ZAIA PREPARA IL DOPO SALVINI: “NON SI GOVERNA CON I SONDAGGI, BASTA TABU’ SULLA SESSUALITA'”
“L’OMOSESSUALITA’ NON E’ UNA PATOLOGIA, L’OMOFOBIA SI'”… MA INVECE CHE DIRLO AI GIORNALI, PERCHE’ NON LO DICE A SALVINI E A PILLON?
Il governatore del Veneto Luca Zaia fa sapere che non si candiderà alle elezioni del 25 settembre. Ma chiede al centrodestra di fare un passo avanti «rispetto a 30 anni fa» su diritti e sessualità.
E avverte: non si governa con i sondaggi, bisogna pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni.
In un’intervista rilasciata a Filippo Tosatto per La Stampa, il presidente dice che la prossima campagna elettorale sarà «atipica, intensa e brevissima». Poi avverte: «Non si governa sondaggi alla mano, bisogna pensare alle nuove generazioni non alle prossime elezioni. All’insorgere della pandemia, quando ho chiuso Vo’ e firmato le prime ordinanze, la maggioranza dell’opinione pubblica era contraria alle restrizioni, giudicava il Covid una banale influenza. Allora ho incassato critiche durissime ma ho fatto ciò che ritenevo giusto e necessario».
«L’omosessualità non è una patologia, l’omofobia sì»
E ancora: «Sul piano dei contenuti, mi dispiace che in questo avvio di campagna elettorale si parli poco dei giovani. Saranno anche minoritari in una popolazione di adulti e anziani ma rappresentano il nostro futuro. Chi prescinde da loro, o si limita a lisciarli con parole di circostanza, non favorisce il progresso ma il declino dell’Italia».
Poi, a sorpresa, la frase sull’omosessualità e i diritti: «Il centrodestra deve cambiare pelle rispetto a trent’anni fa, mi aspetto che sia più inclusivo e attento ai cambiamenti, libero dai complessi di inferiorità sul versante culturale e dai tabù in materia di diritti, nuove famiglia e sessualità. Lo dico in un altro modo: l’omosessualità non è una patologia, l’omofobia invece sì. Questione di libertà e di rispetto, chi non lo comprende è fuori dalla storia e offre agli avversari l’opportunità di imbastire battaglie ideologiche, magari con finalità diversive».
Infine, una battuta sull’autonomia, che non arriva anche se cambiano i governi: nomi a resta al palo. «Confido che in caso di successo il centrodestra attui la riforma federalista e lo faccia in tempi rapidi. Viceversa, non sarà più credibile. L’autonomia non è un cadeau al Nord bensì, l’ha ricordato il Capo dello Stato, una scelta di modernità e di legalità costituzionale. È il grimaldello più efficace per modernizzare il Paese».
(da agenzie)
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