VICENZA: CANTANTE POP COORDINA IL CIRCOLO DI “FUTURO E LIBERTA”
IL NUOVO CD DI GEORGE AARON SI CHIAMERA’ “FUTURE AND FREEDOM”…”SCRIVERE L’INNO DEL PARTITO? NE HO PARLATO CON BOCCHINO”
«Future and freedom». Futuro e libertà .
Si chiamerà così l’album in uscita di George Aaron, nome d’arte di Giorgio Aldighieri, pop singer vicentino che furoreggiava negli anni Ottanta quando andavano di moda mascara e ciuffoni biondi e che oggi, pur continuando a cantare, è coordinatore provinciale del circolo berico di Fli.
Di giorno l’impegno politico e le pubbliche relazioni per incrementare il popolo dei finiani, di sera i saltelli e gli acuti sul palco, spesso insieme ai colleghi di un tempo ed amici di oggi Den Harrow, Paul Young e P.Lion.
Così si racconta Aaron (bisnipote del baritono veronese Gottardo Aldighieri), all’attivo 10milioni di dischi nel mondo con singoli come «Somebody» e «She’s a devil».
Politica da una parte, musica dall’altra: quale è l’impegno e quale il divertimento? «Prendo entrambi con la massima serietà . Sono vissuto sempre nella musica, ma sento la voglia di impegnarmi nella società civile, dunque le due cose convivono. Per un artista come me, poi, poter continuare a sognare dentro una forza politica che guarda al domani come Fli, viene assolutamente naturale».
A cosa sta lavorando ora?
« Il mio ultimo singolo «Love will tear us apart» è già disponibile su I-tune: un brano di Joy Division quasi punk che ho voluto rileggere in una versione più moderna. In un primo momento l’ho fatto solo per me, nel mio studio, ma facendolo ascoltare ad altri è piaciuto, dunque sarà inserito nel mio prossimo album. Un album che ho deciso di intitolare proprio «Future and freedom» e che avrà tutte canzoni inedite: scritte, arrangiate e suonate da me. E con atmosfera musicale un po’ alla Duran Duran».
Un album destinato ad essere l’inno di Fli, dunque. Ha mai chiesto al presidente Fini di scrivere la musica del partito?
«Ne ho parlato con Bocchino. D’altra parte, loro sanno che, anche per una convention o qualche appuntamento del partito, io sono disponibile a curare la musica. Fini è un mio estimatore, ha tutti i miei dischi degli anni Ottanta!».
Essere di destra l’ha penalizzata nella sua carriera musicale?
«Sì. Avevo tantissime difficoltà ad entrare in Rai. Detto questo, io ho sempre avuto la fortuna o sfortuna di essere seguito di più all’estero, prima che in Italia, e questo mi ha svincolato dal problema. A Luglio vado in tournèe in Messico, poco tempo fa mi hanno richiamato in Finlandia».
Lei, però, continua con le serate anche nel Belpaese.
«Sì, certo. Ma c’è una percezione diversa, fra Italia ed estero, della musica anni Ottanta: qui il pubblico è legato a quel periodo soprattutto per questione di ricordi, di atmosfera, di malinconia. All’estero, invece, la dance di quegli anni è considerata un genere musicale senza tempo, indipendente dal periodo e dal contesto storico in cui è nato».
E’ rimasto amico di qualche suo collega di quegli anni?
«Certamente. Ho un legame molto forte con Gazebo (un tempo suo «rivale» sul palco) e con Den Harrow. C’era meno competizione negli anni in cui abbiamo debuttato, dunque questo ci ha facilitato i rapporti».
Silvia Maria Dubois
(da “Il Corriere Veneto“)
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