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BUNGA BUNGA, COLLOQUIO TRA NICOLE MINETTI E BARBARA FAGGIOLI: “PIU’ TROIE SIAMO, PIU’ BENE CI VORRA”

Febbraio 27th, 2011 Riccardo Fucile

NELLE INTERCETTAZIONI DELLA PROCURA, LE PAPI-GIRL TERRORIZZATE DI AVER CONTRATTO L’AIDS: “QUANDO UNO VA A LETTO CON 80 DONNE, DI SICURO NON C’E NULLA”…”OLTRE CHE PER LE PALLE BISOGNA PRENDERLO PER IL C…”… ECCO LE SERATE ELEGANTI DI ARCORE

Altro che feste “ innocenti”. Altro che serate a base di “ karaoke e Sanbitter”. Per telefono due delle tante ragazze di Arcore parlano della paura di prendere malattie virali perchè il presidente del Consiglio ha rapporti promiscui.
Si evince dalle intercettazioni allegate dalla procura di Milano nelle 782 pagine di richiesta di giudizio immediato per Berlusconi, accusato di concussione e prostituzione minorile.
Le papi-girls l’8 gennaio scorso, parlano con gran sollievo dei risultati del test Hiv. Non scriveremo i nomi per rispetto del diritto alla salute.
Le chiameremo Maria e Giovanna. “Amore”, “Piccola”.
“Hai fatto? Tutto a posto?”, chiede Maria.
E Giovanna: “A posto, sì. Globuli bianchi a posto, non abbiamo nessun Aids”. La paura è passata, ma è stata tanta: Maria: “Amò, avevi dubbi avevi?”. Giovanna: “Mah, sai, quando uno va a letto con 80 donne, non si sa mai nella vita”.
Poi ci sono Aris e Iris che il 12 ottobre 2010 descrivono come un bordello le abitazioni di via Olgettina dove alcune delle giovani donne abitano in appartamenti pagati da Berlusconi: “Ah che zoccolame questa casa, questo condominio diventa sempre più un puttanaio”.
E poi ci sono altre intercettazioni, oltre quelle già  note e allegate nell’avviso a comparire per Berlusconi del 14 gennaio scorso, che parlano di regali, di soldi, di bonifici.
Si lamenta Barbara Guerra: “C’ho le palle girate perchè ieri è arrivata quella con la Mini Cooper che gli ha regalato a luglio, e a me m’ha regalato la Smart a giugno … adesso giuro che gliela chiedo un’altra macchina cioè, vaffanculo! Cioè”.
Le ragazze temono anche di non prendere più soldi o regali preziosi: “Secondo me non becchiamo”, dice Nicole Minetti a Barbara Faggioli il 25 ottobre 2010.
La Faggioli concorda: “Anche secondo me”.
Minetti: “Stamattina Miriam ed Eleonora sono venute e hanno preso”.
Faggioli si infuria: “ Sti cazzi”.
Il giorno dopo, il 26 ottobre 2010, è la diciottenne Iris Berardi (che chiama Il Corriere della Sera, il giornale della sera) a scrivere con un sms di soldi e del suo disagio per il tipo di vita che sta conducendo: “Sto andando alla festa tesorino, mamma mia è incredibile lo schiffo ke fa il denaro, in questo momento mi sto faccendo schiffo da sola!”.
Ma i soldi sono il chiodo fisso di queste giovani donne.
E pensano continuamente a come ottenere il massimo dal presidente del Consiglio.
Questi gli sms che si scambiano il 25 dicembre 2010 Nicole Minetti e Barbara Guerra: “Oltre che per le palle bisogna prenderlo per il caz… Domani se è aperto vado in un sexy shop e prendo un po’ di cose per me e te: più troie.siamo più bene ci vorrà ….Tro…Tro…tanto ormai abbiamo la confidenza per fare qualsiasi cosa….”.
Conversazioni, messaggi che fanno a pugni con le dichiarazioni di Silvio Berlusconi che continua a dire: mai pagato una donna per fare sesso.
Ad Arcore solo cene conviviali.
A contraddire le affermazioni pubbliche di Berlusconi c’è anche una nota della polizia giudiziaria di Milano che analizza l’Iphone di Barbara Guerra.
Sono state trovate nove foto scattate all’alba del 24 ottobre 2010, a Villa San Martino. Guerra ritrae una camera da letto del Cavaliere.
Quelle immagini, che si incrociano con intercettazioni telefoniche di altre arcorine, confermano la natura delle feste e la mancanza di sicurezza nella residenza del presidente del Consiglio.
Leggiamo dal fascicolo inviato dalla procura di Milano al gip Cristina Di Censo per la richiesta (poi accolta) del giudizio immediato, e consegnato alle parti: “Esame dei dati contenuti nel cellulare iPhone 3GS in uso a Barbara Guerra: …..in data 21 gennaio 2011…..sono state rinvenute 9 fotografie ……raffiguranti gli interni di una camera da letto, con altresì una libreria nella quale si notano due ritratti di Silvio Berlusconi (le foto sono allegate, ndr)”.
La polizia giudiziaria fissa data e ora in cui sono state scattate le foto: “24 ottobre 2010 a partire dalle 4.51 sino alle 4.56”.
Gli investigatori poi fanno un collegamento significativo rispetto al momento in cui Barbara Guerra scatta le foto nella villa di Berlusconi: “Da una verifica circoscritta a tale data e orario emerge altresì dai tabulati telefonici che l’utenza…in uso alla Guerra il giorno 24-10-2010 alle ore 4.44 impegna la cella….ubicata in Arcore in via Buonarroti”.
Lo stesso giorno alle ore 16.25, scrive sempre la polizia giudiziaria, Eleonora De Vivo contatta Iris Berardi e le racconta che la sera precedente (cioè il 23, ndr) c’è stata una cena “a cui ha partecipato anche Barbara Guerra”.
Da questa nota della polizia giudiziaria e dalle immagini sequestrate emerge che che Barbara Guerra arrivata ad Arcore per banchetto del 23 ottobre 2010 si è trattenuta anche per il dopo cena, tanto da riprendere all’alba (ormai è scattato il 24 ottobre) una delle camere da letto di Berlusconi.
Proprio la Guerra, come abbiamo letto, è una delle beneficiarie delle macchine comprate dal premier per le ragazze che frequenta.
Gli inquirenti finora hanno riscontrato che il Cavaliere ha regalato “Mini” e altre automobili per un totale di 280 mila euro, mentre ha speso in collane almeno 240 mila euro.
Poi ci sono le buste di soldi in contanti consegnate a diverse ragazze dopo la cena, spesso insieme a cd di Mariano Apicella.
Inoltre bisogna aggiungere i bonifici.
Quelli già  noti ad Alessandra Sorcinelli (160 mila euro dal 2009 al gennaio 2011.
L’ultimo bonifico 3 giorni dopo le perquisizioni) o alla mamma di Noemi Letizia, Anna Palumbo (20 mila euro).
E quelli a favore di ragazze il cui nome non era ancora venuto fuori. I versamenti più cospicui sono stati per Adelina Escalona Maria Alonso ( 50 mila euro) e Valentina Costanzo (40 mila euro).
Ci sono anche soldi per Lele Mora ed Emilio Fede, accusati insieme a Nicole Minetti di favoreggiamento della prostituzione e concorso in prostituzione minorile.
Tra agosto e ottobre 2010 la Guardia di finanza rintraccia tre versamenti di 100 mila euro ciascuno che dai conti di Berlusconi (banca popolare di Sondrio e Monte dei Paschi di Siena) finiscono a Lele Mora.

Le operazioni sono eseguite dal “cssiere” del premier, il ragionier Giuseppe Spinelli, detto “ Spin” dalla ragazze
Dopo che Mora riceve quei 300 mila euro, fa partire due assegni circolari da 50 mila euro ciascuno per Emilio Fede.
Tra le intercettazioni depositate anche quelle in cui viene fuori la paura delle ragazze quando Il Fatto quotidiano, il 26 ottobre scorso, scrive per primo la notizia (qui) sull’indagine a Milano che ruota attorno a una minorenne di nome Ruby e al presidente del Consiglio.
Si preoccupano Barbara Faggioli e Ioana Visan, detta Annina.
Temono gli sviluppi della vicenda, fanno capire che conoscono la diciassettenne marocchina.
È Barbara a chiedere all’amica: “Ma senti un po’ è uscito qualcosa? Di quella roba lì? Perchè a me Lele ha detto che è uscito”. E Annina: “Eh, leggi Il Fatto Quotidiano”. Barbara:” “Il? Che quotidiano?” Annina: “Il Fatto Quotidiano. Il Fatto”. Barbara: “Si però non è…non esiste che non avvisa, anche lui! ….Beh, ma ci sono i nomi?”. Annina: “No! No no no”.
La settimana prossima la procura dovrebbe chiudere l’inchiesta principale e inviare agli avvocati di Minetti, Mora e Fede l’avviso di conclusione delle indagini (anticamera della richiesta di rinvio a giudizio).
Nel fascicolo che spedirà  ci saranno tutte queste carte ma anche nuove intercettazioni.

Antonella Mascali
(“da “Il Fatto Quotidiano“)

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PER IL GOVERNO, MEGLIO I LADRONI DELLA QUOTE LATTE CHE I MALATI DI CANCRO

Febbraio 27th, 2011 Riccardo Fucile

PER RECUPERARE I 5 MILIONI DA DESTINARE AI MANDRIANI PADANI CHE, DOPO AVER TRUFFATO LO STATO PRODUCENDO PIU’ LATTE DEL DOVUTO, ORA SI RIFIUTANO DI PAGARE LE MULTE, IL GOVERNO LI SOTTRAE DAL FONDO DEGLI STANZIAMENTI PER LA RICERCA ONCOLOGICA… MA NON ERA STATO IL PALLISTA BERLUSCONI A PROMETTERE CHE AVREBBE SCONFITTO IL CANCRO?

Meglio gli allevatori del Veneto che i malati di cancro.
Questa la filosofia della norma, stavolta interamente sulle spalle del governo di Silvio Berlusconi, che vede gli stanziamenti per la ricerca oncologica ridursi a favore delle quote latte, o meglio, delle multe che l’Italia deve all’Europa perchè i mandriani del Nord si sono rifiutati di stare nelle regole.
Hanno “splafonato”, come si dice, ovvero sono andati fuori standard e Bruxelles pretende sostanziose sanzioni a carico dello Stato.
Si ricordano trattori in mezzo alle strade a bloccare il traffico per protesta e siamo arrivati di nuovo a questa scandalosa proroga: fra i tanti capitoli di spesa che si potevano aggredire per coprire quest’uscita, si vanno a toccare proprio i più delicati, come gli stanziamenti per la ricerca oncologica.
L’ultima vergogna del decreto milleproroghe: la proroga delle quote latte pagata togliendo fondi alla cura dei malati oncologici.
Il problema è che questo è un vero e proprio caso di recidiva.
Stefania Bullo, presidente dell’Avapo, l’associazione che riunisce i volontari che assistono i malati oncologici, è indignata: «Questo è un problema di scarsa sensibilità  nei confronti di chi si trova a vivere nelle condizioni di malato».
Cos’è che ha fatto tanto arrabbiare la dottoressa Bullo e con lei le tante famiglie di malati oncologici sparsi nel Veneto?
Una perla contenuta nel Milleproroghe approvato al Senato che concede un’altra proroga sulle quote latte agli allevatori accusati di aver “splafonato” (cioè prodotto più del dovuto) e che dovranno pagare le multe alla Comunità  europea.
Per accantonare i soldi e permettere al provvedimento di non essere incostituzionale, le risorse – 5 milioni di euro – si sono prese dai fondi per la ricerca oncologica.
Al Veneto la questione interessa perchè gli allevatori fanno parte da sempre dell’album delinquenziale di famiglia della Lega e l’anno scorso non pochi scontri tra l’ex ministro all’Agricoltura Zaia ora governatore e l’ex governatore Galan ora ministro all’Agricoltura, girarono proprio intorno alle multe degli “splafonatori”.
«Certo, poteva essere valutato l’aspetto estetico – dice il senatore Paolo Scarpa Bonazza Buora del Pdl, presidente della Commissione Agricoltura – ma dal punto di vista della ricerca oncologica non cambia niente. Troveremo altri fondi per ripristinare la dotazione della ricerca. Quanto agli allevatori, sappiano che stavolta è veramente l’ultima proroga, solo fino al 30 giugno».
Peccato, non è andata così.
Dopo i rilievi di Giorgio Napolitano, che ha sottolineato come il decreto Milleproroghe — oggi approvato con voto di fiducia alla Camera, e quindi definitivamente entrato in vigore — se fosse stato presentato al Colle nella sua versione parlamentare, difficilmente sarebbe stato firmato, il governo ha dovuto prendere il controllo della situazione, ripristinando l’ordine con il consueto maxi-emendamento, che sostanzialmente riscrive il decreto. Ripristinando e confermando, guarda caso, proprio la norma problematica che si era promesso di affrontare.
Meglio le mucche dei malati, meglio la Lega che la ricerca sul cancro: l’importante è avere le idee chiare.

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L’ACCUSA DELLA FINANA CIABO’: “SUL TRIVULZIO, LA MORATTI PREDICA TRASPARENZA SENZA PRATICARLA”

Febbraio 27th, 2011 Riccardo Fucile

“IL SINDACO STA SOLO CON IL PIU’ FORTE”: INTERVISTA A BARBARA CIABO’, BATTAGLIERA CONSIGLIERA COMUNALE DI MILANO E PRESIDENTE DELLA “COMMISSIONE CASA” …. HA FATTO TIRARE FUORI TUTTI GLI ELENCHI DEL PIO ALBERGO TRIVULZIO: “IN POLITICA DA QUANDO AVEVO 16 ANNI, SENZA COMPROMESSI”… MINACCIATA DALLA SANTANCHE’ “SE ESCI DAL PDL SEI MORTA”, LE RISPONDE: “NESSUN PROBLEMA, SIAMO VOTATI AL MARTIRIO”

Dopo le case del Pio Albergo Trivulzio ora tocca a quelle del Redaelli, che gestisce patrimoni immobiliari per i bisognosi, abitate anche dalla presidente del Tribunale di Milano, Livia Pomodoro.
E altri nomi che scottano starebbero per uscire.
A svelare il pozzo senza fondo la consigliere comunale di Fli presidente della “commissione casa” di Palazzo Marino, Barbara Ciabò, 43 anni. In politica da quando aveva 16 anni, nelle file del Msi, poi in An, fino al Pdl, giusto il tempo di rendersi conto dell’aria che tirava e di alzare i tacchi.
“Sono una donna normale, non sono mai scesa a compromessi e non ho mai partecipato ai bunga bunga”.
Ride, se la ride: “Cambiano le facce e anche gli slogan ma i metodi restano gli stessi: uso privato della cosa pubblica e mancanza di assunzione di responsabilità . È inutile che la Moratti predichi trasparenza senza praticarla. La mia commissione ha operato in totale isolamento. Il consiglio di amministrazione del Trivulzio è stato nominato dal presidente della Regione e dal sindaco che hanno il compito di controllarne l’operato e questo non è stato fatto”.
È vero che la Santanchè l’ha minacciata?
Mi ha dato un consiglio: se esci dal Pdl sei morta. Politicamente, spero. Mi era anche simpatica quando metteva in guardia le donne dal votare Berlusconi che le voleva tutte orizzontali…
Quanto tempo è rimasta nel     Pdl?
Poco. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, le candidature nel listino dell’igienista dentale, del massaggiatore del Milan e del geometra di Arcore. Mi sono detta: ma io cosa c’entro? Un segnale l’avevo ricevuto alla prima convention quando ho sentito “Meno male che Silvio c’è”. Figuriamoci io abituata a cantare l’Inno di Mameli con la mano sul cuore e anche qualche lacrima!
Fini avrebbe dovuto mollare Berlusconi molto prima?
Abbiamo sopportato e supportato l’inaccettabile per senso di lealtà . Fini è sempre stato critico. Anzi dirò di più. Berlusconi pativa la sua credibilità  tant’è che, dopo averlo cacciato, ha fatto di tutto per distruggerla senza riuscirci.
Ad esempio con la casa di Montecarlo?
Uno scandalo costruito dal nulla e sul nulla. Io sono sempre stata finiana in contrapposizione con il metodo autoritario-familistico e incivile di La Russa. Fini è una persona perbene e non è maschilista, contrariamente a molti uomini di destra.
Ma Fli si svuota…
Tutto onore. Il progetto continua, chi è coraggioso resta. Più perdiamo pezzi, più aumentano gli iscritti. Si tratta di omuncoli senza meriti che pur di restare abbarbicati sulle loro poltrone corrono alla corte di Arcore.
Che pensa delle parlamentari che difendono Berlusconi al di là  di ogni ragione?
Sono le donne del capo che esistono perchè esiste lui. La stragrande maggioranza non ha mai fatto politica. Sono state nominate     come al Grande Fratello. Non mi capacito della Meloni.
Lei non lo farebbe per Fini?
La fedeltà  è condivisione, non sottomissione. Non è ripetere a pappagallo storie ridicole come la telefonata in Questura fatta nella convinzione che Ruby fosse la nipote di Mubarak.
Moratti sindaco. Un bilancio?
Si è piegata alla logica del forte a scapito del debole e alle logiche maschili. Aveva un’occasione storica: una giunta di donne libere e l’ha perduta. Se avesse preso tutte le consigliere comunali     , maggioranza e opposizione, e le avesse messe al posto degli attuali assessori, sarebbe stata una giunta esplosiva. Sarà  un caso che con le colleghe, al di là  degli schieramenti, sulle questioni più importanti la pensiamo sempre allo stesso modo? L’uomo quando deve cooptare sceglie un altro uomo o se sceglie una donna è la moglie di, la sorella di, la figlia di, l’amante di…
Donne vittime o responsabili del maschilismo imperante?
Vittime e responsabili. Guardi     quando Veronica Lario ha detto che il marito andava con le minorenni ed era malato, molte donne hanno commentato: non si fa così, i panni sporchi si lavano in casa! La Carfagna propone pene più dure per la prostituzione minorile, ma sul capo del governo che frequenta una minorenne tace.
Si aspetta di subire anche lei il metodo Boffo?
No e non perchè non siano capaci. Non ho scheletri nell’armadio seppure possono sempre ricorrere alla fantasia…

Sandra Amurri
(da “Il Fatto Quotidiano“)

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LA MINETTI AI PM: “HO AMATO SILVIO, MA NON RICORDO QUANDO E PER QUANTO TEMPO”: SIAMO ALLA FARSA

Febbraio 27th, 2011 Riccardo Fucile

EMERGONO TUTTI I 29 BONIFICI DEL PREMIER ALLE TREDICI RAGAZZE DEL BUNGA BUNGA, DA AGOSTO AD OTTOBRE 2010… UN IMPORTO DI 483.000 EURO SOLO DI BONIFICI, ESCLUSI I CONTANTI CONSEGNATI A MANO, LE AUTO E I GIOIELLI

È una lettura molto preziosa, quella delle 782 pagine della richiesta del giudizio immediato per Silvio Berlusconi.
Fanno impressione i bonifici del premier a tredici nomi di donne.
Ci sono, in questo corposo fascicolo processuale, anche gli assegni che Lele Mora, agente in bancarotta, fa ad Emilio Fede, direttore del Tg 4, il quale li incassa.
E c’è molto altro, ma queste pagine, scritte dai pm e accettate dal gip Cristina Di Censo, regalano, alla primissima impronta, una precisa chiave di lettura: la procura ha «investito» sulle informazioni di Ruby.
Non ha preso per oro colato i suoi verbali «da vittima», pubblicati in esclusiva da Repubblica e più che sufficienti a comprendere il «contesto» di una minorenne, scappata di casa, che si ritrova a Villa San Martino, ricoperta di gioielli e denari, e circondata dai complimenti e dalle voglie di un uno di 74 anni, ricchissimo.
I pubblici ministeri hanno in parte tralasciato alcune parole, si sono concentrati su quelle che portano ai reati.
E, pagina dopo pagina, rendono chiaro come e perchè intendono procedere per i due reati dell’accusa al premier: e cioè la sua concussione (l’aver fatto uscire Ruby-Karima dalla questura, la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010) in modo da occultare la «vergogna» (che costa carcere da sei mesi a tre anni) di essere utilizzatore finale di una ragazzina immigrata, libera finchè si vuole, ma non maggiorenne.
Follow the money, diceva Giovanni Falcone, e follow the money hanno fatto a Milano.
In un anno, dal primo gennaio 2010 al 14 gennaio 2011, data delle perquisizioni alle ragazze della Dimora Olgettina, quanti bonifici ha fatto Berlusconi?
«L’elenco operazioni di bonifico con destinatari noti estratti dal conto Monte dei Paschi di Siena intestato a Berlusconi Silvio» ammonta a 483mila euro, per ventinove volte.
Tutte sono sotto la voce «prestiti infruttiferi» (questa la causale) e quindi in questo computo non vanno i soldi in contanti, consegnati bunga bunga dopo bunga bunga.
Per la show girl Alessandra Sorcinelli, 26 anni, «meteorina» di Rete 4 e poi madrina di «Affari tuoi», va quasi un terzo dei bonifici, 115 mila euro, ed è curiosamente la prima in classifica.
Anche perchè, due anni prima, il 16 aprile 2008 aveva avuto come regalo una Land Rover modello Range Rover Sport 3600 cc, di quasi 74 mila euro (con optional vetri scuri, inserti in radica e viva voce), saldato alla concessionaria Monzacar da un conto della Banca popolare di Milano con «ordinante» Giuseppe Spinelli.
Seguono Adelina Escalona Maria Alonso – con ben 50 mila in un’unica tranche, a luglio – e Valentina Costanzo (sarà  la stessa mora e prosperosa concorrente del «Grande Fratello»?), 40 mila, anche lei in una sola volta, nel maggio del 2010.
Con 36 mila euro, il 18 maggio, si rimpingua il conto di Mariagrazia Veroni. Per Anna Restivo un solo bonifico da 32 mila e a Konstanze Girth poco meno, 31mila euro, ma in tre sospirate rate.
A pari merito, Albertina Carraro ed Erminia Salmieri, con 30 mila.
Scendiamo con Anna Palumbo, la madre di Noemi Letizia, e cioè della minorenne di Portici che è stata forse l’elemento scatenante della richiesta di divorzio di Veronica Lario.
Si conosceva l’importo di 20 mila euro, sono stati spediti da papi-Silvio il 10 marzo. A
quota 19mila euro, in più tranche Beatrice Concas, e 17 mila vanno a Eleonora Gaggioli: sarà  l’attrice romana, di 33 anni, iscritta al Pdl e candidata alle Europee per il partito del premier prima dell’azzeramento del «ciarpame», come disse l’ex moglie Veronica?
Infine, maglia nera a Monica Cheorleu, 6 mila, e Sabrina Valentina Frascaroli, 5 mila.
La generosità  di Berlusconi è, dunque, indiscutibile.
Più discutibile appare il concetto: «Non ho mai pagato per fare sesso, lo considererei contro la mia dignità ».
In aula queste ragazze dovrebbero avere, come inquirente, Ilda Boccassini.
Tra loro, ecco anche la foto della camera da letto, un po’ disordinata, di Silvio Berlusconi: non un gran figura per la security privata e per la pletora degli 007 che tutelano il presidente del Consiglio.
Emilio Fede e Lele Mora più d’una volta, seguendo nell’inchiesta le intercettazioni, o il filo di alcune interviste autoassolutorie, sembravano il gatto e la volpe.
E corre voce che Silvio Berlusconi, letto anche lui il fascicolo, sia rimasto malissimo.
La matematica, come si sa, non è un’opinione.
Lo scorso settembre, per «ordine e conto Silvio Berlusconi» si spostano tre bonifici da 100 mila euro dal conto del premier per Giuseppe Spinelli, ragioniere di casa, ma anche ufficiale pagatore delle ragazze del bunga bunga (che lo chiamano tra loro Spin, Spino, Spinaus).
Il ragiunatt, a sua volta, emette degli assegni circolari.
Come scrivono i detective della Procura, «l’esame congiunto della documentazione bancaria e delle intercettazioni ha permesso di individuare tre periodi in cui sono avvenuti i passaggi di denaro», e cioè dalla fine di agosto 2010 al 25 ottobre.
Viene ripetuta la stessa frase: «Consegna di Spinelli di assegni circolari a Mora Dario, che poi consegna una somma di denaro a Fede Emilio».
Accanto alla vasta documentazione bancaria, passaggio dopo passaggio, ci sono gli assegni fotocopiati, con la firma di Emilio Fede beneficiario, tutti e tre partiti dal conto di Lele Mora, in tutto 150 mila euro.
E, oltre alle varie telefonate caramellose tra i due, c’è un simpatico scambio di sms: «C’è posta per lei. Mario Sacco sta arrivando», scrive Lele al direttore del Tg 4».
Saranno i giudici a stabilire se questi pagamenti sono leciti e illeciti, ma il denaro tra i due è corso.
Come si sa, gli habituè del bunga bunga andarono in fibrillazione alla scoperta che Ruby aveva parlato con i pubblici ministeri milanesi.
Comincia così una serie di azioni della difesa Berlusconi.
In estrema sintesi, le ragazze rispondono con un coro di «assolutamente no» sul sesso come comune denominatore di quelle «cene tra persone per bene».
La versione fa acqua, ci sono troppe frasi captate nelle intercettazioni telefoniche e vari testimoni, e c’è Nicole Minetti.
La consigliere regionale appare inguaiata: come «addestratrice» delle papi-girl, passa un sacco di tempo ad occuparsi dei loro affitti e persino dell’idraulico.
E, travolta dallo scandalo, da due interviste che, davanti ai pm, rettifica.
Ma non abbastanza.
E per capire quanto può essere difficile reggere un interrogatorio, basterebbe questo scambio: Procura: «Lei ha detto che ha avuto una relazione sentimentale con il Presidente, vuole specificare da quando a quando è durata la relazione sentimentale? Minetti: «Non glielo saprei dire».
Come? O Berlusconi è stato del tutto trascurabile nella vita di questa giovane donna, oppure qualche cosa non torna.
Proprio come con l’ormai famosa questione della telefonata in questura, in cui Berlusconi accredita Ruby, marocchina e accusata di furto, come la «nipote del presidente egiziano Hosni Mubarak».
E chiama spesso Nicole Minetti.
Perchè Berlusconi era così insistente?
«Il Presidente — spiega l’indagata – telefonava e mi chiedeva “Come sta andando?”, voleva essere messo al corrente dello sviluppo della vicenda. lo penso che le ragioni del suo interessamento potessero essere due: primo, che era anche preoccupato del fatto che io mi trovassi lì e che a quell’ora di notte tardi mi aveva mandato in Questura, e poi della Ruby, che era una ragazza problematica. E quindi voleva sapere come stava Rubi, come stavo io e cose del genere».
Insomma, l’idea che Minetti vuole rendere di sè è quella di una ragazza che, soggiogata dall’amore fisico per il premier, si spinge un po’ più in là  di quanto dovrebbe: «Io — aveva spiegato (il 29 gennaio scorso) davanti ai magistrati Boccassini e Sangermano – ho avuto una relazione col Presidente del Consiglio e quindi ho avuto anche rapporti sessuali».
Come abbiamo visto, resta parecchio sul vago, su tempi e modi, così come vaghissimi, nebbiosi, sembrano i rapporti con il perno di questa inchiesta, l’allora minorenne Ruby: «Lei sapeva che Ruby ha dormito ad Arcore?»
Macchè, Minetti non si accorgeva: «Sicuramente mi sono fermata a dormire ad Arcore, non sono in grado di dirvi in quale di queste giornate, però è successo. Per quanto riguarda Rubi, non lo posso escludere, non ricordo se in una occasione anche la Rubi si è fermata a dormire ad Arcore».
Ruby scotta come un ferro rovente,
Nicole mantiene come può le distanze.
Resta senza parole quando i pubblici ministeri scoprono qualcuna delle loro carte: «Dallo sviluppo del tabulato della Karima ci sono stati tra di voi, tra febbraio e giugno, 122 contatti. Come lo spiega?».
La risposta è: «Non posso che ribadire che non l’ho mai frequentata, non escludo che tra di noi ci siano state telefonate o sms, ma niente di più».
Tre volte Nicole Minetti dirà : «Mi avvalgo della facoltà  di non rispondere» e c’è una domanda speciale.
È quella che tanti si fanno, compresi i pm: ma perchè «più ragazze che si fermavano tutte insieme di notte, nella residenza del presidente del Consiglio».
L’unico appiglio è in stile simil-andreottiano: «Posso parlare per me, mi è capitato di fermarmi a dormire avendo col Presidente un rapporto di intimità , se si faceva tardi oppure il giorno dopo era festa io rimanevo ospite ad Arcore. So che altre ragazze si fermavano ad Arcore, ma – dice Minetti – sinceramente non so perchè ciò avvenisse».
Sinceramente è un bell’avverbio.

Piero Colaprico e Emilio Randacio
(da “La Repubblica“)

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IL 12 MARZO ANCHE I FINIANI IN PIAZZA “A DIFESA DELLA COSTITUZIONE”

Febbraio 27th, 2011 Riccardo Fucile

UN NO ALLA RIFORMA AD PERSONAM DELLA GIUSTIZIA E AL BAVAGLIO DELL’INFORMAZIONE… FARE FUTURO: “LA DESTRA HA IL DOVERE DI STARE DOVE SI COSTRUISCE L’ITALIA DI DOMANI E DI DIFENDERE LA DIGNITA’ DI UNA COMUNITA'”

Difendere la Costituzione.
Difendere lo spirito costituente.
Difendere il tricolore.
Difendere la nostra libertà .
Difendere il diritto di espressione contro ogni bavaglio.
Difendere la speranza.
Difendere l’idea che gli italiani non si debbano sentire, sempre e comunque, in un’eterna guerra civile.
Difendere l’idea che la condivisione possa vincere sull’odio sociale.
Difendere il diritto di avere avversari e non nemici.
Difendere il senso dello Stato.
Difendere valori che devono essere di tutti, nessuno escluso: l’onestà , la sincerità , il decoro, la lealtà , la legalità , la giustizia…
Difendere l’unità  nazionale da chi la vuole mettere nella soffitta dei brutti ricordi.
Difendere il buonsenso. E la moderazione.
Difendere la democrazia.
Difendere la dignità  di un popolo. E di una nazione.
Difendere la politica intesa come arte del far bene alla polis. E non come salvaguarda d’interessi di parte.
Difendere l’idea che le regole debbano essere condivise.
Difendere l’idea di un’Italia che sappia rialzarsi, che sappia uscire da questa maledetta notte.
È arrivato il tempo dell’azione.
È arrivato il tempo per una destra moderna e non berlusconiana di mettersi in gioco, di scendere in piazza.
Perchè non si può più star zitti.
Perchè il mondo vero è là  fuori, non certo in Parlamento.
È arrivato il tempo dell’urlo.
È arrivato il tempo del patriottismo. E dell’interventismo.
È arrivato il tempo di manifestare con una sola bandiera.
Di uscire da casa con i simboli che unisco e non dividono, che ci fanno sentire Nazione: la Costituzione e il tricolore.
La Costituzione non certo come lettera morta ma come spirito vivo, come vento della storia e della sfida.
Non come libro ammuffito, dimenticato sotto troppa polvere.
Ma come segno concreto di una grande avventura storica che ha saputo riunire una Nazione dopo la tragedia della guerra mondiale.
Un’avventura che deve proseguire giorno dopo giorno, anno dopo anno.
La Costituzione come spirito unificatore tra persone che si guardano in faccia per esaltare ciò che le unisce: un destino comune, un romanzo collettivo, un patrimonio pubblico.
Per tutto questo e per altro ancora, Farefuturo webmagazine aderisce con entusiasmo alla manifestazione indetta da Articolo21 per il 12 marzo a Roma e in tutte le città  d’Italia e d’Europa.
Non è un’adesione di maniera.
Andiamoci in piazza, tutti insieme, in tanti, in tantissimi.
Con l’allegria di chi sa che sta facendo la cosa giusta.
Una destra repubblicana e patriottica ha il dovere di stare là  dove si costruisce l’Italia di domani, la patria di domani.
Ha il dovere di difendere la dignità  di una comunità . Scendiamo in piazza, urliamo tutta la nostra moderazione.
Ma urliamola senza alcun moderatismo.
Perchè nessun uomo libero può starsene a dormire.

Filippo Rossi
FareFuturo

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L’INIZIO DELLA FINE DELL’IMPERO AMERICANO

Febbraio 27th, 2011 Riccardo Fucile

GLI USA HANNO SOSTENUTO DAL DOPOGUERRA I DITTATORI PIU’ INFAMI, CORROTTI E SANGUINARI PERCHE’ GLI FACEVANO COMODO, QUANDO NON HANNO FOMENTATO DIRETTAMENTE DEI GOLPE MILITARI…ORA LE RIVOLTE POPOLARI IN ATTO NEL MAGHREB POTREBBERO RENDERE INDIPENDENTI QUEI PAESI DAL GRAN BURATTINAIO

Le rivolte popolari in Tunisia, Egitto, Libia, Algeria, Marocco, Bahrein segnano l’inizio della fine dell’Impero americano, e occidentale, in quelle regioni.
Da quando hanno vinto la Seconda guerra mondiale gli Stati Uniti, nonostante tutte le loro belle parole di democrazia, hanno sostenuto i dittatori più infami, corrotti e sanguinari, purchè gli facessero comodo, quando non hanno fomentato direttamente dei golpe militari.
E questa realpolitik imperialista gli si è sempre ritorta contro o li ha messi in situazioni insostenibili.
Il sostegno al dittatore cubano Batista ha generato il castrismo.
Il golpe militare organizzato da Henry Kissinger contro Salvador Allende, colpevole di esser socialista e non prono agli interessi yankee, ha portato questo Paese, sia pur col tempo, nella “linea Chà¡vez” di indipendenza di buona parte dell’America latina dall’ingombrante tutela di Washington.
Il sostegno al patinato Scià  di Persia che rappresentava sì e no il 2% della popolazione iraniana, una borghesia ricchissima mentre il resto del Paese moriva di fame, e che governava con la Savak, la più famigerata polizia segreta del Medio Oriente, il che è tutto dire, ha partorito il khomeinismo da cui ha origine la riscossa islamica.
Il sostanziale sostegno ai “signori della guerra” somali ha aperto la strada alle Corti islamiche, molto simili ai talebani afghani, che avevano riportato in quel Paese, precipitato nel più pieno arbitrio, l’ordine e la legge, sia pur un duro ordine e una dura legge, la sharia. Il sostegno ai “signori della guerra afghani”, Massud, Dostum, Ismail Khan, contro i talebani che avevano portato sei anni di pace in Afghanistan dopo tanti di guerra, li ha messi in una situazione insostenibile, avendo i guerriglieri ripreso il controllo dell’80% del Paese, per cui oggi vanno in giro col piattino pietendo dal Mullah Omar una mediazione.
Ma l’invasione e l’occupazione dell’Afghanistan ha svegliato i talebani pachistani che all’inizio erano un movimento religioso, sia pur integralista, ma pacifico e per nulla eversivo, tanto è vero che sostenevano il governo di Benazir Bhutto, e che ora si sono armati, fanno guerriglia e puntano a conquistare il potere a Islamabad.
Con la differenza che l’Afghanistan, armato com’è in modo antidiluviano, non costituisce pericolo per nessuno anche se al potere tornassero i talebani, il Pakistan invece ha l’atomica.
Per inseguire un pericolo immaginario gli americani ne hanno creato uno reale.
Negli ultimi decenni gli Usa hanno sostenuto il dittatore tunisino Ben Alì, testè fuggito con la cassa di fronte al furore del suo popolo, il dittatore egiziano Mubarak cacciato a pedate e ora agonizzante nella sua villa di Sharm el Sheik, hanno sostenuto, nel 1991, i generali tagliagole algerini quando nelle prime elezioni libere di quel Paese il Fis (Fronte Islamico di Salvezza) ebbe la sventura di vincerle a redini basse, col 78% dei consensi, e allora quei generali in combutta con l’Occidente cancellarono le elezioni e col pretesto che il Fis avrebbe instaurato una dittatura ribadirono la legittimità  di quella che c’era già .
Ora le rivolte nel Maghreb, in Egitto, nel Bahrein (dove c’è la solita base americana), in Libia (anche Gheddafi era diventato potabile da quando si era messo in affari con l’Occidente), cambiano tutti i termini della questione.
È vero che gli americani sono già  riusciti a mettere il cappello sulla rivoluzione popolare egiziana trasformandola in un golpe militare.
Ma d’ora in poi gli sarà  molto più difficile controllare le varie situazioni.
Lo sbocco di queste rivolte, si dice, è imprevedibile.
Non proprio.
È molto probabile che questi popoli una volta liberatisi dei dittatori, finiscano, prima o poi, per rendersi indipendenti anche dal burattinaio che, per decenni, li ha manovrati a suo uso e consumo.

Massimo Fini
(da “Il Fatto Quotidiano“)

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