UN’ACCISA SULLA BENZINA CI SEPPELLIRA’
PIU’ LA TIRANO SU, PIU’ CI BUTTANO GIU’… TASSA SULLA BENZINA AUMENTATA DEL 16%
Il governo si prepara a far quadrare i conti con il solito aumento delle accise sui carburanti.
La benzina e il gasolio costeranno in Italia sempre più cari, e a forza di salassi il malato starà sempre peggio.
Perchè in Italia la benzina costa più cara?
Per le tasse. Il prezzo industriale di un litro di benzina verde (dati del 18 novembre scorso) in Italia è di 0,666 euro, in Spagna 0,685. Solo che in Italia si aggiungono 0,728 euro di accisa, e 0,307 euro di Iva (che tassa anche l’accisa, per cui aumenti una e cresce l’altra).
Il risultato lo vedete nella tabella: il litro di verde costa in Italia, prima delle tasse, due centesimi meno che in Spagna, ma 32 centesimi in più dopo le tasse.
È vero che con la crisi sono calati i consumi?
Nel 2007, prima della crisi, l’Italia ha consumato 84 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi. Nel 2012 il consumo è stato di 64 milioni. Nel 2007 abbiamo bruciato 12 milioni di tonnellate di benzina, nel 2012 8,4 milioni: meno 30 per cento.
Per il gasolio autotrazione il calo è da 26 a 23 milioni di tonnellate (-11 per cento, analogo al calo del prodotto interno lordo).
Sta cambiando la vita degli italiani?
Confrontando i dati di benzina e gasolio si deduce che si consuma meno gasolio perchè si produce meno. E si consuma molto meno benzina perchè si consuma molto meno.
La benzina è il carburante del trasporto privato.
Se nei cinque anni 2007-2012 il consumo è sceso del 30 per cento, nei primi dieci mesi del 2013 la flessione è del 5 per cento rispetto ai primi dieci mesi del 2012. A ottobre scorso è stata del 3,5 per cento.
La diminuzione rallenta, probabilmente perchè ci stiamo avvicinando al fondo: si usa meno l’auto perchè mancano i soldi, ma più di tanto non si può tagliare.
Chi può andare al lavoro con il mezzo pubblico ha già cominciato a farlo, chi ha a disposizione servizi pubblici inverecondi taglia altre spese.
Quanto spendono per la benzina le famiglie?
Per avere un’idea, la Coldiretti stima che nel 2012 ogni famiglia ha speso in media 111 euro al mese per comprare carne. La cifra equivale a 64 litri di benzina. Chi vive lontano dal posto di lavoro e non dispone di servizi pubblici spende più per la benzina che per mangiare.
Il calo dei consumi non abbatte il gettito fiscale?
Certo che no. Nel 2011 Silvio Berlusconi ha aumentato le accise quattro volte: per finanziare il Fondo spettacolo, per la guerra in Libia, di nuovo per lo spettacolo, per l’alluvione in Liguria e Toscana.
Il 4 dicembre 2011 il colpo finale l’ha dato il decreto Salvaitalia di Mario Monti.
In tutto le accise sono cresciute del 25 per cento.
Così, se nel 2007 il gettito fiscale da petrolio era stato 36 miliardi, nel 2012 è salito a 42 miliardi. I consumi sono scesi del 24 per cento, le tasse incassate sono salite del 16 per cento. O, se preferite, il gettito è salito da 428 a 656 euro a tonnellata.
Adesso con un nuovo aumento delle accise ci sarà un ulteriore calo dei consumi, del prodotto interno lordo e della competitività .
Una strategia lungimirante.
Giorgio Meletti
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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