URSULA ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA, DOMANI SARA’ A ROMA E NON NASCONDE LA STIMA PER MATTARELLA, CONTE E MOAVERO
VON DER LEYEN HA UNA VISIONE POLITICA CHIARA: “I PRO-EUROPA DEVONO AGIRE INSIEME”…. IL SUO SOGNO GLI STATI UNITI D’EUROPA… ATTENDE DUE NOMI DA CONTE TRA CUI SCEGLIERE UN COMMISSARIO “EUROPEISTA”
Ursula alla conquista dell’Europa. Con propositi ambiziosi e una visione politica molto chiara, attorno alla quale Ursula von der Leyen, neo presidente della Commissione europea, farà discendere alleati e avversari: “I pro-Europa devono agire insieme”. Oltre le tradizionali famiglie politiche, oltre la vecchia divisione tra destra e sinistra: è il progetto-Europa la bussola della ex ministra della Difesa tedesca; un progetto che definisce già di per sè coloro che sono già entrati nell’elenco dei “cattivi”: i sovranisti di vecchio e nuovo conio, sotto qualunque coloritura politica e ideologica essi si manifestino.
“La parola chiave del suo agire è: unire — dice ad HuffPost una fonte diplomatica tedesca molto vicina alla neo presidente — ma una unità da raggiungere nella chiarezza d’intenti e nella condivisioni delle grandi scelte strategiche. Von der Leyen è stata ministra della Difesa, ma è una politica che sa, e lo ha praticato, che la migliore difesa è l’attacco”.
Ascoltare, mediare ma poi decidere senza guardarsi indietro: è il segno del tour nelle cancellerie europee della neo presidente della Commissione europea, che l’ha vista impegnata ieri a Madrid, oggi a Bruxelles dove ha incontrato il premier ungherese Viktor Orban, e domani a Roma. “Ho avuto discussioni fruttuose ed un pranzo di lavoro con Pedro Sanchez.
Ci sono grandi sfide davanti a noi, come la transizione ecologica, la migrazione, la digitalizzazione e una possibile Brexit senza accordo”, ha scritto von der Leyen su Twitter, commentando la sua visita a Madrid.
“L’eguaglianza di genere sarà uno dei nostri progetti comuni. I pro-Europa devono agire insieme”, ha aggiunto.
Prima della tappa spagnola, la neo presidente era stata a Berlino, Parigi Varsavia, Zagabria. Von der Leyen è alle prese con un problema che le sta particolarmente a cuore: mantenere la sua prima promessa, che è quella di una Commissione paritaria, tanti uomini tante donne (sin da quando era ministro per la Famiglia in Germania, la von der Leyen si è battuta per le quote rosa, anche contro il volere del suo capo, Angela Merkel).
Al momento l’equilibrio è precario. Su diciannove candidature pervenute, ci sono otto nomi di donna: uno è quello della stessa von der Leyen, altri tre più che candidature sono delle conferme: la danese Margrethe Vestager, la bulgara Mariya Gabriel e la ceca Vera Jourovà¡. Poi ci sono l’estone Kadri Simon, la finlandese Jutta Urpilainen, la maltese Helena Dalli e la cipriota Stella Kyriakides (è la prima volta che Estonia, Finlandia e Malta propongono una donna).
C’è tempo fino al 26 agosto ma la presidente della Commissione europea non vorrebbe fare un viaggio a vuoto in Italia. Domani, a Palazzo Chigi dal premier Giuseppe Conte gradirebbe sentirsi proporre un nome (meglio due, un uomo e una donna) per rappresentare l’Italia nella futura squadra di Bruxelles.
Commissario già indicato da molti Paesi, alcuni dei quali hanno già opzionato il portafoglio: più tardi si arriva e meno si ha la possibilità di ottenere un ruolo di rilievo, magari economico come più volte auspicato da Conte (quanto ad una vice presidenza, è inutile insistere, partita persa).
Domani a pranzo il Commissario italiano sarà dunque il primo degli argomenti in agenda anche se il tour europeo di von der Leyen è solo il primo giro d’orizzonte della nuova legislatura e la trattativa finale per la definizione della squadra si concretizzerà dopo la pausa ferragostana.
La neo presidente, confidano ad HuffPost fonti diplomatiche italiane, ha molto apprezzato il segno fortemente europeista dato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella, dal presidente del Consiglio e dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi nei loro interventi alla recente Conferenza degli Ambasciatori e Ambasciatrici italiani, annoverati a pieno titolo tra i “pro-Europa” che “devono agire insieme”.
Una squadra di cui non fa parte il vice premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, e non solo perchè gli europarlamentari della Lega hanno votato contro la nomina della ex ministra tedesca. Il protocollo diplomatico non prevede altri incontri se non con i primi ministri, ma anche se si fosse fatto uno strappo alla regola, non avrebbe di certo riguardato il vice premier leghista.
Ursula si profila rispettosa delle regole ma non vestale di un iper rigorismo senza flessibilità : “La Commissione che presiederò monitorerà molto da vicino la situazione in Italia, così come in altri Paesi. Il nostro obiettivo è di riuscire a investire per stimolare la crescita senza contravvenire alle regole esistenti”, ha sostenuto la neopresidente della Commissione europea in una intervista concessa due settimane fa ai giornali del gruppo Lena, tra cui Repubblica, rispondendo ad una domanda sul perchè′ sia stata fermata la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.
E poi c’è, per l’appunto, il nodo dei commissari. “E’ diritto di ciascuno Stato membro proporre i propri commissari”, così′ come è “diritto del presidente chiedere altri nomi qualora se ne ravvisino delle buone ragioni”, aveva rimarcato von der Leyen sulla possibilità che l’Italia proponga un commissario della Lega.
“Per iniziare bene – ha aggiunto – è′ importante che io non dia delle condizioni, l’unica cosa che mi sembra essenziale è che nella composizione del collegio ci siano tante donne quanti sono gli uomini”.
Se Roma venisse incontro a questo input, guadagnerebbe molti punti con la neo presidente. Tre i nomi “rosa” più gettonati: Giulia Bongiorno, attuale ministro per la Funzione Pubblica in quota Lega ma non sgradita al Movimento 5 Stelle; la ministra della Difesa, la pentastellata Elisabetta Trenta e la Segretaria generale della Farnesina, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni.
Sull’impegno europeista di von der Leyen, nessuno ha dubbi alla Farnesina o a palazzo Chigi (e questo infastidisce non poco il titolare del Viminale”). Von del Leyen, annota in proposito con HuffPost il professor Angelo Bolaffi,filosofo della politica e germanista, dal 2007 al 2011 direttore dell’Istituto di cultura italiana a Berlino, “è una europeista convinta e rappresenta la tradizione della Germania renana di Adenauer e Kohl.
Da questo punto di vista c’è una sensibilità europeista superiore a quella anche della Merkel, cresciuta nelle regioni dell’ex Germania dell’Est.
Il vero fatto nuovo è un tedesco alla guida della Commissione europea, ma a differenza di quanto molti hanno sostenuto, e cioè che è l’ennesima prova del ‘predominio germanico’, la guida della Commissione europea in mano tedesca costringe la Germania ad assumersi una responsabilità europeista che necessariamente dovrà andare oltre il semplice e ripetuto appello a ‘rispettare le regole’”.
L’europeismo di von der Leyen abbraccia anche un campo a lei molto conosciuto: quello della difesa e della sicurezza (un campo, quest’ultimo, nel quale i servizi d’intelligence di Berlino sono all’avanguardia in particolare nel contrasto al cyber terrorismo).
Il suo passaggio al ministero della Difesa – prima donna a ricoprire tale ufficio nella storia della Germania – avviene con il governo Merkel III.
Due anni fa è stata al centro di uno scontro frontale con i vertici militari tedeschi dopo che era scoppiato uno scandalo sulla presenza di militari filonazisti nella Bundeswehr, avendo von der Leyen accusato i generali di “debolezza di conduzione” dell’esercito. La ministra rispose alle critiche annunciando una grande riforma delle forze armate e chiedendo più investimenti a favore della difesa.
Una battaglia che ora condurrà in Europa, ritirando fuori dai cassetti di Bruxelles il progetto di un esercito europeo integrato.
Un discorso che si proietta anche nel campo dell’intelligence, con l’idea di una cooperazione rafforzata tra i servizi più impegnati nella lotta al terrorismo e al grande crimine organizzato (trafficanti di esseri umani in primis): in questo campo i servizi tedeschi sono all’avanguardia, soprattutto per quanto riguarda la lotta contro gli “hacker di Stato”, russi e cinesi.
La nuova Europa di Ursula passa anche da qui. UvdL, che amici e avversari riconoscono come una politica pragmatica, seria, determinata, ha un sogno, ambizioso. “La mia aspirazione è arrivare agli Stati Uniti d’Europa: immagino l’Europa dei miei nipoti non come una unione sfilacciata di Stati intrappolati nei loro interessi nazionali”. Impresa impossibile?
No, se sei WunderFrau, la”’donna miracolo”, al secolo Ursula von der Leyen.
(da “Huffingtonpost”)
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