USA 2020, GLI STATI DA GUARDARE NELLA NOTTE PIU’ LUNGA D’AMERICA
FLORIDA, NORTH CAROLINA, PENNSYLVANIA, TEXAS: GUIDA AL REBUS DELLA SFIDA TRA TRUMP E BIDEN
Mettiamoci l’animo in pace. I risultati in alcuni Stati chiave – tra cui Pennsylvania, Michigan, Wisconsin – non saranno e non potranno essere previsti entro la fine dell’Election Day. Questo perchè tali Stati non potranno contare — o addirittura aprire — le schede del voto anticipato fino all’alba di martedì, o anche dopo la chiusura delle urne. E come tutti sanno quest’anno, a causa della pandemia, il voto anticipato ha raggiunto volumi da record: quasi 100 milioni di voti.
Ci sono però una manciata di Stati in bilico che consentono ai funzionari elettorali di elaborare e contare i voti per posta prima del 3 novembre: queste schede verranno comunicate alla chiusura delle urne. Ciò significa che in questi Stati i funzionari dovranno contare solo i voti in presenza e le schede elettorali consegnate martedì. Se in questi campi di battaglia i due contendenti non sono troppo vicini, il vincitore potrebbe essere annunciato in anticipo.
Non tutto dunque è perduto: se i giusti Swing States vengono chiamati in anticipo, alla fine della nottata potremmo essere in grado di dire chi tra Biden e Trump avrà vinto la presidenza. Eccoli, dunque, gli Stati chiave da seguire secondo la guida di HuffPost USA per capire se l’alba di mercoledì ci regalerà un vincitore, o se dovremo rimanere in bilico per giorni o settimane (sigh).
Florida e Georgia – 1 di notte
Le prime chiusure di seggi che contano davvero sono in Florida e in Georgia alle 19 di Washington (l’1 di notte in Italia). La Florida, in particolare, è tra gli Stati in bilico il più pesante in termini di grandi elettori e il più promettente dal punto di vista della tempistica. La legge statale consente ai funzionari elettorali di elaborare e contare i voti anticipati prima del giorno delle elezioni. Se la Florida dovesse consegnare la vittoria a Biden già in nottata, il titolo di Mr President sarà quasi sicuramente suo; se la consegnasse a Trump, o se fosse “too close to call”, il dramma elettorale si trascinerebbe in altri Stati con meno probabilità di completare i loro conteggi nella notte elettorale. Gli ultimi sondaggi danno un testa a testa serratissimo, con il democratico in vantaggio di un punto percentuale.
Come la Florida, la Georgia è uno Stato con un grande numero di voti elettorali (16); se fosse ‘chiamata’ per Biden segnalerebbe una sua imminente vittoria.
North Carolina, Ohio — 1:30
La Carolina del Nord, come la Florida, consente ai funzionari elettorali di elaborare e contare in anticipo le schede elettorali inviate per posta. Ciò significa che un vincitore potrebbe essere proiettato nella notte delle elezioni. Con 15 voti elettorali, è un grande premio del Collegio Elettorale che, se vinto da Biden, annuncerà la sua vittoria.
L’Ohio (18 voti elettorali) è stato generoso con Trump nel 2016, ma quest’anno potrebbe voltargli le spalle: i sondaggi danno i due sfidanti sul filo del rasoio e alcune previsioni indicano lo Stato come possibile ‘ribaltone’. Una vittoria di Trump in Ohio è decisiva, mentre un successo di Biden segnalerebbe con forza che sarà il prossimo presidente. Le schede per posta verranno conteggiate durante l’Election day, ma la prima fase, quella dell’elaborazione, è già stata compiuta: al netto di qualche ritardo dovuto al volume record del voto anticipato, l’attesa non dovrebbe essere troppo lunga.
Pennsylvania — ore 2
La Pennsylvania ha votato per Trump nel 2016 con un sottile margine di 43.000 voti. Biden ha solo bisogno di riconquistare i tre stati “muro blu” di Pennsylvania, Michigan e Wisconsin che erano stati democratici tra il 1992 e il 2012 per rivendicare la vittoria. Ma ci sono poche possibilità che la Pennsylvania riporti qualcosa di vicino ai risultati finali la notte delle elezioni.
La Pennsylvania, che vanta 20 voti elettorali, non consente ai funzionari elettorali di elaborare o contare i voti per posta prima del giorno delle elezioni. La legislatura statale a guida repubblicana ha rifiutato di modificare le regole per la pandemia. La maggior parte dei funzionari elettorali di contea inizierà l’elaborazione e il conteggio delle schede elettorali all’inizio dell’Election Day, ma alcuni non hanno intenzione di farlo fino alla chiusura delle urne.
Data la maggiore propensione dei repubblicani al voto in presenza, è quasi certo che nella notte Trump risulterà in vantaggio anche di parecchio. Ma attenzione perchè potrebbe trattarsi solo di un “miraggio rosso” da ricalibrare dopo il conteggio dei voti per posta. Questi ultimi potrebbero creare un “passaggio blu” via via che le schede vengono scrutinate
Lo scenario da incubo è quello in cui i 20 grandi elettori della Pennsylvania sono decisivi per stabilire il vincitore. Il risultato ufficiale, infatti, potrà essere chiamato solo dopo alcuni giorni e la campagna di Trump ha già promesso battaglia sulle schede che arrivano in ritardo. Attualmente la legge prevede che siano considerate valide le schede che arrivano entro tre giorni dall’Election Day, purchè timbrate non oltre il 3 novembre; almeno tre giudici conservatori della Corte Suprema sembrano essere aperti all’idea di invalidarle. Il timore dei democratici è che la campagna di Trump cerchi di sospendere il conteggio di tutti i voti per corrispondenza mentre il tribunale esamina il caso di queste schede in ritardo. Se tocca alla Pennsylvania decidere le elezioni, preparati per un lungo inverno
La campagna di Trump, tuttavia, ha indicato che cercherà di impedire alla Pennsylvania di contare le schede elettorali dopo il giorno delle elezioni. Almeno tre giudici conservatori della Corte Suprema degli Stati Uniti sembrano essere aperti a lanciare schede elettorali in Pennsylvania che vengono timbrate entro il giorno delle elezioni ma arrivano fino a tre giorni dopo. Il procuratore generale della Pennsylvania Josh Shapiro (D) afferma di essere preoccupato che la campagna di Trump cerchi di sospendere il conteggio di tutte le schede assenti mentre il tribunale ascolta una sfida a queste schede in ritardo. Se tocca alla Pennsylvania decidere le elezioni, è meglio prepararsi per un lungo inverno.
Arizona, Michigan, Texas, Wisconsin — le 3 di notte
Arizona e Texas avranno probabilmente risultati quasi completi nella notte elettorale, poichè possono elaborare e contare le schede per posta prima del giorno delle elezioni. Le schede possono essere elaborate nel Michigan a partire dal giorno prima delle elezioni, il che potrebbe far slittare un po’ (ma non troppo) l’assegnazione dello Stato.
Se Biden vincesse il Texas e i suoi 38 voti elettorali, cosa che nessun democratico ha fatto dai tempi di Jimmy Carter nel 1976, avrebbe vinto le elezioni. Il Texas dovrebbe essere più veloce per consegnare il risultato, l’Arizona dovrebbe metterci di più.
Il Michigan (16 voti elettorali) e il Wisconsin (10) assomiglieranno molto alla Pennsylvania, con un grande exploit per Trump guidato dal voto in persona, destinato a ridimensionarsi con il conteggio dei voti per posta. In Wisconsin, i funzionari pianificano di contare le schede per tutta la notte e fino al giorno successivo. Come per la Pennsylvania, non aspettatevi che i risultati vengano proiettati nè nel Michigan nè nel Wisconsin la notte delle elezioni.
Iowa, Nevada — e sono le 4
Entrambi valgono 6 grandi elettori, ed entrambi potrebbero rappresentare la ciliegina sulla torta nel caso di una buona notte per Biden. Il Nevada ha scelto il voto per posta come prassi durante la pandemia, ma il risultato finale potrebbe comunque tardare in attesa delle schede in ritardo. L’Iowa consente ai funzionari di elaborare le schede in anticipo, ma non di contarle.
L’alba del giorno dopo
Se il nuovo giorno consegnerà un Biden come vincitore, sarà perchè uno Stato come la Florida viene assegnato prima di mezzanotte (le 6 di mattina in Italia) o nelle prime ore di mercoledì. Gli scenari, giudicati più improbabili, di una vittoria di Trump si basano sul presupposto che la notte lo veda vincitore negli Stati dell’Upper Midwest che non hanno ancora contato i voti per posta (Iowa, Michigan, Minnesota, North Dakota, South Dakota e Wisconsin). D’altronde, se la Sun Belt che lo ha votato nel 2016 (Arizona, Florida, Georgia e Carolina del Nord) gli resterà fedele, la partita potrebbe diventare lunghissima. Se Stati come Pennsylvania, Wisconsin e Michigan dovessero rivelarsi decisivi, assisteremmo a una riedizione della disputa Bush vs Gore del 2000, quando dopo più di un mese fu la Corte Suprema ad assegnare la vittoria al repubblicano per un pugno di voti. Questa però è un’altra storia. E il 2020, ce lo sta dimostrando in tutti i modi, non va a scuola da nessuno.
(da “Huffingtonpost”)
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