“VEDREMO LA GENTE CHI SEGUIRA’â€: BERLUSCONI PREPARA LO STRAPPO
IMMINENTE LA SUA LISTA, SARA’ UNA NUOVA FORZA ITALIA… L’ANNUNCIO DOPO LE PRIMARIE DEL PD
Chi lo ha frequentato nelle ultime ore ha capito che sta per accadere.
Dopo mesi di attesa, dopo quell’indugiare che tanto ha fatto fibrillare il suo – solo ancora per un po’ – Pdl, Silvio Berlusconi ha ormai deciso.
C’è solo poco da attendere, pochissimi giorni, forse subito dopo le primarie del Pd.
Ma il dado è tratto: il Cavaliere è pronto a (ri)lanciare Forza Italia.
Con l’aggiunta o meno del «2.0», tanto caro al fedelissimo Diego Volpe Pasini, poco importa. Ciò che conta è che la separazione con il Pdl di Angelino Alfano e le sue primarie è ormai consumata e rischia di tradursi in un divorzio accompagnato da amari contenziosi sull’eredità più importante, quella dell’elettorato di centrodestra che si è andato sempre più assottigliando nei sondaggi.
Con Berlusconi certo di avere la meglio: «Vedremo, alla fine, la gente chi seguirà ».
La nuova Forza Italia dovrebbe nascere con personalità legate al «mondo dell’imprenditoria» e dalla «società civile».
Certo, fanno notare dal Pdl, «anche Daniela Santanchè è imprenditrice».
E comunque non mancheranno fedelissimi e «amazzoni» che negli ultimi tempi hanno fatto quadrato attorno a lui.
Una di loro, Michaela Biancofiore, è andata a trovarlo a Palazzo Grazioli e all’uscita ha confermato: «Berlusconi sta ragionando su un nuovo soggetto politico». Così è.
L’ex presidente del Consiglio ha messo a punto la strategia d’attacco delle prossime ore, alternandola a dichiarazioni d’affetto e apprensione per il suo Milan, per Pato che «deve guarire», a barzellette e battute criptiche, come quella sul dinosauro che, come aveva detto giorni fa, era pronto a far uscire dal suo cilindro, e che però – confessa – avrebbe la sua silhouette.
Come dire: eccomi di nuovo.
Angelino lo sa e con i suoi è pronto a prendere le contromisure.
Ma il Cavaliere è più che determinato a portare avanti senza indugio la sua «nuova rivoluzione».
Il Pdl, che pure si inventò dal predellino? Ormai non più senso.
Alfano? Decisamente negativa la sua ostinazione a difendere primarie che «alla fine si riveleranno al massimo un congressino di partito».
Per non parlare dell’affondo alfaniano sugli indagati «incandidabili» che l’ha fatto andare su tutte le furie perchè letto come attacco personale nonostante la correzione serale dello stesso Angelino.
E attorno al Cavaliere la cerchia dei fedelissimi a confortarlo sulla linea di rottura e ad attaccare i cinque ex pidiellini (Bertolini, Stracquadanio, Pecorella, Tortoli e Stradella) che hanno abbandonato per fondare «Italia Libera»: «Inaccettabile. Pensare che Silvio li ha presi dal nulla e ora si permettono di paragonarlo a Schettino».
Arrabbiato? Più che altro ormai su un’altra lunghezza d’onda, quella che dovrebbe portare alla creazione di due soggetti diversi del centrodestra: la «sua» Forza Italia e il «loro» Pdl. Una scelta che potrebbe far implodere tutta l’area e moltiplicare gli stessi attori in campo.
Ma Berlusconi ha scelto e fantastica sugli effetti che potrà avere l’annuncio.
Senza però una buona dose di realpolitik. Sa infatti che a quel punto la guerra con i «pidiellini doc» sarà inevitabile (senza escludere più in là un eventuale accordo di convenienza elettorale) e sopratutto è cosciente che non potrà più incassare i risultati di 20 anni fa, quando nacque il primo partito azzurro.
Ecco perchè sarebbe già pronto, prima o dopo il voto, ad aggiungere il suo contributo per designare «la persona più adatta» a governare.
Cioè Mario Monti.
Si sa infatti che il Cavaliere lo stima e che gli ha anche già proposto in un incontro di fare il «federatore» dei moderati.
Perchè una cosa è «il governo dei tecnici», che non ha mai digerito (anche se ha sempre sostenuto in Parlamento), una cosa il Professore.
Ancora una volta, dal suo punto di vista, per contrastare «il comunismo che riavanza» impersonificato in Bersani.
Ed ecco perchè, anche se l’annuncio è imminente, forse arriverà solo dopo le primarie del Pd: se dovesse vincere Renzi la musica cambierebbe non solo a sinistra, ma anche a destra.
E questo Berlusconi lo sa benissimo.
Roberto Zuccolini
(da “il Corriere della Sera”)
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