VIVIANA PARISI, DALL’AUTOPSIA EMERGE “UNA LUNGA AGONIA PRIMA DELLA MORTE”
CONTINUANO LE RICERCHE DEL PICCOLO GIOELE… LA DONNA AVEVA “FRATTURE COSTALI ANTERIORI E POSTERIORI” CHE MAL SI CONCILIANO CON UNA CADUTA DAL TRALICCIO
«Un certificato dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto, datato 17 marzo, dice che Viviana aveva paranoia e crisi mistiche. Era stato il marito a rivolgersi all’ospedale Covid, perchè la moglie era agitata durante il lockdown»: ieri l’avvocato Claudio Mondello, cugino del marito di Viviana Parisi, ha chiarito la vicenda della malattia della donna e aggiunto elementi che potrebbero essere decisivi nell’indagine.
Repubblica spiega oggi che quel certificato non ha avuto poi alcun seguito in ospedale. «La famiglia aveva invece una forma di vigilanza su Viviana, tutti le stavano vicino», dice ancora il legale. Quel certificato i poliziotti della Stradale l’hanno trovato nell’auto della donna, ed è stato sequestrato. Dice ancora Claudio Mondello: «Io non credo che possa aver fatto del male al bambino. Era molto protettiva nei suoi confronti»
«Aveva uno sguardo assente quando è fuggita con il bambino oltre il guard rail», ha raccontato il testimone, l’imprenditore lombardo, che si è presentato domenica alla polizia. Altro indizio: le lesioni alla colonna vertebrale e le fratture, che racconterebbero dell’ultimo disperato lancio dal traliccio. Anche se sul traliccio non ci sono impronte, ma la Scientifica ha spiegato che la struttura è realizzata con un materiale particolare sui cui non restano tracce.
Ora, la seconda ipotesi, l’aggressione, che magistrati e investigatori declinano secondo più filoni di approfondimento. Il primo: qualcuno ha tentato di aggredire sessualmente Viviana. Il secondo: l’aggressione è avvenuta per un’altra ragione, magari perchè uno degli animali che circolano liberamente sui terreni in montagna (tutti di privati) ha fatto del male al bambino, e a quel punto va eliminata una testimone scomoda.
L’ipotesi dell’aggressione è alimentata soprattutto da un dato dell’autopsia, che parla di «fratture costali anteriori e posteriori». Un esperto radiologo nominato dalla procura sta approfondendo.
E, intanto, l’ipotesi dell’aggressione viene rilanciata dall’avvocato Venuti, che commenta, mentre si incammina verso la zona del traliccio: «Quassù, probabilmente, qualcuno sa e non parla». C’erano dei raccoglitori di sughero su quel tratto di montagna, e anche dei pastori, sono stati ascoltati dalla polizia. «Possibile che nessuno abbia visto o sentito nulla?», ripete il legale. Il procuratore ha chiesto tutti i tabulati dei cellulari della zona.
Arriverà anche l’esercito per cercare ancora. E questa mattina ci sarà pure il papà del piccolo, Daniele Mondello, che ieri ha lanciato un appello su Facebook: «Vi aspetto alle 7.30, al centro di coordinamento della protezione civile, al distributore Ip di Caronia, sulla statale 113. Tutti insieme cerchiamo Gioele».
(da “NextQuotidiano”)
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