VIA AL PROCESSO OPEN ARMS A PALERMO, I PM: “INSISTIAMO PER L’INTERROGATORIO DELL’IMPUTATO SALVINI”
L’ACCUSA CHIEDE L’ACQUISIZIONE DI 59 DOCUMENTI CHE ATTESTANO CHE FU SEQUESTRO DI PERSONA E RIFIUTO D’ATTI D’UFFICIO
“Insistiamo sull’ammissione integrale della nostra lista testi e insistiamo per l’interrogatorio dell’imputato. Chiediamo anche l’acquisizione di alcuni documenti al fascicolo del dibattimento”. Così il procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, sulle richieste di prova al processo a Matteo Salvini, che ha preso il via stamattina nell’aula bunker del carcere palermitano di Pagliarelli.
Matteo Salvini, presente in aula e difeso dall’avvocato Giulia Bongiorno, è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per il caso della Open Arms, la nave dell’ong spagnola che nell’agosto 2019 dopo aver salvato 147 migranti rimase in mare per giorni in attesa di poter far sbarcare i profughi.
La procura ha presentato una lista testi composta da 26 nominativi, tra cui Luciana Lamorgese, l’ambasciatore Maurizio Massari, l’attuale ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, all’epoca vice presidente del Consiglio.
Nella lista testi della procura – oltre al comandante della Open Arms, Marc Reius Creig e il capo missione Ana Isabel Montes Mier – anche l’ex premier Giuseppe Conte, e gli ex ministri Danilo Toninelli e Elisabetta Trenta.
E poi, ancora, il prefetto e il questore di Agrigento, Dario Caputo e Rosa Maria Iraci; i prefetti Matteo Piantedosi (capo di Gabinetto del ministero dell’Interno), Paolo Formicola, vice capo di Gabinetto del ministero dell’Interno e Emanuela Garroni, vice capo di gabinetto vicario del ministero dell’Interno.
“Il significato di essere oggi qui è per ottenere un segnale di giustizia”, dice Oscar Camps, il fondatore e direttore della ong spagnola Open Arms, al suo arrivo al bunker di Pagliarelli.
Oscar Camps prosegue: “Salvare persone non è un delitto, ma è un obbligo non solo dei capitani, ma per gli Stati tutti. Agevolare l’individuazione di un porto sicuro, indipendentemente dalla situazione amministrativa di un Stato e dagli accordi di uno Stato, non ha nulla a che vedere con la situazione politica. E’ un atto umanitario”.
Fuori dall’aula, inizia una manifestazione di protesta dei giovani di Our Voice.
Intanto, il processo è già entrato nel vivo.
I pm chiedono al tribunale presieduto da Roberto Murgia l’interrogatorio dell’ex ministro Salvini. E poi una serie di atti che arrivano anche dal processo di Catania: i verbali di audizione dell’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, del ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Per l’accusa, in queste parole ci sarebbe già la prova che l’iniziativa di Salvini, nell’estate 2019, di bloccare la nave Open Arms al largo di Lampedusa con 147 migranti a bordo, configurerebbe il reato di sequestro di persona.
Salvini deve difendersi anche dalla contestazione di rifiuto di atti d’ufficio. Sono 59 i documenti che i pubblici ministeri chiedono di acquisire per sostenere l’accusa: le e-mail di Open Arms con cui si chiedeva il “Pos”, il porto sicuro, le risposte negative del Viminale, le lettere con cui Conte sollecitava Salvini a fare sbarcare i minori.
Fra i 59 documenti che la procura vuole contestare a Matteo Salvini ci sono soprattutto i certificati medici che attestano le drammatiche condizioni in cui 147 persone furono costrette a vivere a bordo della nave della ong spagnola, dal 15 al 20 agosto.
(da agenzie)
Leave a Reply