Unione Europea bombardi le coste libiche per colpire gli scafisti e ha tutta l’intenzione di “affrontare” questa minaccia: è l’avvertimento lanciato dal ministro degli Esteri dell’esecutivo guidato dalla coalizione islamista Alba della Libia, Muhammed el-Ghirani.
Intervistato dal Times of Malta, il ministro ha fatto notare che nessun europeo si è premurato di consultare il governo di Tripoli e ha tenuto a precisare che la misura non deve essere presa in modo unilaterale.
Il governo di Tripoli, lo ricordiamo, si contende il controllo del paese con il governo insediato a Tobruk, nell’est del paese, riconosciuto dalla comunità internazionale. Tripoli, in sostanza, vuole un riconoscimento dell’Unione europea, almeno nella forma di una collaborazione per fermare il flusso dei migranti.
Il rebus della Libia resta quello di uno “Stato fallito”, dove a regnare è il caos: due governi, due parlamenti, centoquaranta tribù, duecentotrenta milizie armate – oltre l’Isis.
“Abbiamo fatto del nostro meglio per indurre l’Europa a collaborare con noi sull’immigrazione illegale ma loro continuano a rispondere che non siamo il governo riconosciuto dalla comunità internazionale. Ora loro non possono decidere di lanciare queste azioni, devono parlare con noi”, ha sottolineato.
“Non si può decidere di colpire e basta”, ha insistito el-Ghirani, “anche perchè se si colpisce un sito, come sapranno che non hanno colpito un innocente, un pescatore, forse che l’Europa ha una precisione millimetrica? ”
Secondo il sito Libya Herald, nei giorni scorsi il premier del governo di salvezza nazionale di Tripoli, Khalifa Ghwell, ha tenuto una riunione con diversi esponenti di governo e funzionari del settore immigrazione per discutere la questione.
Il ministro dell’interno, Mohammed Sheiter, ha riferito di circa 8.000 migranti di varie nazionalità detenuti nei centri libici.
Il premier ha quindi espresso la disponibilità del governo ad affrontare la questione, nonostante la mancanza di risorse adeguate, sottolineando la necessità da parte dell’Ue di rispettare la sovranità libica.
I migranti che tentano di raggiungere l’Europa vengono imbarcati nei porti controllati dai miliziani che sostengono il governo di Tripoli, ossia Zuwara, Zawia, Tajoura, Garabulli e Misurata.
Si stima, ha sottolineato il sito, che siano 2.000 i migranti che partono ogni giorno da questi porti.
Un traffico gestito da leader locali che sostengono i miliziani di Fajr Libia.
Da parte sua, la guardia costiera libica ha denunciato mancanza di mezzi per contrastare i trafficanti, sostenendo di aver chiesto barche e altre risorse all’Ue e all’Italia, per riuscire a garantire il controllo delle coste, non ottenendo finora alcuna risposta.
(da “Huffingronpost”)
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