VELENI A PALAZZO DI GIUSTIZIA PER LO SCANDALO MENSE
LA FUGA DI NOTIZIE PILOTATA PER EVITARE GLI ARRESTI DEI POLITICI COINVOLTI? IL PM HA SEGNALATO UN COLLEGA ALLA PROCURA COMPETENTE PER LA SOFFIATA? C’E’ STATO TEMPO PER OCCULTARE DELLE PROVE?
Conferme ufficiali non ve ne sono ovviamente, anche perchè la riservatezza dovrebbe sempre caratterizzare certi comportamenti giudiziari. Ma negli ambienti di Palazzo di Giustizia a Genova le indiscrezioni trapelano e diversi giornalisti le hanno ormai registrate da più fonti, come riportato sulla stampa locale. Una segnalazione a carico di un magistrato genovese che avrebbe diffuso informazioni sull’indagine, ancora in corso, sul presunto giro di tangenti per l’assegnazione dei servizi mensa in Comune e nella Asl 2 savonese che ha coinvolto due assessori e il portavoce del Sindaco di Genova, sarebbe stata inviata alla Procura di Torino, competente per territorio. Il pm titolare delle indagini, Francesco Pinto, riterrebbe che la fuga di notizie, circa le indagini in corso, abbia compromesso parte del suo lavoro. Gli indagati, apprendendo a mezzo stampa, di essere nel mirino della Procura avrebbero avuto il tempo di nascondere prove e documenti che gli inquirenti speravano di trovare nelle loro abitazioni, durante i blitz congiunti per gli arresti. Ma questi arresti non sono mai stati fatti, nonostante la richiesta di custodia cautelare avanzata al Gip da tempo. Il sospetto che viene avanzato in pratica è che la fuga di notizie sia stata pilotata proprio per far sì che gli arresti diventassero inutili, alleggerendo quindi anche la “pressione” su eventuali interrogatori. E la “fonte” si celerebbe proprio in Procura, secondo indiscrezioni. E’ certo che il pm Pinto, magistrato particolarmente preciso , dopo mesi di indagini , intercettazioni ambientali e telefoniche, fosse in attesa dell’autorizzazione alla custodia cautelare e si è trovato improvvisamente la notizia delle sue indagini sui giornali locali. A quel punto ha dovuto in tutta fretta organizzare una ventina di perquisizioni in giornata, ma risulta evidente che gli indagati ormai fossero a conoscenza delle sue mosse da parecchie ore. E’ stata ovviamente aperta una inchiesta ufficiale sulla “fuga di notizie”, è indubbio che chi l’ha messa in essere abbia operato per troncare le gambe agli inquirenti, in una indagine che sembra toccare ambienti economici, politici e amministrativi della nostra città .
Oggi iniziano gli interrogatori degli imputati. L’assessore Massimiliano Morettini ( Pd), portavoce del Genoa Social Forum ai tempi del G8 , responsabile dell’ Arci, risulta rivestire ruoli in diverse società , cooperative e associazioni, in rapporti con la pubblica amministrazione.
Al vaglio degli inquirenti la sua partecipazione alle società Banano Tsunami, la Babele, Diver Time e la Former ( società di consulenze anche per enti pubblici). Il portavoce del sindaco invece, Stefano Francesca , dovrà anche chiarire i rapporti con l’amministrazione di sinistra di Pavia, dove lui curò il festival dei Saperi, diventando poi portavoce del sindaco Piera Capitelli, sempre in quota diessina. E da Pavia sarebbe stato “dirottato” dalla nomenklatura diessina a seguire la campagna elettorale della candidata Vincenzi, fino a diventarne, una volta eletta, il braccio destro in Comune. Quando è stato inquisito per il Festival dei Saperi, scelse come avvocato proprio quel Massimo Casagrande, ex cons, com. diessino di Genova, che risulta ora anche lui coinvolto in questa nuova indagine sulle mense. Un intreccio che il pm Pinto dovrà dipanare nei prossimi giorni, mentre le Giunte di sinistra alla guida di Comune, Provincia e Regione non dormono sonni tranquilli.
Leave a Reply